Benché le forze armate subordinate a Tripoli dominino la maggior parte dell’ovest del paese, i ribelli cercano di stringere i vincoli con tribù della minoranza berbera per consolidarsi ed ostacolare che i regolari prendano vantaggio nelle cime delle montagne di Nafusa.
Informazioni contraddittorie maneggiate dai canali televisivi regionali indicarono che i governativi attaccarono una strada nella riferita area per tagliare il flusso di merci e possibili attrezzi ai ribelli provenienti da Tunisi attraverso il passo Wazen.
Insieme ai civili che cercano rifugio nel lato tunisino, gruppi insorti hanno stabilito lì le loro basi, cosa che portò ad incursioni militari occasionali nel vicino territorio ed al sorvolo di aeroplani militari di Tunisi, benché senza realizzare spari.
I ribelli hanno detto che hanno ucciso otto soldati di Gheddafi e catturarono ad un altro a Zintan in un’imboscata con appoggio di aeroplani della NATO che distrussero un deposito di approvvigionamenti nella zona meridionale di questa città.
Secondo le stesse fonti, altri scontri armati sono successi nelle vicinanze dell’enclave petroliera di Brega (ad est) dove gli insorti, aiutati dall’alleanza atlantica, causarono 14 perdite mortali e 30 catture nelle file governative.
In mezzo alle azioni militari, il vicecancelliere libico, Khaled Kaim, ha negato le dicerie che il ministro di Petrolio, Shokri Ghanem, e la moglie e la figlia di Gheddafi, Safia ed Aisha, rispettivamente, avessero disertato separatamente verso Tunisi.

La televisione statale riprodusse varie volte le dichiarazioni fatte da Kaim precisando che Ghanem è a Vienna, in Austria, e smentendo relazioni di intelligenza tunisine e versioni dell’oppositore Consiglio Nazionale di Transizione (CNT) da Bengasi.

Parallelamente, alla confutazione di Tripoli si unì la negazione del Ministero dell’Interno di Tunisi che i familiari di Gheddafi avrebbero passato la frontiera di Ras Al-Jdir per stabilirsi sull’isola di Djerba, come indicarono ieri i canali televisivi arabi Al Jazeera e l’Arabiya.

Fonti governative libiche, al contrario, annunciarono che quattro giornalisti occidentali giudicati per entrata illegale nel paese, usciranno questo giovedì attraverso lo stessa frontiera tunisina, dopo aver pagato una multa simbolica.