Il professore Richard Wilkinson è inoltre docente onorario presso l’University College di Londra e Visiting Professor all’università di York. Nel suo libro più famoso, scritto con Kate Pickett e pubblicato nel 2009, The Spirit Level, sosteneva e dimostrava come i cittadini delle società con più equa distribuzione di reddito godessero di una migliore salute, e come tali società avessero minori problemi sociali quali violenza, abuso di droghe, gravidanze tra le adolescenti, malattia mentale, e fossero inoltre più coese rispetto a quelle con un maggior divario tra ricchi e poveri.

Se queste affermazioni non sono affatto una sorpresa per molti, specie tra quanti combattono contro l’ingiustizia sociale, viene però evidenziato come nelle società più eque anche i ricchi raggiungono migliori livelli in tutta una serie di indicatori sociali. Il professore Wilkinson attribuisce questo fenomeno allo stress sociale che devono sopportare quanti, benestanti, vivono a stretto contatto con gli indigenti. Non abbiamo certo bisogno di statistiche per sapere che passare accanto a un senzatetto, a una madre mendicante o un bambino che vende cerotti ha su di noi un certo effetto. Può essere compassione, può essere rabbia, ma qualcosa avviene dentro di noi. Pochi sono gli studiosi che s’impegnano a quantificare gli orrori del sistema attuale, visto il rischio di farsi una quantità di nemici lungo la strada.

Si può vedere la presentazione del professore Wilkinson al TED a questo indirizzo: [http://www.ted.com/talks/lang/eng/richard_wilkinson.html](http://www.ted.com/talks/lang/eng/richard_wilkinson.html)

Lo stress sociale è l’unica conseguenza dell’ineguaglianza sui benestanti? Veramente, sono molti i fattori creati dal crescente divario tra ricchi e poveri contro i quali non si può in realtà innalzare nessun muro :

• Malattie infettive: sta emergendo un numero crescente di batteri (per esempio quelli della TBC), resistenti a tutti gli antibiotici, sia a causa di fattori ambientali negativi, sia per un’errata comprensione dell’uso degli antibiotici stessi dovuta a un basso livello culturale o istruzione carente. Questi microorganismi finiscono con l’invadere tutti gli strati della società, senza riguardo per il livello sociale.

• Sangue: le banche del sangue continuano a combattere una terribile battaglia contro virus contaggiosi come quelli dell’HIV o dell’epatite C. Non è bastato escludere i gruppi a rischio e lo screening continuo per eliminare il pericolo. Mentre le epidemie di AIDS e la tossicodipendenza continuano a devastare le comunità più indigenti, nessuno, neanche il super-ricco che viaggia in Africa portandosi dietro una bottiglia del proprio sangue, può dirsi completamente al sicuro.

• Criminalità: le compagnie di assicurazione e le aziende che si occupano di sicurezza sono in piena espansione. La criminalizzazione della povertà è un’arma ben collaudata per le economie di mercato, che scaricano così le proprie responsabilità per i danni sociali che creano, ma è un’arma che finirà per raggiungere anche i benestanti che ostentano la propria ricchezza a dimostrazione del proprio valore.

• Disagio sociale: c’è un punto di non ritorno, in cui l’ineguaglianza porta a disordini e rivoluzioni. Alcuni sintomi sono già evidenti. In molti paesi, ci sono delle “enclavi” nelle quali i ricchi si rinchiudono protetti da guardie armate private, ma questo non fa che concentrarli come obiettivi.

• Collasso economico: man mano che la concentrazione della ricchezza continua senza ostacoli, un numero crescente tra i più ricchi e potenti si ritrovano in bancarotta e finiscono per essere come quelli sullo scalino più basso della scala sociale. Il sistema ha un limite, oltre il quale crolla. Nessuno è al sicuro.

Non che manchino gli avvertimenti: “il progresso per pochi finisce per diventare progresso per nessuno” [http://silos-message-uk.blogspot.com/2011/04/we-are-at-end-of-dark-period-in-history.html](http://silos-message-uk.blogspot.com/2011/04/we-are-at-end-of-dark-period-in-history.html).

Non è questione di “noi e loro”, siamo tutti sulla stessa barca, e prima quell’1% lassù in cima se ne rende conto, prima riusciremo a uscire tutti dall’attuale baraonda.

Traduzione dall’inglese di Giuseppina Vecchia