Sassari, 2 luglio 2025 – Un centinaio di cittadini si sono ritrovati lo scorso 2 luglio all’Auditorium dell’Ex-Ma di Sassari, rispondendo all’appello del Comitadu Pro Sa Nurra per un’assemblea pubblica dedicata al tema della colonizzazione energetica e della difesa del territorio. Nonostante il caldo, la partecipazione è stata alta, con interventi di esperti da tutta l’isola e una discussione accesa durata oltre tre ore.

L’obiettivo dell’incontro era chiaro: denunciare il rischio che la Nurra, storica area agricola della Sardegna nord-occidentale, venga trasformata in una “terra a perdere” per effetto della speculazione legata alla cosiddetta transizione verde. Gli impianti eolici e fotovoltaici industriali, proposti da grandi aziende esterne all’isola, minacciano di cambiare radicalmente il paesaggio e l’economia del territorio, senza alcuna forma di consultazione o partecipazione democratica: «Questa non è una battaglia contro le rinnovabili – ha spiegato Lorenzo Scano, uno degli animatori del Comitato – ma contro la logica coloniale che decide sopra le nostre teste. La Nurra non può essere sacrificata in nome del profitto altrui», ha sottolineato dal palco. Secondo Scano, i progetti calati dall’alto non tengono conto della vocazione agricola, storica e culturale della Nurra, né della volontà delle comunità che la abitano: «Siamo qui per ribadire un principio semplice: il nostro territorio non si tocca senza il consenso dei suoi abitanti».

Il dibattito ha toccato tutti i principali fronti di critica: dalla crisi dell’agricoltura sarda – già messa in ginocchio dalla concorrenza sleale e dall’abbandono delle campagne – fino ai rischi ambientali e sanitari derivanti dalla concentrazione di mega-impianti.

L’agronomo Prof. Antonio Farris, buon conoscitore della Nurra ha osservato che non è accettabile sottrarre terre all’agricoltura per produrre energia, terre che dovrebbero essere destinate a colture per le quali la Nurra è vocata, come il grano duro, la vite e l’olivo, colture oggi pressoché assenti.

Piero Atzori, attivista de Su Comitadu pro sa Nurra, ricorda che la Legge 20/2024 vieta l’agrivoltaico di grande taglia nelle Zone E, ma che non ci si può sentire protetti per il divieto di consumo di suolo agricolo contenuto nella Legge 20, perché tale legge è a rischio e non s’intravvede un piano B per impedire la trasformazione delle zone agricole in enormi e demenziali aree industriali per conto terzi.

Il Comitadu Pro Sa Nurra ha annunciato che questo sarà solo il primo passo di un percorso fatto di nuove assemblee, mobilitazioni e campagne di sensibilizzazione nei territori. La lotta alla cosiddetta “speculazione verde” è appena cominciata e punta a coinvolgere sempre più cittadini, amministratori locali, comitati e associazioni.