>  glocalnews sulle soggettiv₳zioni del meticciato meridionale  <

 

Progetto Mem.Med-Memoria Mediterranea: I^ Rapporto sulle attività di ricerca e identificazione delle vittime della frontiera del Mediterraneo (2022/2023)

La metà delle persone migranti scomparse – disperse o decedute – lungo le rotte migratorie globali si concentra nel Mediterraneo centrale, la rotta più letale al mondo. Questo triste primato è conseguenza di politiche migratorie europee di confinamento – sempre più securitarie – che hanno legittimato nel corso degli anni respingimenti e violenze e normalizzato la morte in frontiera di migliaia di persone. Il Rapporto 2022/2023 di Mem.Med Memoria Mediterranea – Mémoire Méditerranée sintetizza non solo il lavoro annuale ma decennale nell’ambito della ricerca e identificazione delle vittime delle frontiere del Mediterraneo e nelle azioni di memoria e richiesta di giustizia, ad opera delle realtà costituita da Borderline Sicilia, Cledu, Carovane Migranti, LasciateCIEntrare, Rete Antirazzista Catanese, Watch The Med AlarmPhone.

approfondimenti

 

“Decreto Migranti produrrà solo danni per il Paese”. Le dichiarazioni del coordinatore del Tavolo Asilo in Commissione Affari Costituzionali: “Per combattere i trafficanti bisogna introdurre canali d’accesso legali”

“La strage di Cutro meritava un intervento legislativo volto a fermare la strage e a consentire alle persone di attraversare le frontiere legalmente e in sicurezza. Il DL 20/2023 non persegue nessuno di questi obiettivi che avrebbero giustificato un intervento urgente”. Queste le dichiarazioni di Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione dell’Arci e coordinatore del Tavolo Asilo e Immigrazione, nel corso dell’audizione in Commissione Affari costituzionali del Senato sul DL Migranti. Ha proseguito Miraglia: “Per combattere i trafficanti  bisogna introdurre canali d’accesso legali e il DL non lo fa, ma si limita a un intervento inutile sui decreti flusso, perché ribadisce cose già presenti nel Testo Unico sull’immigrazione. L’unico intervento urgente per impedire le stragi è organizzare subito un programma di ricerca e salvataggio, chiedendo su questo innanzitutto aiuto all’Europa, cosa che il governo non ha fatto”. Inoltre, in una nota diramata alla stampa dal coordinatore del Tavolo Asilo e Immigrazione si sottolineano le urgenze che il provvedimento del governo elude. Infatti, si fa rilevare nella nota che è urgente “far funzionare il sistema d’accoglienza e gli uffici immigrazione delle Questure che registrano ritardi e inadempienze intollerabili. Programmare gli interventi e finanziarli adeguatamente, senza inseguire obiettivi propagandistici che negli ultimi 20 anni tutti hanno enunciato senza raggiungerli”

per la lettura integrale 

 

Parata bellica dei Marines USA di Sigonella in un istituto scolastico siciliano

Il 17 marzo una folta delegazione di donne in uniforme appartenenti alla Marina militare USA di stanza nella base aeronavale siciliana, accompagnate da donne Carabinieri e del 41° Stormo dell’Aeronautica Militare italiana è stata ospite del Liceo “Ettore Majorana” di San Giovanni la Punta (Catania) per incontrare gli studenti e celebrare il “Women’s History Month”. La ricorrenza del “Mese dedicato alla Storia delle Donne” è stata istituita nel 1987 dal Congresso USA per ricordare “i traguardi raggiunti dalle donne americane nel corso della storia degli Stati Uniti in diversi ambiti e settori”. Annualmente una serie di iniziative è promossa dal Comando di US Navy di Sigonella: stavolta è stata l’occasione di “occupare” il liceo catanese.

articolo integrale

 

Palestina, un assordante silenzio! Alla luce degli ultimi venti ed eventi di guerra si richiama la questione palestinese

Palermo, venerdì 24 ore 18:15 – Casa del Popolo “Peppino Impastato” (Via Isidoro la Lumia,56)

