Cisgiordania
Continua l’opera di confisca delle terre palestinesi da annettere alle colonie ebraiche in Cisgiordania.
Nei dintorni della colonia di Ghush Ezyon sono stati confiscati i terreni di 4 villaggi palestinesi per costruire le autostrade di collegamento tra le colonie ebraiche e Gerusalemme.
Nell’ultima settimana il governo Netanyahu ha approvato la costruzione di 1600 unità abitative in Cisgiordania.
Il 2024 è stato l’anno con maggior numero di confische di terre e di costruzione di nuove colonie illegali con delibere diramate dal governo di Tel Aviv.
Scambio prigionieri
È avvenuto ieri lo scambio di prigionieri tra Hamas e Netanyahu.
Sulla spiaggia di Deir el-Balah, i combattenti palestinesi in uniforme e con il viso coperto, hanno issato un palco nel quale sono stati condotti gli ostaggi e svolgere la cerimonia di consegna con la Croce rossa internazionale, firmandone i verbali.
È una dimostrazione di forza.
Sul palco era esposto uno striscione con la scritta: “Ci siamo ora e ci saremo anche nel giorno dopo la guerra”.
Prima del rilascio, Brigate Qassam hanno pubblicato un video con i tre ostaggi all’interno di un tunnel.
I tre uomini israeliani sono apparsi dimagriti rispetto agli altri ostaggi rilasciato nei precedenti scambi.
Non riferiamo le parole degli ostaggi di elogio ai combattenti di Hamas e di condanna alla condotta del governo israeliano, perché riteniamo non siano parole pronunciate in libertà.
Al loro arrivo in Israele, le visite mediche alle quali sono stati sottoposti, secondo le rivelazioni della stampa israeliana, hanno avuto esito positivo, “non sarebbero necessarie cure particolari, ma soltanto di una dieta più ricca per riprendere peso”.
I 183 detenuti palestinesi rilasciati dalle carceri israeliane hanno testimoniato invece sulle dure condizioni di trattamento carcerario israeliano.
Sono apparsi dimagriti, zoppicanti, con il viso tumefatto e soggetti a molte malattie.
I detenuti arrivati a Ramallah sono stati accolti da una folla festante, ma per sei di loro si è rivelato necessario il ricovero ospedaliero per le gravi condizioni di salute.
Le loro prime testimonianze sono terribili.
Torture e maltrattamenti nelle celle, senza nessun motivo.
Privazioni del cibo e dell’acqua e soprattutto nessuna cura e nessuna possibilità di lavarsi per lunghi mesi.
In un’intervista tv, un detenuto appena liberato è apparso in pessime condizioni di salute, non riusciva a tenersi in piedi, ha raccontato che è stato ridotto in tale stato a causa delle “punizioni gratuite degli aguzzini, che facevano irruzione nelle celle di notte e picchiavano i detenuti con barre metalliche sulle ginocchia e caviglie.
Lasciavano danni permanenti, senza il rischio di uccidere”.
Appello per il dott. Abu Safiya
Oggi l’avvocato Nasser Odeh dovrebbe aver accesso al carcere di Ashkelon in visita del dott. Hussam Abu Safiya.
Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan, preso in ostaggio dall’esercito israeliano, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione.
Fino ad oggi non si è saputo nulla delle reali condizioni di prigionia del coraggioso medico, che non ha abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite.
Il duo Trump-Netanyahu
Dopo le strampalate idee di costruire sulle spiagge di Gaza resort di lusso per ricchi internazionali, con gestione statunitense della Striscia dopo il ritiro dell’esercito di occupazione israeliano, adesso è lo stesso Netanyahu a lanciare provocazioni.
In un’intervista tv ha dichiarato che se Riad è favorevole alla creazione di uno stato palestinese, “lo potrebbe ospitare nel suo vasto territorio. Non permetterò mai la creazione di uno stato palestinese sulla terra di Israele”.
Un’altra minaccia di deportazione.
Mentre le cancellerie dei paesi della Nato non hanno aperto bocca su una grave proposta del genere e continuano a rimasticare la frase senza senso della soluzione dei due stati (senza senso, perché non hanno mai riconosciuto lo stato palestinese e all’Onu hanno votato contro o si sono astenuti), in tutti i paesi arabi e islamici si è sollevata una condanna unanime.
È un attacco alla sovranità di un paese membro dell’Onu e una violazione della legalità internazionale”, ha detto il governo egiziano.
La stampa araba influente sostiene che Netanyahu agisce contro gli accordi di Abramo.
Libano
Il premier in carica Salam ha annunciato insieme al presidente Aoun di aver raggiunto un accordo per la formazione del governo.
La quadratura del cerchio è stata possibile grazie alla mediazione del presidente del Parlamento Berri che ha indicato, su proposta di Hezbollah, il 5° ministro sciita nella persona di un economista noto a livello internazionale, Fadi Makki.
L’interferenza statunitense e saudita negli affari libanesi è stata neutralizzata e il governo che nascerà sarà l’espressione di un blocco di unità nazionale.
Siria
Nel quartiere Tadhamoun della capitale Damasco si è svolta ieri la prima manifestazione contro il nuovo regime islamista.
Migliaia di cittadini hanno sfilato davanti alla sede delle forze di sicurezza per contestare il rilascio dii un ex aguzzino del regime, un certo Fadi Saqr.
Il personaggio era noto nella zona per le sue azioni contro la popolazione con arresti e l’imposizione di taglieggiamenti economici su tutte le attività commerciali.
“Si era arricchito a spese delle famiglie dei detenuti politici”, diceva un cartello.
Saqr è stato lasciato libero dopo una transazione con la nuova centrale dei servizi di sicurezza di Tahrir Sham.
La gente sospetta che il personaggio abbia pagato per ottenere la libertà di azione.
Sudan
L’esercito sudanese avanza nella capitale conquistando quartieri che prima erano nelle mani delle milizie.
Lo affermano i militari, ma lo confermano anche i comitati di resistenza popolare, organismi che si battono contro la guerra dei due generali, Burhan e Hamidati, e per un governo civile.
Secondo il Sudan Tribune, l’esercito ha preso il controllo di una cittadina nella provincia centrale di Al-jazira e ha respinto un attacco con droni sulla località di Dobbi, a 300 km a nord della capitale.
Una fonte dell’esercito ha detto che sono stati abbattuti 300 droni lanciati dalle milizie per colpire una centrale elettrica.
Infuria anche la battaglia in Darfur, attorno alla città di Al-Fasher, assediata dalle milizie per completare il controllo su tutto la provincia martoriata.