Occorre mettere fine a questo stato di cose – ha aggiunto Custodio – o i criminali dai colletti bianchi o sporchi, in uniforme o con i tatuaggi, burocrati governativi o non governativi, narcotrafficanti e affini continueranno ad essere i padroni del paese”.

Dichiarazioni condivise da Iván Mejía, portavoce del ministero della Sicurezza, che ha confermato “comportamenti scorretti” da parte di una “polizia contaminata da collusioni con il crimine organizzato”. Le denunce, ha detto ancora Mejía, hanno spinto il governo ad avviare un “processo di depurazione” in seno alle forze dell’ordine.

Il dibattito sulla necessità di riformare la polizia è emerso con forza nell’ottobre scorso, a seguito di un’inchiesta sollecitata dalla rettrice dell’Università nazionale, Julieta Castellanos, per fare luce sull’omicidio di suo figlio e di un amico da parte di alcuni agenti. L’allora ministro della Sicurezza Oscar Alvarez dichiarò pubblicamento che la polizia agiva finanche come “controllore di volo” dei velivoli usati dai narcotrafficanti per trasportare droga. Alvarez si è in seguito dimesso adducendo “mancanza di sostegno” da parte del governo centrale per accertare le responsabilità della polizia, decidendo anche di abbandonare l’Honduras.