Pressenza Buenos Aires, 14/10/09 La Camera dei Senatori argentina ha approvato sabato scorso, dopo una lunga giornata di dibattito, la legge 26.522 sui Servizi di Comunicazione Audiovisiva: tale legge sostituisce la 22.285 (sancita durante l’ultima dittatura militare) ed è stata elaborata negli ultimi cinque anni dalla Coalizione per la Radiodiffusione Democratica (www.coalicion.org.ar), un gruppo indipendente formato da Università, giornalisti, scienziati, media, ordini professionali e altre istituzioni.

Ispirandosi a suggerimenti e raccomandazioni di organi internazionali come la Corte Interamericana dei Diritti Umani e l’Organizzazione degli Stati Americani, il progetto si propone di garantire il diritto alla libertà di espressione. Per questo, stabilisce le pari opportunità di accesso e partecipazione a tutti i settori della società alla titolarità e gestione dei servizi radiofonici. Attraverso l’articolo 21, la legge abilita la concessione non solamente ad imprese commerciali ma anche ad organizzazioni senza fini di lucro come associazioni, fondazioni, Università.
Questo rappresenta un’opportunità per creare nuovi mezzi mediatici che si fondino sui valori di pace, nonviolenza e non discriminazione, fondamentali per la costruzione di una società realmente civile. Come noto, attualmente l’audience è sempre più esposto alla promozione si stereotipi sociali, naturalizzazione delle disuguaglianze, xenofobia e altre forme di violenza psicologica, esasperati dai mezzi mediatici a diffusione di massa, in mano a gruppi iper-concentrati.

In Argentina fino ad oggi la radiodiffusione era possibile solo come attività a scopo di lucro, di conseguenza i criteri di attribuzione delle licenze erano basati su disponibilità finanziarie. Come si sa, le successive modifiche alla legge 22.285 (avvenute negli ultimi 20 anni in totale democrazia) invece di democratizzare l’accesso ai media, hanno facilitato la concentrazione della proprietà fino a formare grandi monopoli multi-mediatici.

La nuova legge si propone di garantire anche l’indipendenza dei media vietando le licenze dei servizi radiofonici ad organi direttivi, cariche ufficiali nazionali, provinciali o comunali e funzionari pubblici. Inoltre, impedisce di far pressione, concedere vantaggi o punire, speaker, imprese o istituzioni in funzione di opinioni, politiche informative o editoriali, nel rispetto della democrazia e dei diritti umani. Proibisce l’assegnazione arbitraria o discriminatoria di pubblicità, crediti, o prebende.

La nuova legge prevede la formazione di un nuovo organismo autartico e collegiale, a sostituzione dell’attuale COMFER. Per la prima volta si garantisce l’accesso al controllo del sistema mediatico da parte dell’opposizione parlamentare che integrerà il nuovo organismo insieme a a rappresentanti delle Università, delle associazioni senza fini di lucro e dei lavoratori del settore.

tradotto da Eleonora Albini