Il 25 giugno è previsto un carico di missili all’aeroporto civile di Montichiari. L’USB ha proclamato lo sciopero.

Dalle 11,00 presidio e conferenza stampa davanti all’entrata dell’aeroporto. I lavoratori non si sono arruolati, non vogliamo essere complici con le politiche di riarmo, fuori l’Italia da tutte le guerre.

Di seguito il comunicato dell’Unione Sindacale di Base di questi giorni sulla relazione tra lavoro e guerra.

In un momento mai così drammatico e così vicino alla guerra, dopo gli attacchi all’Iran da parte di Israele e USA, mentre è tuttora in atto il genocidio a Gaza e la guerra in Ucraina ancora in corso, nel summit NATO che si terrà a L’Aja dal 24 al 26 giugno verrà deliberato il più grande finanziamento per il riarmo della storia europea di circa 800 mld di €.

L’Europa e il bacino mediterraneo saranno il baricentro di questo enorme traffico di armamenti e tutti i settori dei trasporti del nostro Paese rischiano di essere interessati da questi transiti di morte: porti, aeroporti, ferrovie e tutte le forme di trasporto e logistica.

Non solo, anche l’industria e la ricerca si vedranno coinvolte nella progettazione e costruzione di armamenti e persino la scuola avrà il compito di “educare” alla guerra gli studenti.

USB ritiene che i lavoratori e lavoratrici non possano rimanere inerti di fronte a questa enorme, folle operazione di riarmo voluta dalla Nato e dall’UE contro i voleri dei popoli, né rimanere silenti di fronte alle guerre, alle aggressioni e ai genocidi.

Sulla base di queste evidenze, dopo l’incontro pubblico che si è tenuto alla Sapienza giovedì scorso, 19 giugno, in collaborazione con Ceing, il Centro d’Iniziativa Giuridica Abd El Salam, USB si appresta a lanciare lo sciopero specifico da poter utilizzare ovunque il lavoratore o lavoratrice si troverà di fronte a un’operazione di carico e scarico delle armi o al trasporto di materiale bellico.

Questo deve valere anche laddove vigono le restrizioni della legge 146/90 e sue modifiche, perché riteniamo che trasportare armi non possa in alcun modo essere considerato un diritto costituzionalmente garantito.

Su questo vedremo quale partito politico o istituzione avrà il coraggio di affermare il contrario

Allo stesso tempo, metteremo a disposizione di tutti i lavoratori e lavoratrici, inclusa la ricerca negli enti e nelle università coinvolte in progetti dual-use o esplicitamente finalizzati a tecnologia ad uso bellico, una dichiarazione di obiezione di coscienza che parte da quanto già stabilito e riconosciuto legalmente in Italia.

A breve verranno forniti i riferimenti e il materiale necessario alla corretta applicazione delle procedure di sciopero e obiezione.

Questa è una risposta concreta e collettiva, che passa dall’assunzione di responsabilità di USB insieme alla presa di coscienza dei lavoratori e lavoratrici italiani.

NOI NON LAVORIAMO PER LA GUERRA!