Sono passate tre settimane dalla battaglia di Sainte-Soline. Gli scontri, il violentissimo corpo a corpo, la gragnola di lacrimogeni sparati a migliaia e ad altezza d’uomo, la brutalità delle FFOO francesi contro le migliaia di attivisti provenienti da ogni parte d’Europa che hanno risposto alla chiamata de Les Soulèvements de la Terre per protestare contro l’ennesimo mega-bacino in costruzione nel dipartimento Deux-Sèvres, nella regione della Nuova Aquitania. Non più di 6.000 secondo il Governo, 30.000 secondo chi c’era… E tra chi c’era abbiamo registrato il significato di quella particolare giornata, nel contesto delle tante mobilitazioni in corso da settimane in Francia, con la testimonianza di uno studente di Bologna.

Due giorni fa, 12 aprile, il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto esprimersi circa la richiesta prontamente avanzata dal Ministro degli Interni Gèrald Darmanin, di scioglimento del movimento LSdlT, individuato come principale responsabile dei disordini, tra l’altro reiterati, perché c’era già stata una grossa mobilitazione alla fine di ottobre.

Senonché, lungi dal procedere al decreto di scioglimento, il Consiglio dei Ministri si è riservato di valutare. “Abbiamo bisogno di un supplemento di indagini per completare il dossier” ha spiegato alla stampa il portavoce del governo Olivier Vèran.

Verdetto dunque rimandato al prossimo 20 aprile, mentre la galassia dei movimenti ambientalisti che più che mai in queste settimane si sono mobilitati per esprimere il loro sostegno ai Les Soulèvements de la Terre, festeggiano: non solo per la vittoria di questo primo round contro il Ministro Darmanin, ma per l’uscita dall’ospedale di uno dei due attivisti che erano stati ricoverati in condizioni gravissime. “Bonne Nouvelle!!” riporta un odierno post sulla loro pagina Facebook . “Mickaël, 34 anni, uno dei manifestanti che era stato gravemente ferito alla trachea durante gli scontri di Sainte-Soline, è fuori ospedale…”

Mentre rimangono purtroppo invariate le condizioni dell’altro compagno, Serge, ricoverato per trauma cranico e tuttora in coma all’ospedale di Poitier. I suoi genitori avevano diffuso nei giorni scorsi una lettera davvero commovente, per la totale adesione alle ragioni della protesta nonostante le circostanze – e senza sconti nel denunciare la violenza spropositata delle FFOO, le responsabilità da più parti documentate nell’ostacolare i soccorsi ai feriti.

“(…) Ringraziamo tutti coloro che hanno mostrato il loro sostegno e la loro solidarietà, ringraziamo le decine di migliaia di compagni che hanno manifestato nelle strade, davanti alle prefetture (…), ringraziamo tutti coloro che hanno soccorso i feriti durante gli scontri (…) Siamo solidali con tutto ciò che Darmanin vuole sradicare, sciogliere, rinchiudere, mutilare – dal movimento per le pensioni ai comitati anti-repressione, dalle future ZAD al movimento dei blocchi. Il terrorismo e la violenza dello Stato, non di coloro che si oppongono a questo ordine distruttivo…” queste le parole diffuse dai genitori di Serge in data 4 aprile, invitandoci a diffondere il più possibile. Ma appunto oggi è già il 14 aprile e Serge resta in coma, “sta lottando per la sua vita con la stessa forza con cui lotta contro un ordine sociale il cui unico scopo è mantenere la ferrea presa sugli sfruttati.” Vicinanza …

In compenso è diventato virale un breve video, poco più di 4 minuti, diffuso nei giorni scorsi da un certo Vincent Verzat, che sui social si firma Partager C’est Sympa (Condividere è bello) e che a nostra volta siamo felici di poter condividere sottotitolato in italiano, grazie al lavoro di Marioluca Bariona.

“Darmanin pretende di sciogliere immediatamente  Les Soulèvements de la Terre” inaugura la carrellata lo stesso Vincent. “Ma né la speranza né il coraggio si possono sciogliere” gli fa eco l’attivista Camille Etienne. Seguono le immagini di quel giorno che ha segnato un osceno spartiacque tra ciò che fino a ieri si poteva chiamare attivismo ecologista e la cruda realtà della repressione, della caccia all’attivista a suon di randellate, del tiro al piccione contro la folla disarmata, migliaia di persone a malapena in grado di proteggersi dal veleno dei lacrimogeni con quelle mascherine ‘chirurgiche’ che abbiamo tutti indossato durante la pandemia – inseguiti come topi, colpiti da tutte le parti, per ore.

“Noi siamo contadine e contadini che coltivano la terra per le generazioni future mentre altri la saccheggiano per profitti immediati” prosegue Morgan Ody coordinatrice generale per la Francia de La Via Campesina.

