Una marcia s’aggira per il mondo. È la Marcia per la Pace e la Non Violenza.

Di questo parlerò brevemente davanti al presente forum in qualità di fondatore dell’Umanesimo Universalista ed ispiratore della menzionata Marcia. Questa, a sua volta, sta dinamizzando varie iniziative ed attività, come il percorso simbolico di una equipe di entusiasti che si sposterà per tre mesi attraverso vari Paesi, dopo essere partita lo scorso 2 Ottobre da Wellington, Nuova Zelanda, per terminare il 2 Gennaio 2010 ai piedi del monte Aconcagua a Punta de Vacas, tra Argentina e Cile.

La Marcia è stata lanciata durante il Simposio del Centro Mondiale di Studi Umanisti, nel Parco di Studio e Riflessione di Punta de Vacas il 15 Novembre 2008, cioè un anno fa, con la chiara intenzione di creare coscienza della pericolosa situazione mondiale che attraversiamo, segnata dall’elevata probabilità di conflitto nucleare, dalla corsa agli armamenti e dalla violenta occupazione militare di territori.

Questa proposta di mobilitazione sociale, riceve impulso dal Movimento Umanista e dai suoi organismi. In pochi mesi, la Marcia Mondiale ha suscitato l’adesione di migliaia di persone; di raggruppamenti pacifisti e non violenti; di diverse istituzioni che lavorano a favore dei Diritti Umani; di personalità del mondo della scienza, della cultura e della politica, sensibili all’urgenza del momento. Ha ispirato anche un’enorme quantità di iniziative in più di cento paesi, configurando un fenomeno di diversità culturale in veloce crescita. In questo ordine di idee, devo comunicare che all’equipe di base iniziale se ne è unita un’altra che sta percorrendo vari paesi di Medio Oriente ed una terza che lo sta facendo in America Centrale…

Sappiamo bene che la situazione attuale è critica in tutte le latitudini ed è caratterizzata dalla povertà di vaste regioni, lo scontro tra culture e la violenza e la discriminazione che contaminano la vita quotidiana di ampi settori della popolazione. Al giorno d’oggi esistono conflitti armati in numerosi punti e simultaneamente una profonda crisi del sistema finanziario internazionale. A tutto ciò si aggiunge la crescente minaccia nucleare che è, in definitiva, la massima urgenza del momento attuale. Questa è una situazione sommamente complessa. Agli interessi irresponsabili delle potenze nucleari ed alla follia di gruppi violenti, con possibile accesso a materiale nucleare di ridotte dimensioni, dobbiamo aggiungere il rischio di un incidente che potrebbe far detonare un conflitto devastante.

Tutto questo non è una somma di differenti crisi, bensì il quadro che evidenzia il fallimento globale di un sistema la cui metodologia d’azione è la violenza ed il cui valore centrale è il denaro.

Per evitare la catastrofe atomica che sembra minacciare il mondo del futuro più o meno prossimo, dobbiamo lavorare oggi stesso per superare la violenza sociale e personale mentre esigiamo:

1 – il disarmo nucleare mondiale;

2 – il ritiro immediato dei truppe d’invasione dai territori occupati;

3 – la riduzione progressiva e proporzionale degli armamenti di distruzione di massa;

4 – la firma di trattati di non aggressione tra paesi e

5 – la rinuncia dei governi ad utilizzare le guerre come mezzo per risolvere i conflitti.

È urgente creare coscienza per la Pace ed il disarmo. Ma è anche necessario risvegliare la coscienza della Non Violenza Attiva che ci permetta di respingere non solo la violenza fisica, ma anche ogni forma di violenza economica, razziale, psicologica, religiosa e di genere. Naturalmente, aspiriamo al fatto che questa nuova sensibilità possa istallarsi e commuovere le strutture sociali, aprendo il cammino alla futura Nazione Umana Universale.

La Marcia Mondiale lancia un appello a tutte le persone affinché uniscano i loro sforzi e prendano nelle proprie mani la responsabilità di cambiare il nostro mondo, superando la violenza personale ed appoggiando nel loro ambiente più prossimo, la crescita di questa influenza positiva.

