Sappiamo che:

  • La Natura funziona per cicli: non esistono né “risorse” né “rifiuti”;

  • In Natura non ci sono due esseri, né entità uguali (neanche due foglie);

  • La Natura ha tempi di variazione dell’ordine di milioni di anni. Nei tempi “nostri” è praticamente stazionaria, cioè il suo complesso globalmente visto dall’esterno non varia se non con piccole oscillazioni;

  • La Natura è un sistema ad altissimo grado di complessità, con un numero enorme di variabili;

  • Le capacità omeostatiche della Terra si basano sulla biovarietà;

  • Nei fenomeni che avanzano con legge esponenziale: quando gli effetti si manifestano visibilmente, manca poco alla fine del “fenomeno”.

La civiltà industriale-tecnologica:

– funziona in modo “aperto”, cioè preleva risorse e produce rifiuti;

– fa le cose “in serie” per ottenere molti “oggetti” uguali in grande numero;

  • ha tempi dell’ordine di pochi decenni perché si manifestino variazioni notevoli;

  • ha come base il sistema economico, che ha una sola variabile (il denaro);

  • distrugge la biovarietà;

  • nel suo complesso avanza con legge esponenziale.

Inoltre, la civiltà industriale-tecnologica:

  • fa parte di una cultura di una sola fra i trenta milioni di specie che, insieme a tutte le relazioni organiche/inorganiche, costituiscono la Natura Terrestre, che ha 3-4 miliardi di anni. Comunque è parte integrante del Sistema più grande;

  • è un modo di vivere di una particolare cultura umana (l’Occidente) iniziato due o tre secoli fa;

  • si è autoproclamata il progresso, ha invaso tutto il mondo e distrutto le altre culture umane.

Ora, ecco le domande:

  • Quanto tempo può durare ancora la civiltà industriale-tecnologica?

  • In che modo finirà?

  • Quanto durerà il transitorio (traumatico?) verso i nuovi modelli che seguiranno?

 

Guido Dalla Casa