Indignazione per l’atteggiamento della popolazione statunitense, dei capi di stato europei e di altri paesi che hanno appoggiato l’assassinio di Bin Laden, ordinato dal tuo governo e per il tuo compiacimento in nome di una presunta giustizia.
Genera dubbi il fatto che non si sia cercato di catturarlo e processarlo per i crimini presumibilmente commessi, l’obiettivo era proprio quello di ucciderlo.

I morti infatti non parlano e il timore era che potesse rivelare delle cose non proprio convenienti per gli Stati Uniti; per questo è stato ucciso, come se ciò servisse a estirpare il problema, mentre in realtà non si è fatto altro che peggiorarlo.

Quando ti consegnarono il Premio Nobel per la Pace, del quale siamo depositari, ti scrissi una lettera nella quale dicevo: “Barack, questo premio mi ha sorpreso molto ma adesso ciò che devi fare è metterlo al servizio della Pace tra i popoli, hai tutte le risorse per farlo, di porre fine alle guerre e iniziare a sovvertire la grave situazione che la tua nazione e il mondo interno stanno attraversando”.

Invece hai fomentato l’odio e tradito i principi stabiliti durante la campagna elettorale di fronte al tuo popolo, come porre fine alla guerra in Afghanistan e in Iraq e chiudere le carceri di Guantanamo e Abu Graib in Iraq; non hai fatto niente di tutto questo, anzi, hai deciso di iniziare un’altra guerra, questa volta in Libia, appoggiato dalla NATO e con la vergognosa risoluzione dell’ONU, un organismo ormai svilito e sottomesso alle velleità e agli interessi delle potenze dominanti.

Il principio fondamentale dell’ONU è la difesa e la promozione della Pace e della dignità tra i popoli. La sua premessa recita: “Noi popoli del mondo…” oggi assenti da questo organismo.
Voglio ricordare un maestro mistico che ha avuto una grande influenza nella mia vita, il monaco dell’Abbazia dei Getsemani in Kentucky, Tomas Merton, che ha detto: “la maggiore necessità del nostro tempo è ripulire l’enorme massa di spazzatura mentale ed emotiva che intacca i nostri pensieri e trasforma la vita politica e sociale in una malattia di massa. Senza questa pulizia domestica non possiamo cominciare e vedere. E se non vediamo, non pensiamo”.

Eri molto giovane Barack durante la guerra in Vietnam, probabilmente non ricordi la lotta del popolo nordamericano per opporsi a quel conflitto.
I feriti e i mutilati sono ancora oggi testimoni delle sofferenze causate da quella guerra.
Tomas Merton diceva, di fronte a un timbro postale che recava la seguente frase: “ L’esercito statunitense è una chiave per la liberta” che nessun esercito è portatore di pace, nessuna nazione ha la chiave di niente che non sia la guerra. Il potere non ha niente a che vedere con la pace. Più aumentano gli uomini del potere militare, più la pace viene violata e distrutta.
Ho accompagnato i veterani della guerra del Vietnam, Brian Wilson e i suoi compagni in particolare, coloro che furono vittima di questa e di tutte le guerre.
L avita ha quel non so che, l’imprevisto e la sorpresa, la bellezza che ci ha donato Dio e che dovremmo proteggere per lasciare alle generazioni future un mondo più giusto e fraterno, ristabilendo l’equilibrio con la Madre Terra.
Se non reagiamo per cambiare la situazione attuale della superbia suicida che sta trascinando i popoli nell’oblio dove muore la speranza, sarà difficile vedere la luce; l’umanità merita un futuro migliore.
Sai che la speranza è come il fiore che cresce nel fango e sboccia in tutto il suo splendore e la sua bellezza.
Leopoldo Marechal, grande scrittore argentino, diceva “dal labirinto si esce dall’alto”.
Ed io credo Barack che dopo aver seguito strade sbagliate, ti trovi in un labirinto senza poter trovare l’uscita e sprofondi sempre più nella violenza, nell’incertezza, divorato da il delirio di potere, trascinato dalle corporazioni, dall’industria militare, e credi di avere il potere assoluto e che il mondo intero debba stare ai piedi degli Stati Uniti perché puoi invadere altre nazioni e imporre la forza delle armi con totale impunità. E’ una realtà dolorosa, ma esiste anche la resistenza dei popoli che non zoppicano di fronte ai potenti.

