Secondo due recenti studi, l’inquinamento dell’aria in Italia non solo è stato determinante per l’incremento dell’incidenza del tasso di infezione del COVID, ma ad esso è associabile l’8% della mortalità da Covid, pari a circa 10mila morti in più che si potevano evitare qualora la qualità dell’aria fosse stata nei limiti indicati dall’OMS. Limitare il traffico anche per ridurre drasticamente l’inquinamento nelle nostre città è diventata un’assoluta priorità.

A Bologna nell’ambito di MobilitARS è stata di recente presentata una proposta di legge sulle Città 30, promossa dalle associazioni Legambiente, FIAB, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities, Asvis, Fondazione Michele Scarponi, redatta da Andrea Colombo (ex Assessore alla mobilità di Bologna ed esperto di mobilità sostenibile e sicurezza stradale).

Si tratta di 18 articoli che puntano a: tutelare la vita umana e aumentare la sicurezza stradale; promuovere la mobilità sostenibile; tutelare l’ambiente e il clima; incentivare la qualità e la democrazia dello spazio pubblico, nonché la qualità della vita degli abitanti; riscoprire la dimensione di prossimità; valorizzare l’economia di vicinato. Per la prima volta viene introdotta una definizione normativa di Città 30, che prevede quattro punti: l’applicazione generale del limite massimo di velocità di 30 km/h su tutte le strade urbane salvo quelle a scorrimento veloce a 50 km/h; l’adeguamento dell’infrastruttura stradale per la moderazione del traffico e della velocità; il rafforzamento dei controlli sul rispetto delle regole di comportamento in strada; campagne di educazione, informazione e comunicazione rivolte alla cittadinanza e a tutti gli utenti della strada.

La proposta di legge, mutuando l’esperienza del codice della strada del Regno Unito, introduce il principio di gerarchia delle responsabilità degli utenti della strada, secondo il quale i conducenti dei veicoli che, per massa e velocità, possono causare i danni maggiori in caso di collisione hanno la massima responsabilità di prendersi cura e ridurre il pericolo per gli utenti più vulnerabili della strada: questo vale in particolare per i guidatori di veicoli a motore tra loro in proporzione e verso gli utenti non motorizzati, e per i ciclisti verso i pedoni. Punto fondamentale della proposta – sotto il profilo della regolazione- è l’inversione fra regola ed eccezione nei limiti di velocità urbani rispetto ad oggi: al posto dei 50 km/h validi in generale salvo le “zone 30”, la norma in città diventano i 30 km/h (in tutte le strade classificate dai Comuni come di quartiere, interzonali e locali), salvo solo gli assi di scorrimento veloce a 50 km/h (strade che devono avere almeno quattro corsie, due per ogni senso di marcia). La proposta di legge dà ai Comuni un anno di tempo per introdurre i nuovi limiti dentro il centro abitato, dotandoli contestualmente anche degli strumenti necessari, con forti semplificazioni rispetto alla normativa attuale e anche fondi ad hoc.

Vengono eliminati limiti e autorizzazioni ministeriali per eseguire interventi di modifica fisica delle strade per far rallentare le macchine: potranno essere installati e realizzati liberamente, come avviene nel resto d’Europa, dossi e rialzi, pavimentazioni colorate, chicanes, restringimenti centrali o laterali della carreggiata, isole salvagente, ampliamenti dei marciapiedi, arredo anche verde, etc..

Viene invece ampliata la possibilità di utilizzo della tecnologia per i controlli. Gli autovelox potranno essere montati senza più autorizzazione del Prefetto e non più solo in caso di incidenti già avvenuti, ma anche in via preventiva. L’uso delle telecamere viene esteso ad altre violazioni pericolose, come la guida al cellulare o la mancata precedenza sulle strisce pedonali. Per ciò che attiene, invece, al livello economico, viene stabilito che almeno il 15% dei fondi stanziati nel bilancio dello Stato per il Piano nazionale della sicurezza stradale dovranno essere destinati ogni anno ai Comuni specificamente per applicare la Città 30, finanziando ad esempio la segnaletica e gli interventi infrastrutturali di moderazione del traffico e della velocità. Comuni che avranno la facoltà di limitare il traffico, con ZTL e altre misure analoghe, non più soltanto per le esigenze di tutela dall’inquinamento, ma anche per finalità preventive di riduzione della quantità e gravità di scontri e investimenti stradali in città, imponendo anche obblighi come l’installazione a bordo veicolo di sistemi di adattamento automatico della velocità ai limiti.

Infine, i Comuni dovranno realizzare attività e campagne di educazione, informazione e comunicazione pubblica rivolte a tutta la cittadinanza e a tutti gli utenti della strada in materia di sicurezza stradale, di mobilità sostenibile e di applicazione della Città 30. Sulla scia dell’esperienza francese, la proposta di legge prevede in questo senso che le pubblicità delle auto dovranno contenere anche un messaggio promozionale per incoraggiare la guida sicura e l’uso della mobilità sostenibile, a rotazione tra: “Per i tragitti quotidiani, usa i mezzi pubblici”; “Per gli spostamenti brevi in città, scegli di camminare o andare in bicicletta”; “Prendi in considerazione l’uso condiviso dell’auto”; “Quando guidi, rispetta i limiti di velocità, non distrarti e da’ sempre la precedenza”. Ora la palla passa al Parlamento.

Nei giorni scorsi migliaia di bambine e bambini sono scesi in strada per rivendicare “Strade e piazze scolastiche”. In un volantino distribuito dalle bambine e dai bambini della scuola dell’infanzia “Mappa…Mondo” di Roma (una delle migliaia che in Italia hanno partecipato a Streets For Kids) era scritto: “1. Cosa vediamo nel percorso casa-scuola, che di solito va dai 200 metri ai 2 chilometri? Se a piedi: marciapiedi dislivellati, sporchi, non sfalciati e con ostacoli; Se in bici: assenza di piste ciclabili; Se in bus: assenza del trasporto scolastico dedicato; Se in auto: genitori in ansia che poi parcheggiano in doppia fila, davanti al cancello di scuola, sulle strisce pedonali, sulla fermata del bus. 2. Cosa accade davanti al cancello della nostra scuola e nel raggio di 500 metri negli orari di entrata e uscita dalla scuola? Ingorghi, traffico, smog, inquinamento acustico, parcheggio selvaggio, velocità superiore ai 30 km all’ora, assenza totale di rispetto del codice della strada”.

Un’altra città è possibile! Lo dobbiamo alle nostre bambine e ai nostri bambini. Città 30” e “Strade scolastiche” rappresentano le prime tappe del necessario e urgente percorso di ripensamento radicale dei nostri centri urbani.

Qui la presentazione della proposta di legge per lo sviluppo di Città 30.