Il giorno 2 ottobre a Montevideo, Uruguay, è iniziato alle 9 del mattino, quando ci siamo incontrati con i bambini della Scuola 70 José Batlle y Ordóñez e dell’Istituto Educativo Narsesian, accompagnati dai loro responsabili, di fronte al Palazzo Legislativo. Tra di loro c’è Ana Maria che è la loro maestra e tiene loro dei seminari. L’abbiamo intervistata ed ecco cosa ci ha raccontato:

D: Come stanno lavorando i ragazzi per la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza?

R: Stanno facendo le impronte dei piedi su una tela, c’è molta allegria, molto lavoro di questi bambini.

D: Sei tu la loro maestra?

R: Io faccio la maestra nella Scuola Armena e ho tenuto dei seminari nella Scuola 70 sulla marcia mondiale e la nonviolenza.

D: Come hanno accolto i bambini la notizia di questa marcia e le cause per le quali si fa?

R: Con molta allegria, con interesse, si sono messi a cercare materiale, hanno scaricato informazioni dal sito web della marcia, loro stessi hanno preparato cartelli, sono tutte iniziative dei bambini che sono venute fuori dai diversi tipi di violenza che ci sono nel mondo.

In quel momento, si è avvicinato un bambino e gli ho fatto alcune domande.

D: Di che scuola sei?

R: 70 José Batlle y Ordóñez.

D: E che cosa ne pensi del fatto di fare una marcia mondiale perché nel mondo non ci sia più violenza e regni la pace?

R: Mi sembra bello che tutti possiamo vivere in pace e possiamo avere un mondo senza violenza.

D: Che cosa dice il tuo cartello?

R: È il simbolo della pace, e dice amore bontà solidarietà libertà tolleranza, cameratismo ed amicizia dappertutto.

Ana Maria ha cominciato con i seminari nella scuola 70 sul tema del genocidio armeno ed a partire da lì ha cominciato a lavorare con la marcia mondiale. La maestra non ha portato avanti tutto questo da sola, aveva qualcuno che l’appoggiava: Graciela, Gustavo e Pepe che insieme a lei partecipano all’Associazione Civile Dialogo e nell’organizzazione La Comunità per lo Sviluppo Umano.
Dimostrazione di un grande futuro sul tema è stato il commento di Graciela: “Quello che più c’interesserebbe è che si lavorasse in tutte le scuole a livello istituzionale e che si riuscisse a inserirlo dentro i programmi.”

Abbiamo anche avuto l’opportunità di parlare con un membro della Comunità Armena in Uruguay che era insieme ai bambini della scuola Narnesian.

Sabeth Sacarias ci raccontava questo: “Per noi, il nostro popolo armeno che da mille anni è sotto la violenza etica del dominio turco e da mille anni sta soffrendo, la pace è fondamentale. E stiamo insegnando ed educando i piccoli allievi della Scuola Armena ad essere nel futuro cittadini responsabili nei confronti della sensibilità per la pace mondiale.” Per Sacarias, in Uruguay la gente è sempre più interessata a lavorare per la pace e la nonviolenza.

Più tardi a plaza Cagancha, che si trova sulla avenida 18 de Julio, la via principale di Montevideo, si preparava il secondo evento della giornata. Varie persone sono giunte nella piazza, dove da uno schermo gigante si proiettavano video di sensibilizzazione sulle armi nucleari e si proiettava anche il video dell’inizio della marcia in Nuova Zelanda. Dopo questo si sono svolte altre attività che ci illustra il portavoce del Movimento Umanista locale, Daniel Roca.

D: Com’è stato l’inizio di questo lancio mondiale?

R: La celebrazione del principio della marcia che è cominciata 14 ore fa a Wellington, Nuova Zelanda, si sta vivendo anche in Uruguay. In tutte le parti del mondo si sta celebrando. Nel nostro paese stamattina si è fatto qualcosa a Montevideo, a Salto si è svolta una marcia qualche ora fa, e qui facciamo un incontro, in cui lanciamo un messaggio a tutta la gente amica che partecipa. Facciamo il simbolo della nonviolenza (con le persone), ed invitiamo la gente a partecipare a tutte le attività che faremo nei tre mesi di durata della marcia, in special modo aspettando il passaggio della marcia che arriva nel nostro paese nei giorni 27 e 28 di dicembre.

D: Quali sono le organizzazioni che partecipano a quest’azione di oggi?

R: C’è gente dei diversi organismi, del Movimento Umanista, de La Comunità per lo Sviluppo Umano, del Partito Umanista, della Commissione Contro l’Installazione dell’Energia Nucleare in Uruguay, Assemblea Ambientalista del Vicolo, Donne di Nero, Dialogo; questi amici sono presenti oggi e anche molti altri.

D: Che cosa avete pianificato per il giorno del passaggio della marcia?

R: Abbiamo progettato diverse cose, l’unico evento confermato è un discorso di 15 minuti di Eduardo Galeano in un posto di cui disponiamo. Abbiamo assicurato che il 28 dicembre Galeano accoglierà la marcia, lui sta facendo una buona diffusione della marcia nelle sue interviste. Vogliamo fare anche una partita di calcio il 27 e ci sarà una conferenza stampa la mattina con i marciatori più il portavoce.

D: Com’è stata la preparazione durante l’anno?

R: Abbiamo fatto 3 campagne, ci sono state campagne mondiali nei mesi di aprile, giugno e settembre, dove uscivamo per strada a raccogliere adesioni, proponevamo i sei punti della marcia ed ogni persona che aderiva a questi 6 punti, firmava e rimaneva in contatto. È stata molto buona la reazione della gente. Siamo stati nelle scuole dando seminari, io in particolare sono andato a Salto, dove ho lavorato con circa 80 professori dell’U.T.U., abbiamo fatto riunioni per il C.E.R.P. (Centro Studio Regionale Professori) con circa 400 alunni; tutti lavori di cui nell’immediato non si vedono i risultati, ma noi proponiamo alle persone che partecipano a un evento di portare la discussione o il tema della nonviolenza a casa loro.

D: Andando in questa direzione, avete trovato l’appoggio delle autorità competenti?

R: Il M.E.C. ha aderito, ed effettivamente abbiamo riscontrato che quest’adesione ci ha facilitato molto il lavoro nelle scuole.

E nel futuro, continuerà a crescere?