Sono talmente tante le atrocità commesse dal tuo paese nel mondo, che sarà una sfida per gli storici ricercare e capire i comportamenti, la politica, la grandezza e la piccolezza che hanno portato gli Stati Uniti a coltivare le menti in modo da non vedere altre realtà.
Bin Laden, presunto autore ideologico dell’attacco alle torri gemelle, è stato identificato come Satana che terrorizza il mondo intero e la propaganda del tuo governo lo ha rappresentato come “il fulcro del male” e di questo ti sei servito per dichiarare guerre che servivano all’apparato militare per piazzare i suoi prodotti di morte.
Sai che investigazioni relative al tragico 11 settembre rivelano che l’attentato potrebbe essere frutto di un auto golpe così come l’aereo contro il Pentagono e l’evacuazione preventiva degli uffici delle torri; attentato che fornì il motivo per iniziare la guerra in Iraq e in Afghanistan e ora in Libia. Tutto questo con argomenti falsi e con la superbia del potere che agisce ovviamente per salvare il popolo in nome della “libertà e della difesa della democrazia” e con il cinismo che definisce la morte di donne e bambini come “danni collaterali”. Questo ho visto a Baghdad, durante i bombardamenti della città e dell’ospedale pediatrico, con le morti di quei bambini che furono, appunto, danni collaterali.
Non cerco di giustificare Bin Ladden, sono invece contro ogni forma di terrorismo, sia quello dei gruppi armati che quello di stato che il tuo paese tra l’altro esercita in diverse parti del mondo, appoggiando dittatori, imponendo basi militare e interventi armati, esercitando la violenza per mantenere, attraverso il terrore, la posizione di egemonia mondiale. C’è un solo fulcro del male dunque?
Sarà per questo motivo che i cittadini USA vivono con tanto timore le rappresaglie di chi chiamano il male. Il semplicismo e l’ipocrisia di giustificare ciò che non è giustificabile.
La pace è una dinamica di vita nelle relazioni tra le persone e i popoli; è una sfida alla coscienza dell’umanità, il suo cammino è complicato, quotidiano e speranzoso, un cammino dove i popoli costruiscono la loro propria esistenza e storia. La pace non si regala, si costruisce e questo è ciò che ti manca ragazzo, il coraggio di prenderti la responsabilità storica con il tuo popolo e l’umanità intera.
Non puoi vivere nel labirinto della paura e del potere, disconoscendo i trattati internazionali, i patti, i protocolli, come i governi che firmano ma non ratificano e non tengono fede a nessuno di quegli accordi ma parlano in nome del diritto e della libertà.
Come puoi parlare di pace se ciò che ti preme sono solo gli interessi del tuo paese?
Come puoi parlare di liberà quando nelle carceri hai prigionieri innocenti, a Guantanamo, negli Stati Uniti, in Iraq, a Abu Graib e in Afghanistan ?
Come puoi parlare di diritti umani e dignità dei popoli quanto li violi costantemente e impedisci di ribellarsi a chi non ha la tua stessa ideologia e deve sopportare i tuoi abusi?
Come puoi inviare forze militari ad Haiti dopo il devastante terremoto ma non aiuti umanitari a questo popolo sofferente?
Come puoi parlare di libertà quando massacri le genti del Medio Oriente e diffondi guerre e torture, conflitti interminabili che dissanguano il popolo palestinese e israeliano ?
Barack, guarda in alto dal tuo labirinto, potresti trovare la stella che ti guidi, pur sapendo che non potrai mai averla, come dice Eduardo Galeano.
Cerca di essere coerente nelle azioni, rispetto a ciò che dici, è l’unico modo per non perdere il passo. E’ una sfida.
Il Nobel per la Pace è uno strumento al servizio dei popoli, non della vanità personale.
Ti desidero forza e speranza e mi auguro che avrai il coraggio di cambiare il tuo cammino verso la saggezza della Pace.

5 Maggio 2011

Tradotto da Eleonora Albini