In tutto questo periodo, in molte città e paesi, si stanno realizzando marce, festival, forum, conferenze ed altri eventi per creare coscienza sull’urgenza della Pace e della Non Violenza. Ed in tutto il mondo le campagne di adesione alla Marcia moltiplicano questo segnale più in là di quanto ci si immaginasse.

Per la prima volta nella storia un evento di questa vastità si mette in moto per iniziativa degli stessi partecipanti. La vera forza di questo impulso nasce dall’atto semplice di chi per coscienza aderisce ad una causa degna e la condivide con altri.

È stato designato per questo periodo della Marcia e fino a Gennaio del 2010 – data in cui si produrrà la ristrutturazione del Movimento Umanista – Rafael de la Rubia come rappresentante dell’organismo umanista “Mondo senza Guerre” ed i portavoce continentali: Michel Ussene, per l’Africa; Sudhir Gandotra, per l’Asia; Giorgio Schultze, per l’Europa; Tomás Hirsch, per l’America Latina e Chris Wells, per il Nordamerica. A tutti loro è stata data la missione di ricevere dalle mani dei premi Nobel per la Pace – durante questa edizione del Summit di Berlino – la “Carta per un mondo senza violenza”, con l’impegno di diffonderla in tutti i paesi in cui passi la Marcia Mondiale.

Precisamente, è in questa “Carta” dove si plasmano i Principi che possono essere sottoscritti dalle persone di buona volontà in tutte le latitudini.

Per non soffermarmi esaustivamente, vorrei sottolineare il principio nono della Carta che dice: “Facciamo appello all’ONU e agli Stati membri affinché prendano in considerazione mezzi e metodi per promuovere un riconoscimento significativo delle diversità etniche, culturali e religiose negli stati nazionali multi – etnici. Il principio morale di un mondo non violento è: “Tratta gli altri come vorresti essere trattato”.

Questo principio morale va oltre ogni norma ed ogni giuridicità istallando il suo dominio nel terreno umano grazie al registro del riconoscimento comune che va al di là di ogni calcolo e di ogni speculazione.

Questo principio, conosciuto fin dall’antichità come la “Regola di Oro” della convivenza, è uno dei tredici considerati in questo magnifico documento che è necessario diffondere ampiamente.

D’altra parte, non dobbiamo lasciare passare alcuni argomenti che facilitano la comprensione delle nostre attività nel campo della Non Violenza, perché è evidente che il pregiudizio negativo verso di noi è nato e si è sviluppato in Sudamerica durante le lotte non violente sostenute contro le dittature militari. È chiarissimo che la discriminazione che soffriamo in diversi campi parte dalla disinformazione e dalla diffamazione sistematica subita per decenni nei nostri paesi di origine, come l’Argentina e il Cile. Le dittature ed i loro organi di “disinformazione” andarono tessendo la loro rete fin dall’epoca in cui si proibiva, imprigionava, deportava ed assassinava i nostri militanti. Ancora oggi ed in diverse latitudini, si può rilevare la persecuzione che subiamo non solamente per mano dei fascisti ma anche per mano di alcuni settori “benpensanti”. E va osservato che man mano che le nostre attività progrediscono molti declamatori della Pace, si strappano le vesti esigendo il nostro silenzio o apostrofando ogni gruppo o individuo che ci menziona pubblicamente.

Sebbene quegli insulti rimangano nel passato oggi si continua a denigrare l’azione non violenta argomentando che nulla si potrà fare, aldilà delle declamazioni, di fronte ai poteri “reali” che decidono le situazioni del mondo. E, per esemplificare, vediamo alcuni casi.

Il primo si riferisce alle campagne contro il Servizio Militare realizzate dagli umanisti in Argentina pochi anni fa.