Sui diritti del popolo palestinese è calato nel nostro paese, un silenzio assordante della politica e spesso nella società; ciò che è riconosciuto ad altri popoli: il diritto ad una patria, ad uno Stato sovrano, è, di fatto, negato alla Palestina. Mentre è in corso un sanguinoso conflitto nel cuore dell’Europa, sembra che tutto ciò che viene condannato, ogni giorno dai media occidentali, sia invece legittimo se messo in atto dai governanti israeliani, con i quali il governo italiano sembra stia stabilendo un rapporto privilegiato. Di tutto questo vogliamo discutere per tentare di riportare la questione palestinese nell’agenda delle forze democratiche e solidali. Senza il diritto all’autodeterminazione il medio oriente continuerà a vivere una precaria instabilità.
Vogliamo, inoltre, interrogarci sul ruolo crescente che le relazioni Italo israeliane stanno assumendo in questo contesto di conflitto generalizzato. Interverranno con ZAHER DARWISH (attivista palestinese di “VOCI NEL SILENZIO CON LA PALESTINA”)
altri esponenti della comunità palestinese di Palermo

 comunicato originale

 

FUORI LA GUERRA DALLA STORIA. Presidio donne per la pace al Teatro Massimo

Palermo, venerdì 24 ore 17.00  – piazza Verdi  

Anche le parole sono vittime di  guerra. E non si tratta di una novità.  Gli ossimori perfetti della “guerra umanitaria”, di quella “etica” e di  quella “preventiva”, i “danni  collaterali” e le “bombe intelligenti”, hanno caratterizzato, dai tempi del  Kosovo e dell’Iraq, una strategia comunicativa di dis-informazione che ha mostrato con evidenza di cosa si tratta: un  tragico inganno. Anche nel caso dell’Ucraina il ritornello non è cambiato; da un anno assistiamo ad  una modificazione dell’uso delle parole per riscrivere o attenuare una realtà  scomoda, per segnare una linea di separazione tra consenso e dissenso, in Russia  come in Occidente.  Così la Russia ha fin dall’inizio rinominato la guerra e l’aggressione “operazione  militare speciale”, mentre il fronte a sostegno dell’Ucraina, con l’invio di armi e tutte  le azioni compatibili con un coinvolgimento non diretto, è in guerra senza dirlo in una “guerra per la pace”.  Così chi ha preso posizione per affermare la necessità di far tacere le armi e riportare  al centro la politica e la diplomazia, ha subito l’accusa di indifferenza e equidistanza,  se non addirittura di essere a favore di Putin, un’altra cosciente manipolazione e  distorsione di senso.  Va in questa direzione di attribuire nuovi, ingannevoli significati anche l’istituzione,  appena annunciata dal ministro Crosetto, di un comitato per promuovere una nuova  “cultura della difesa“, ennesimo atto di un processo già avviato da anni e finalizzato  a far penetrare la cultura militarista nel contesto sociale, culturale e nelle scuole del  nostro paese.  E’ fondamentale allora continuare sia l’opera di sensibilizzazione volta a contrastare  tutte le voci che tentano di legittimare la guerra nelle menti e negli animi, sia  l’impegno a che la “forza della ragione” cancelli la “ragione della forza” perché di  “preventiva” resti solo la pace. 

UDIPALERMO – Le Rose Bianche – Donne CGIL Palermo – Coordinamento  Donne ANPI – Emily – Donne Caffè filosofico Bonetti – Fidapa sez. Palermo  Felicissima – Il femminile è politico – #governodilei – Donne no Muos no war  – CIF – Le Onde – Arcilesbica 

 

Associazione “Mala Fimmina”: una rete di alleanza nella Sicilia orientale

Catania, domenica 26 ore 18:00 – Legatoria Prampolini (via Vittorio Emanuele II, 333)

Transfemminista e meridionalista, il nostro è un progetto nato due anni fa sui social sotto la spinta di Claudia Fauzia, che adesso ha assunto un’identità collettiva. Dopo una prima presentazione a Palermo, vogliamo raccontare il nostro progetto e dar vita a reti di alleanza nella Sicilia orientale. Il nostro obiettivo è quello di creare una forte identità femminista siciliana: siamo convinte infatti che la marginalità geografica e simbolica della nostra isola possa essere uno spazio radicale di possibilità e di resistenza. Attraverso l’organizzazione e la promozione di eventi formativi e informativi, la Mala Fimmina intende promuovere da un lato l’uguaglianza di genere e di orientamento sessuale, dall’altro la socializzazione di conoscenze, esperienze e analisi circa il divario socio-economico tra il Nord e il Sud Italia in ottica femminista e decoloniale. L’associaizone Mala Fimmina, pertanto, si propone come luogo di incontro e scambio, al fine di creare opportunità di confronto, trovare nuove soluzioni e creare reti di sorellanza, rafforzando la capacità della comunità transfemminista siciliana di incidere sulla realtà.