“Siamo giovani consapevoli che il nostro futuro si gioca adesso… pronti a scongiurare le devastazioni di Lafarge, Monsanto, Vinci, e dei loro complici” incalzano le voci di Lola Kerarone e Léna Lazare, portavoce di Youth for Climate.

E così via: sullo sfondo di scene di scontri e ogni genere di manifestazioni verificatisi ultimamente a Sainte-Soline come in tante altre località francesi, i volti, le voci, i nomi, le affiliazioni di chi nonostante la più brutale repressione, non ha intenzione di ritirarsi, e anzi è più che mai convint* della necessità di unirsi e moltiplicarsi, per essere sempre più solidamente Fronte Comune contro chi continua a depredare le risorse del pianeta terra.

Giornalisti, sindacalisti, giuristi, studenti, artisti, scrittori, filosofi, ricercatori, uomini e donne di spettacolo, semplici cittadini, esponenti di migranze dalle ex colonie: alcuni di loro erano l’altra sera sul palco di un’affollatissima assemblea organizzata a Parigi da quattro diversi media tra cui Reporterre (serata visibile anche in streaming su You Tube) programmata proprio per coincidere contro quel verdetto di probabile scioglimento – che però è stato sorprendentemente differito.

“Speriamo che il Governo si stia rendendo conto dell’insostenibilità di questa richiesta di scioglimento per quella che in effetti non è neppure un’associazione, bensì un movimento quanto mai variegato e composito che fin dalle fasi iniziali, nel gennaio del 2021, ha convintamente affermato questa identità plurale, mosaico di proteste, espressione delle voci-contro dai più diversi territori della Francia rurale minacciata dall’agro-business” è stato il commento di Aïnoha Pascual, che fa parte del team legale che sta assistendo gli attivisti identificati come ‘responsabili’ dei SdlT.

Opinione reiterata proprio oggi sul quotidiano Le Monde con un lungo articolo firmato da Romain Geoffray che senza mezzi termini si chiede “Ma davvero il governo francese potrebbe dissolvere LsdlT?”: in cui apprendiamo come, secondo una certa legge del 1 luglio del 1901 (!) “la libertà d’associazione è molto protetta in Francia (…) E per di più i Soulevements de la Terre non possono neppure essere considerati una vera e propria associazione, ma un movimento che raggruppa un centinaio di organizzazioni e collettivi (tra cui Confederation PaysanneLes Amis de la Terre France, Attac, Youth for Climate, Exctintion Rebellion, solo per citarne alcune) e una quantità di adesioni a titolo personale ecc ecc”

E insomma anche l’autorevole Le Monde sottolinea l’identità “eterogenea e composita”, di grande e orizzontale alleanza dei SdlT, come conferma l’ampia adesione (80 mila firme in pochi giorni) alla petizione che è stata fatta circolare subito dopo i fatti di Sainte-Soline. “In caso di dissoluzione dei SdlT, possiamo immaginare che lo Stato possa perseguire migliaia di persone e decine di associazioni che continueranno a reclamare la loro appartenenza al movimento? Non ci sembra credibile” è di nuovo il parere dell’Avv. Aïnoha Pascual, che con il collega Raphaël Kempf ha inviato al Ministero degli Interni ben dieci pagine di argomentazioni in netta contrarietà rispetto alle accuse di eco-terrorismo.

E dunque, possiamo sperare che l’iniziativa di Darmanin si riveli un clamoroso autogol, considerando il crescendo di adesioni e iniziative che i SdlT stanno registrando in ogni parte della Francia? Aspettiamo il 20 aprile per capire come andrà.

Quanto al crescendo di attivismo e appuntamenti non ci sono dubbi:

  • domenica prossima l’appuntamento sarà a Montreuil
  • il 19 aprile sarà la volta di Rennes
  • il 22/23 aprile manifestazione contro l’autostrada Castres-Toulouse
  • il 5/6 maggio tutti a Rouen
  • Il 10/11 giugno corteo a Saint-Colomban
  • e il 17 giugno saranno/saremo tutte e tutti in Maurienne, contro quell’infinita devastazione, quel continuo ecocidio su entrambi i fronti dell’arco alpino che è il cantiere della TAV

perché come conclude il video realizzato da Partager c’est Sympa e che anche noi condividiamo “non si scioglie un movimento molteplice e vitale” (voce del  regista e poeta Cyril Dion), “non si dissolve una rivolta” (voce della filosofa Virginie Marsi, direttrice di ricerca al CNRS), “non si vanifica un’idea il cui momento è arrivato” (voce di Philippe Descola, antropologo) ed è per questo che “noi siamo … tutti e tutte … Les Soulèvements de la Terre, i Sollevamenti della Terra”.

 

pubblicato anche su SerenoRegis