Queste alcune delle previsione contenute nell’annuale rapporto dell’Ocse, l’[Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico]( http://www.oecd.org/home/0,2987,en_2649_201185_1_1_1_1_1,00.html), che riunisce 34 paesi industrializzati del mondo.
 

In pratica, il rapporto Previsioni ambientali al 2050, [Le conseguenze dell’inazione](http://www.oecd.org/document/11/0,3746,en_2649_37465_49036555_1_1_1_37465,00.html), nel presentare le ultime proiezioni delle [tendenze socio-economiche](http://www.oecd.org/document/30/0,3746,en_2649_37465_49778782_1_1_1_37465,00.html) per i prossimi quarant’anni, e le loro conseguenze nelle quattro aree chiave dei cambiamenti climatici, della biodiversità, dell’acqua, e dell’impatto dell’inquinamento sulla [salute]( http://www.oecd.org/document/46/0,3746,en_2649_37465_49742254_1_1_1_37465,00.html), sottolinea l’urgenza di adottare un nuovo modo di pensare, e avverte: “Mancando ciò, l’erosione del nostro capitale ambientale accrescerà il rischio di cambiamenti irreversibili che pregiudicheranno due secoli di miglioramenti negli standard di vita”.
 

**Punto cruciale, l’ecologizzazione**
 

“Nel momento in cui i paesi stanno lottando con problemi di finanze pubbliche sotto tensione e disoccupazione, non devono però trascurare la visione a lungo termine. È essenziale prendere provvedimenti adesso per evitare danni irreversibili all’ambiente”, l’Ocse ha inoltre dichiarato il 15 marzo.
 

“Sin da oggi fonti di crescita più ecologiche possono aiutare i governi a fronteggiare questi problemi urgenti. Agricoltura, industria, e fonti di rifornimenti energetici e idrici sempre più ecologiche saranno cruciali per coprire i bisogni di oltre 9 miliardi di persone” afferma Angel Gurria, segretario generale dell’OCSE.
 

Il rapporto OCSE afferma che, in base alle ultime proiezioni delle tendenze socio-economiche per i prossimi quarant’anni, nonostante la recente recessione il valore dell’economia sarà quasi quadruplicato entro il 2050. Nello studiarne le conseguenze nelle quattro aree chiave dei cambiamenti climatici, della biodiversità, dell’acqua, e dell’impatto dell’inquinamento sulla salute, osserva che “Uno standard di vita in costante miglioramento porterà a una aumentata domanda di energia, cibo e risorse naturali, il che porterà crescente inquinamento”.

 
**Gli enormi costi dell’inazione**
 

Stando al rapporto, i costi dell’inazione potrebbero essere “colossali”, sia in termini economici che umani. Senza nuove politiche:
 
**La domanda globale di energia** crescerà dell’80% rispetto ad oggi, con la maggior parte della crescita concentrata nelle economie emergenti (per il Nord America la stima è +15%, per i paesi europei dell’Ocse +28%, per il Giappone +2,5% e per il Messico +112%), soprattutto basata sulle fonti fossili.

 
Questo porterebbe a un aumento globale del 50% nelle emissioni di gas serra (GHG) e a un peggioramento dell’inquinamento atmosferico.

 
**L’inquinamento atmosferico urbano** si avvia a diventare, entro il 2050, la prima causa di morte nel mondo, prima della mancanza di acqua pulita e servizi fognari.

 
Il numero di morti premature dovute a esposizione a particolati inquinanti che provocano danni respiratori potrebbe raddoppiare, arrivando ai 3,6 milioni annui, per la maggior parte in Cina e India.

 
A causa dell’invecchiamento della popolazione e della maggior urbanizzazione di questa, i paesi dell’OCSE sono candidati ad avere il più alto numero di morti dovute all’ozono presente a livello del suolo, secondi solo all’India.

 
Per quanto riguarda la **biodiversità globale**, si stima che questa perderà un ulteriore 10%, con perdite più significative in Asia, Europa e Africa meridionale, mentre le aree di foreste mature potrebbero diminuire del 13%. In tutto il mondo, circa un terzo della biodiversità nei fiumi e nei laghi è già andata perduta, e si prospettano ulteriori diminuzioni entro il 2050.

 
**La richiesta di acqua** aumenterà di circa il 55%, a causa della crescente domanda di industria (+400%), impianti termici (+140%) e usi domestici (+130%).

 
Queste richieste tra loro in concorrenza metteranno a rischio l’utilizzo dell’acqua per scopi agricoli.

 
Rispetto ad oggi, 2,3 miliardi di persone in più (oltre il 40% della popolazione globale) si troverà a vivere in bacini fluviali in grave crisi idrica, specialmente in Africa settentrionale e meridionale, e nell’Asia centrale e meridionale.

 
**Sovrasfruttamento della pesca, sicurezza alimentare e energetica, riduzione della povertà…**

 
Abbiamo già assistito al collasso di alcune specie di pesci a causa del sovrasfruttamento della pesca, con importanti impatti sulle comunità locali, mentre gravi carenze d’acqua sono una minaccia incombente per l’agricoltura.

 
“Queste enormi sfide ambientali non si possono affrontare ciascuno per conto proprio, ma devono essere gestite nel contesto di altre sfide globali, come sicurezza alimentare ed energetica e la diminuzione della povertà” si legge ancora nel documento.

 
Politiche ambientali ben progettate, nell’aiutare ad affrontare i problemi ambientali, possono nel contempo contribuire alla crescita e allo sviluppo, secondo l’OCSE:

 
“Affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico aiuta a ridurre non solo le emissioni di gas serra, ma anche il carico economico di costosi e cronici problemi alla salute. Inoltre, politiche relative al clima aiutano a proteggere la biodiversità, per esempio riducendo la deforestazione”.

 
**Un cocktail di soluzioni**

 
Per prevenire il futuro disastroso dipinto dal rapporto viene raccomandato un cocktail di soluzioni.

 
Tra queste : tasse ambientali e schemi di scambio delle emissioni per rendere le soluzioni inquinanti più costose rispetto alle alternative verdi; far pagare risorse naturali ed servizi ecologici (per esempio acqua, aria pulita, biodiversità) al loro giusto valore.

 
Altre soluzioni riguardano l’eliminazione di sussidi dannosi dal punto di vista ambientale, quali quelli alle fonti energetiche fossili o ad impianti di irrigazione ad alto spreco di acqua; e il sostegno all’innovazione verde, rendendo più costose le produzioni e le modalità di consumo più inquinanti, al tempo stesso fornendo aiuti pubblici al sistema Ricerca e Sviluppo.
 

Leggi [fatti e cifre](http://www.oecd.org/dataoecd/25/39/49910023.pdf) del rapporto Previsioni ambientali al 2050.
 
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 2012 [Human Wrongs Watch](http://human-wrongs-watch.net/2012/04/06/god-what-a-future/)

Traduzione di Giuseppina Vecchia