Nuove proteste di piazza sono state disperse questa mattina dalla polizia in Burundi. Nella capitale Bujumbura gli agenti hanno disperso con lacrimogeni almeno un migliaio di persone che avevano risposto all’appello a manifestare delle forze d’opposizione. Secondo alcune testimonianze, anche da parte dei dimostranti vi sarebbe stato un lancio di pietre verso le forze dell’ordine.

Ieri almeno due giovani manifestanti erano stati uccisi quando la polizia aveva usato proiettili veri per disperdere la folla che contestava la ricandidatura del presidente della repubblica in carica, Pierre Nkurunziza, alle elezioni del prossimo giugno. Sulla dinamica dei fatti sono state fornite ricostruzioni contrastanti: secondo le famiglie i due sarebbero stati uccisi dai colpi sparati dalla polizia. Il sindaco di Bujumbura, Saidi Juma ha invece accusato altri “manifestanti” non meglio specificati. Lo stesso uomo politico ha dato notizia dell’arresto di 200 persone in relazione ai disordini. L’attivista d’opposizione Pierre Claver Mbonimpa, da parte sua, ha parlato di altri tre morti, che porterebbero il totale delle vittime a cinque.

L’annuncio della candidatura di Nkurunziza, che ha dato il via alle proteste, era arrivato sabato dopo un congresso straordinario del partito di governo CNDD-FDD. Il presidente sostiene di poter correre per la carica una terza volta contrariamente alla lettera della costituzione – in quanto il primo mandato (2005) gli è stato conferito dal parlamento e non da un voto popolare.

La decisione del CNDD-FDD ha già suscitato, a livello internazionale la reazione del dipartimento di Stato Usa. “Con questa decisione – si legge in un comunicato dell’istituzione – il Burundi perde un’occasione storica per rafforzare la sua democrazia”.