nota

 

Assemblea di gestione dell’Officina del Popolo per il mutualismo conflittuale

Palermo, domenica 26 ore 16:00 – Officina del Popolo (Via Giacomo del Duca 4)

Siamo una realtà politica che lavora quotidianamente nel territorio, con attività di mutualismo conflittuale. Da ormai quasi un anno lavoriamo ogni giorno per cercare di ribaltare le contraddizioni del sistema capitalista che ci opprime quotidianamente.  Le attività partite fino a questo momento sono:  Doposcuola popolare;  Laboratorio Semola (Laboratorio ludico ricreativo per i bambini del quartiere); Sportello contro lo sfruttamento; Sportello per l’emergenza abitativa ASIA-USB; Corso di difesa personale; Corso di scherma corta siciliana. Questo sistema ci educa all’agire individuale, al guardare unicamente al nostro orticello e al massimo nel guardare il prossimo con competizione. Vogliamo dimostrare che un sistema alternativo esiste, che solo con l’organizzazione e la condivisione, è possibile immaginare un mondo e un futuro differente.

comunicato

 

Difesa del Paesaggio, dell’Ambiente e del Patrimonio immateriale dello Stretto. Assemblea NoPonte: per una valutazione collettiva, pubblica, in piazza

Messina, 26 domenica 26 ore 10:00 – Torre Faro (Piazza dell’Angelo)

Non passa giorno senza che ci giunga notizia della decisione del Governo di voler procedere nel riavvio dell’iter della costruzione del ponte sullo Stretto. Rimane nelle conversazioni tra le/gli abitanti dei luoghi che verrebbero interessati dall’apertura dei cantieri il dubbio che si tratti ancora una volta di annunci senza conseguenze, ma l’investimento che prima di tutti il Ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, e di conseguenza il Governo Meloni tutto, hanno fatto sulla grande opera difficilmente potrà restare senza esiti. La decisione di riesumare dalla liquidazione la Società Stretto di Messina Spa e la riapertura della sua sede nazionale si uniscono alla immancabile nomina di consulenti locali. A breve dovrebbe, inoltre, essere esitato il Decreto ponte con la tempistica di tutta l’operazione e l’indicazione dei componenti il consiglio d’amministrazione della società concessionaria. Tutto questo trafficare è perfettamente inscritto dentro la storia della Grande Opera di devastazione cui ci siamo da sempre opposte/i. “Il ponte sullo Stretto lo stanno già facendo” è una espressione che abbiamo sempre usato per dire che il ponte non è semplicemente una infrastruttura, ma una decisione politica che comporta elargizione di denaro per progetti, consulenze, incarichi, pubblicità. Sul ponte sullo Stretto si sono, inoltre, costruite narrazioni utili a convogliare il consenso su questo o quel partito. 500 milioni già spesi e il rischio di 700 milioni di penali sono il fardello che è stato già addossato alla comunità. Adesso partono nuovamente all’assalto. Le mobilitazioni che da decenni si oppongono al ponte hanno già ben individuato nella particolarità del paesaggio, dell’ambiente, del patrimonio immateriale dello Stretto di Messina la risorsa fondamentale per il futuro delle comunità che abitano le due sponde. D’altronde, l’impatto che i cantieri avrebbero sul territorio e sulla vita delle/dei cittadine/i è stato ampiamente descritto, così come sono gli stessi sostenitori dell’infrastruttura a dirci delle incognite sottese alla edificazione del ponte a una o a più campate. A tutto questo si aggiunge il timore di un avvio dei cantieri senza un vero piano di realizzazione e chi tra politici, amministratori locali e professionisti sta oggi, con enorme superficialità, accompagnando il riavvio dell’iter, si sta assumendo la responsabilità della devastazione del territorio e dello stravolgimento della vita di decine di migliaia di abitanti col rischio di una nuova incompiuta. In tanti, probabilmente, lo fanno sperando anche di entrare nella partita, ma dovrebbero sapere bene che questo difficilmente avverrà poiché le grandi opere sono sempre gestite al massimo livello di centralizzazione. Farebbero bene a pensarci.