In quell’epoca si sosteneva che era impossibile modificare quella legge di obbligatorietà. Soprattutto, dopo aver ottenuto durante un anno di attività, un milione e mezzo di firme che furono respinte senza giustificazione. Allora, il Potere Esecutivo pubblicizzó la sconvenienza del tentativo che lasciava “la nazione in uno stato di vulnerabilità di fronte alle possibili aggressioni di paesi limitrofi”. Tuttavia, l’opinione pubblica era sensibilizzata a tal punto che il dibattito (senza menzionare agli autori del progetto) venne alla luce ed i mezzi d’informazione gli fecero eco. Ed in un momento, la Presidenza della Repubblica firmò il “decreto di annullamento del Servizio Militare obbligatorio” sostituendolo con il Servizio Militare ottativo. Ma si argomentò, in quell’occasione, che si prendeva tale misura perché un soldato era morto in una caserma a causa dei maltrattamenti ricevuti. Stando così le cose, rimase chiaro che non fu inutile la lunga campagna e mobilitazione degli umanisti poiché l’arbitraria legge venne seppellita.

L’altro caso, più recente, si è prodotto nella Repubblica Ceca.

Il cosiddetto “scudo stellare” si stava progettando sin dal 2002 senza che la popolazione in Repubblica Ceca e nell’Unione Europea lo sapesse. Nel Giugno del 2006, il Movimento Umanista si fece promotore di un’alleanza di organizzazioni di base sociali e politiche, facendo sapere che il 70% della popolazione era contrario. Si chiese di non realizzare il progetto data la sua pericolosità mentre si esigeva un referendum. Due umanisti iniziarono uno sciopero della fame e la protesta incominciò a contare sull’appoggio di organizzazioni pacifiste e non violente. Questo tipo di protesta venne mantenuta per un anno, coinvolgendo artisti, accademici, scienziati e sindaci. Finalmente, la protesta si sviluppò anche nel Parlamento Europeo. Nel Marzo del 2009, il governo crollò per la confluenza di diversi fattori, ma la protesta popolare e l’opposizione parlamentare posticiparono la ratifica del trattato tra la Repubblica Ceca e gli U.S.A. Nel Settembre del 2009, Obama rinunciò al progetto dello scudo stellare in Repubblica Ceca ed in Polonia.

Dobbiamo considerare ora due temi ancora non compresi nella loro portata sociale.

Come tutti abbiamo notato si è istallata nelle nostre società la tematica ecologica e la difesa ambientale. Benché alcuni governi e certi settori interessati neghino il pericolo che comporta la disattenzione all’ecosistema, tutti si vedono obbligati a prendere crescenti misure grazie alla pressione delle popolazioni ogni giorno più preoccupate per il deterioramento della nostra casa comune. Persino i nostri bambini sono ogni giorno più sensibili agli eventuali pericoli. Nei centri di insegnamento più elementari ed attraverso i mezzi d’informazione, si mette attenzione al tema della prevenzione del deterioramento e nessuno può esulare da queste preoccupazioni.

Ma in quanto alla preoccupazione per il tema della violenza portiamo un notevole ritardo. Voglio dire che non si è ancora installata a livello generale e globale la difesa della vita umana e dei più elementari diritti umani. Si fa ancora apologia della violenza quando si tenta di argomentare la difesa e per giunta la “difesa preventiva” contro possibili aggressioni. E non sembra che si sperimenti orrore verso la distruzione massiva di popolazioni indifese. Unicamente quando la violenza ci sfiora nella nostra vita civile attraverso fatti criminali di sangue ci allarmiamo, ma non smettiamo di glorificare i cattivi esempi che avvelenano le nostre società ed i bambini fin dalla più tenera infanzia.

È chiaro che ancora non si è installata l’idea né la sensibilità capace di provocare un ripudio profondo ed una ripugnanza morale che ci allontani dalle mostruosità della violenza nei suoi differenti livelli.

Da parte nostra, faremo tutti gli sforzi necessari per installare nell’ambiente sociale la validità dei temi della Pace e della Non Violenza ed è chiaro che verrà il tempo in cui si susciteranno reazioni individuali ed anche massive. Quello sarà il momento di un cambiamento radicale nel nostro mondo.

Per finire col mio breve intervento vorrei riprendere la “Carta per un mondo senza violenza” proposta dai Premi Nobel per la Pace ed Organizzazioni Nobel per la Pace, con l’obiettivo di dare impulso alle sue proposte durante questa Marcia Mondiale per la Pace e la Non Violenza. Saremo molto onorati di condividerne i principi nelle azioni concrete del fare sociale che sicuramente ci incammineranno verso quel nuovo mondo che abbiamo menzionato.

Nient’altro, molte grazie.

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