L’umanità è molto consapevole del danno devastante e dell’inquinamento, che ha causato al Pianeta Terra e “anche con questa consapevolezza dobbiamo ancora cambiare le nostre abitudini e modi di agire” ha detto il 22 Aprile 2015 il Segretario Generale dell’ONU, sollecitando le persone a rivedere la loro relazione con la natura e con ogni singolo essere vivente, che essa sostiene.
Nelle sue osservazioni a proposito della Giornata Mondiale della Madre Terra, che viene festeggiata in tutto il mondo il giorno 22 Aprile, Ban Ki-moon ha descritto il Pianeta dell’umanità come “l’unica madre definitiva, un pianeta stupefacente, che da tempo immemorabile ha sostenuto la vita in tutte le sue moltepilici forme”.
La celebrazione di quest’anno, che si estesa dal Marocco all’Uganda, dall’Armenia all’India, segna il 45° anniversario.
“ Questo potrebbe essere l’anno ricordato dai nostri figli e nipoti, come quello in cui noi abbiamo scelto un futuro sostenibile ed elastico sia per la Madre Terra che per coloro il cui sviluppo, fino ad ora, è stato tralasciato. Cogliamo dunque insieme questa storica opportunità” ha aggiunto Ban Ki-moon.

“Ma le decisioni più rilevanti, che ci aspettano nell’immediato futuro, non sono solo per i capi di stato del mondo e per i professionisti della politica.
Oggi, nella Giornata della Madre Terra, chiedo ad ognuno di noi di essere memore delle conseguenze, che hanno le nostre scelte sul pianeta e ciò che queste possano significare per le generazioni future” ha affermato il Segretario Generale dell’ONU.
“ Non tutti sono in grado di fare delle scelte sostenibili, ma per coloro che possono, delle semplici decisioni, come ad esempio passare all’illuminazione a basso consumo energetico e comprare solo ciò che si utilizza, se accumulate tra miliardi di persone nel mondo, possono trasformare il nostro pianeta. Il potere di cambiare parte da noi” ha anche detto il Segretario Generale delle Nazioni Unite.

La dipendenza dell’umanità alla Terra rende il tutto ancora più sorprendente, al punto che “abbiamo permesso al rapido sviluppo del genere umano, spesso irresponsabile, di spezzare così tanti dei delicati ecosistemi, che hanno funzionato in equilibrio armonioso per millenni”.
“Noi siamo sempre più consapevoli del danno che la nostra specie ha prodotto, dall’inquinamento alle risorse in diminuzione, dalle varietà di flora e di fauna per sempre estinte, alla corsa verso punti di non ritorno che possono alterare il modo in cui funziona il nostro pianeta. Sebbene siamo a conoscenza di tutto questo, dobbiamo ancora cambiare le nostre modalità di azione”

“ Come comunità globale abbiamo l’opportunità di fare del 2015, l’anno di svolta nella storia umana” ha ancora enfatizzato.

Potrebbe essere il giorno più significativo nella storia dell’ecologia

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) “Il 45° anniversario della Giornata Mondiale della Terra, potrebbe diventare l’anno più significativo ed esaltante nella storia dell’ecologia. L’anno in cui la crescita economica e la sostenibilità si diano la mano, unendo le forze.
L’anno in cui i leader del pianeta finalmente approvino un solenne trattato sui cambiamenti climatici. L’anno in cui sia i cittadini, che le organizzazioni si liberino delle fonti energetiche fossili e inizino ad investire i propri soldi nelle soluzioni di energia rinnovabile. Questi sono argomenti scottanti e difficili, ma sappiamo che in gioco c’è il futuro del nostro pianeta e la sopravvivenza della vita sulla terra.

“Nella Giornata della Madre Terra abbiamo bisogno che ognunodi voi faccia sentire la propria opinione, ed insieme mostreremo al mondo una nuova direzione. E’ il nostro momento di prendere il comando e i leader del mondo seguiranno il nostro esempio”

Un miliardo di persone vive ancora con meno di 1.25  dollari al giorno. Una delle maggiori controversie, sulla stesura di un trattato, è stata la questione che i paesi sviluppati non hanno nessuna intenzione d’interrompere la crescita economica, non curandosi di quanto possa essere l’impatto ambientale, specialmente da quando gli USA ed altri paesi sviluppati hanno ottenuto d’inquinare a loro gradimento da una posizione di dominio.

Quelli più colpiti dai cambiamenti climatici sono le popolazioni emarginate e a basso tenore di vita. L’isola del pacifico, la nazione Kiribati, per esempio, uno dei posti più poveri sulla terra, è stato il primo paese a dichiarare i suoi territori inabitabili, a causa dell’inalzamento del livello del mare, dovuto ai cambiamenti climatici e ha chiesto aiuto per evacuare la sua popolazione. Se non termineremo di abusare il pianeta, ancora più persone cadranno in povertà e il cibo diverrà sempre più scarso,

Debellare la povertà sulla terra è possibile, ma solo in un mondo dove tutti i paesi s’impegneranno alla creazione di un futuro con basse emissioni di CO2. Abbiamo la tecnologia, ci serve solo la volontà per applicarla. La sostenibilità può essere la risposta allo sviluppo, anzi è la sola possibile.

Più di 400,000 persone si sono riunite, lo scorso settembre, a NYC per la più grande marcia sul clima di ogni tempo. La loro richiesta era d’intraprendere un’azione che partendo dalle strade urbane newyorchesi, si riverberasse in tutto il mondo.
Hanno marciato affinchè i capi di governo riconoscessero le implicazioni catastrofiche dei cambiamenti climatici. Il loro grido di protesta non è risuonato inutilmente. Obama ha infatti detto, nel suo discorso tenuto al vertice sul clima a NYC, proprio quella settimana: “ Non possiamo fare finta di non sentirli. Abbiamo il dovere di rispondere alla loro richiesta”. Facciamo in modo di rendere il 2015 l’anno in cui i nostri leader nel mondo prestino attenzione e rispondano alla nostra chiamata.

Negli ultimi 20 anni ci sono stati una serie di tentativi falliti di creare un effettivo trattato internazionale sull’attenuazione dei cambiamenti climatici.
Nel 1997 fu approvato il primo e più importante accordo internazionale, il Protocollo di Kyoto. Gli Stati Uniti d’America, uno dei maggiori inquinatori, non lo ratificò. Da quel giorno molti vertici e molti sforzi sono stati fatti per giungere ad un accordo, come ad esempio a Rio, a Copenhagen e tutti sono risultati in un grande buco nell’acqua.

Ma a Parigi dovrà avvenire! Capi di governo, multinazionali e coloro con responsabilità nel settore finanziario, leader di organizzazioni no profit dovranno arrivare ad un accordo, che taglierà l’emissioni ed il limite del riscaldamento da noi prodotto a 2° C.

Facciamo del 2015 l’anno in cui i nostri leader ratifichino uno storico e solenne trattato sul clima globale.
Traduzione dall’inglese di Paola Mola