comunicato stampa

 

Assemblea cittadina contro il governo-Meloni: “Organizziamo la mobilitazione contro la repressione, l’attacco alla possibilità di dissenso, contro la corsa agli armamenti”

Palermo, martedì 28 ore 18.00 – Centro Sociale Anomalia (piazza della Pace)

Lo scorso 20 settembre, a Palermo si è tenuto il comizio conclusivo della campagna elettorale di Giorgia Meloni. Già in quell’occasione si delineava chiaramente la tendenza che avrebbe caratterizzato il nuovo governo della leader di Fratelli d’Italia: in quella giornata fu impedito il libero accesso al comizio pubblico di coloro i quali osavano criticare la futura premier tramite un massiccio dispiegamento di forze di polizia, che con cariche e manganelli eseguiva l’ordine di allontanare ogni forma di dissenso da quella piazza. Nei mesi successivi la linea repressiva non ha fatto che accentuarsi sempre di più: il governo Meloni si è apertamente schierato dalla parte dei padroni e dei grandi imprenditori, smantellando il reddito di cittadinanza, bocciando le proposte sul salario minimo, rendendo esecutivi sfratti e sgomberi, prendendo posizione contro i lavoratori, contro l’aborto, contro i diritti delle donne. Nel lungo elenco di politiche di ingiustizia e diseguaglianza sociale nonche’ di accentramento autoritario, spiccano alcuni avvenimenti in particolare: Piantedosi con le sue vergognose dichiarazioni sulla strage di migranti a Cutro, Nordio con il pugno duro sul carcere e il 41 bis, Valditara che sottolinea l’importanza del PCTO e ne approva lo svolgimento nelle caserme, per imporre sempre di più la normalità della guerra e della militarizzazione nelle vite degli studenti: scelte di campo precise, con cui il governo Meloni scaglia la sua offensiva contro le fasce sociali più deboli, e persegue la sua campagna di odio tutta volta ad alimentare la macchina del fango verso chi sta peggio, mentre i potenti possono spartirsi i profitti, distruggere la natura e l’ambiente, mettere a rischio la nostra vita in nome del profitto. Nel frattempo, il ministro della difesa Crosetto, in linea con le richieste di guerra della NATO, addirittura propone di portare le spese militari al 2% del PIL (vedi già le cifre da record per il 2022, 26 miliardi di euro, a fronte di un indiscriminato aumento di accise e costo della vita). Non è più possibile rimanere indifferenti difronte a queste politiche guerrafondaie, repressive e spietate. Alle proteste e mobilitazioni che sono sorte spontaneamente nei nostri territori a fronte del carovita, dell’emergenza casa e disoccupazione, del collasso della sanità pubblica, della crisi climatica, per la difesa dei diritti delle donne, non c’è stata risposta dello Stato se non nella morsa della repressione, degli sgomberi, dell’attacco verso i percettori di reddito, i meridionali, i migranti.

nota politica

 

All’Istituto Gramsci Siciliano, presentazione del volume “MAI PIÙ SOLE” CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE di Nadia Filippini (Edizioni Viella)

Palermo, mercoledì 29 ore 17.00 – Cantieri culturali alla Zisa (Via Paolo Gili)

Il racconto di una mobilitazione e una pagina storica  del femminismo degli anni Settanta: il primo processo per stupro. Ne discuteranno con l’autrice Ida Fazio, Simona Feci, Paola Maggio ed Elvira Rotigliano. Coordina Giovanna Fiume, presiede Salvatore Nicosia. La presentazione sarà accompagnata da proiezioni di immagini ed estratti video inediti.  Il libro ricostruisce la vicenda che ha segnato uno snodo cruciale nella lotta contro la violenza sulle donne: “ Il valore emblematico e l’impatto mediatico della vicenda, seguita per la prima volta in diretta anche dalla Rai, portano il tema della violenza di genere al centro del dibattito pubblico e inaugurano una stagione di mobilitazioni e iniziative delle donne, con l’apertura di centri antiviolenza e la modifica del codice Rocco, che ancora derubricava lo stupro come reato contro la morale ”.