Palermo inizialmente non era inclusa nel percorso della Staffetta, che avrebbe dovuto attraversare solo la Sicilia orientale. Ma l’interesse a partecipare all’iniziativa da parte del locale movimento per la pace ha spinto l’organizzazione ad includere una tappa nella città di Palermo ed una iniziativa a Cinisi, all’interno del Programma del 45°anniversario dell’omicidio mafioso di Peppino Impastato. Qui si è svolto un flash mob presso Casa Felicia, che prende il nome dalla madre di Peppino, la quale si è sempre battuta per preservare la memoria del figlio e portare avanti la sua lotta contro il potere mafioso e guerrafondaio.

 

A Palermo una catena umana, promossa dalla Casa del Popolo Peppino Impastato e dal Presidio Donne per la pace è partita dalla Statua della Libertà, monumento ai caduti e luogo simbolo, da più di un anno sede dei presìdi delle donne (e non solo) contro tutte le guerre del pianeta, con le parole “Fuori la guerra dalla Storia”, che costituiscono un radicale cambio di prospettiva rispetto alla cultura patriarcale dominante, che ritiene la guerra ‘inevitabile’. 

 

 

La catena umana, punteggiata di bandiere arcobaleno, si è svolta per circa 4 km lungo l’asse della via Libertà fino alla Prefettura, guidata da Vauro, che ha spiegato, con altre/e, le ragioni dell’iniziativa  e la necessità di aggregare tutte le cittadine e cittadini consapevoli che “La pace non si fa con le armi ed ogni guerra prepara la prossima”.

 

Infine una bandiera della pace è stata consegnata ai funzionari della Prefettura, per significare la volontà – finora inascoltata – di spingere il governo a cercare la vera Pace  e non il coinvolgimento militare dell’Italia nei conflitti, che apportano benefici solo all’industria bellica.

Negli interventi è stato sottolineato che la Sicilia è già piattaforma di guerra al servizio della NATO, ma soprattutto degli Stati Uniti, che qui hanno attivissime basi a Sigonella e a Niscemi, con il sistema satellitare MUOS, contro cui si batte da anni il Comitato NoMuos.

 

Immagini: Virginia Dessy, Fausta Ferruzza, Gaspare Semprevivo e Giacomo Di Carlo
testo: Fausta Ferruzza