Il 24 febbraio 2022 l’esercito della Federazione Russa ha iniziato “l’operazione militare” in Ucraina, scatenando la guerra fra gli Stati nel cuore dell’Europa. Un anno di distruzioni di edifici, fabbriche, centrali energetiche, ponti e strutture strategiche. Un anno di scontri armati che hanno provocato (secondo i dati forniti dalla Rueters il 6/2/23) 42.295 morti, 54.132 feriti e milioni di profughi. Una guerra che vede lo scontro della Federazione Russa con l’esercito ucraino supportato da tutti i Paesi occidentali con in prima fila la NATO, gli Stati Uniti e il Regno Unito. Uno scontro che ridisegnerà la mappa europea e che sta sconvolgendo le economie energetiche continentali. Due oligarchie di boiardi post sovietiche si contendono i territori un tempo dell’Unione Sovietica 

In questo anno di guerra siamo stati inondati da un’informazione a senso unico che ci ha presentato un paese democratico (l’Ucraina) aggredito da un paese dittatoriale (la Russia) con mire espansionistiche di tipo zarista. Una narrazione che ha trasformato in eroi i nazisti del battaglione Azof responsabili di crimini contro le popolazioni del Donbass e di Odessa, che ha sottaciuto sul sistema dittatoriale di Kiev responsabile di migliaia di arrestati di appartenenti ai partiti di sinistra e a i sindacati scomodi messi fuori legge e esclusi dalla vita politica e sociale del Paese. Una narrazione che non racconta che dal 2014 in Ucraina è in corso una guerra civile che ha provocato almeno 14000 vittime nelle regioni del mar Nero e nell’est del Paese. Fattori questi che hanno permesso l’altra narrazione distorta di fonte russa per giustificare una operazione militare con la favola di rimuovere i nazisti e proteggere le popolazioni russofone dell’est e del sud dell’Ucraina, narrazione che nasconde le vere mire espansionistiche e di potenza della Russia putiniana. 

Questa valanga di informazioni a senso unico ha generato l’appoggio militare occidentale al governo di Kiev e non ha permesso l’apertura di un tavolo negoziale che avrebbe potuto mettere fine a massacri e distruzioni. 

In 12 mesi il governo ucraino ha chiesto e ricevuto un quantitativo enorme di armamenti, dai missili terra/terra, a quelli terra/aria, a quelli antitank, ai cannoni a lunga gittata, a carri armati di epoca sovietica (rastrellati dai paesi ex sovietici o ex patto di Varsavia ora in zona NATO) e ad attrezzature belliche di ogni tipo., per svariate centinaia di miliardi di dollari. Il tutto supportato da istruttori statunitensi e inglesi. Questo nonostante il fatto che l’esercito ucraino aveva già a disposizione più di 800 carri armati di epoca sovietica e centinaia di lancia razzi del tipo sam e katiuscia. 

In questo anno di guerra abbiamo assistito alla narrazione che l’armata russa è un esercito di proscritti tipo armata Brancaleone con armamenti obsoleti, strateghi da strapazzo e con un morale bassissimo fra la truppa. Narrazione che ha messo alla berlina il presidente Putin, dipinto a volte come pazzo, a volte come malato terminale e prossimo al cimitero. Narrazione per distogliere l’opinione pubblica occidentale dal vero pericolo dell’estensione della guerra al di la dei confini ucrainici. 

Ad un anno di distanza assistiamo all’inizio di una nuova offensiva su vasta scala da parte dei russi che sta mettendo duramente alla prova la difesa ucraina. L’offensiva russa ha provocato un vero terremoto all’interno del governo di Kiev con le dimissioni del ministro della difesa, il cambiamento generale ai vertici dei servizi e tutto questo dopo pochi giorni dal più che strano incidente che ha provocato la morte del ministro degli interni, del suo viceministro e del segretario di stato, tutti uomini vicini al presidente Zeleskyi.  

Ma in questo quadro cosa fanno i paesi occidentali? Si muovono per imbastire negoziati di pace? No. Anzi vengono accolte le richieste di invio di nuovi armamenti da parte di Zelesky con

l’impegno a mandare diverse decine di carri armati (Leopard, Abrams, Challenger, Leclerc ) e nuove forniture di missili che certamente non potranno capovolgere le sorti del conflitto.  Il coinvolgimento dei Paesi NATO è sempre più evidente sia a livello politico che a livello logistico. Le cancellerie europee tuonano giornalmente contro l’aggressore russo e non si preoccupano di fermare il conflitto. 

Già dall’inizio della guerra la NATO ha dato il suo appoggio logistico sorvegliando i cieli dell’ucraina con i droni partiti dalla base di Sigonella, che con le loro informazioni hanno permesso all’artiglieria ucraina di colpire la flotta russa e la Crimea, con la piena operatività del sistema di controllo MUOS di Niscemi, e con le squadre aeree dislocate in Romania e nei Paesi baltici. 

La NATO che negli ultimi anni si è espansa verso oriente assorbendo le repubbliche exsovietiche baltiche e i Paesi dell’ex Patto di Varsavia è in prima linea nel conflitto. La candidatura di Svezia e Finlandia come membri NATO è l’ennesimo atto di forza verso la Federazione Russa che vede ai suoi confini le truppe NATO. La paventata adesione della stessa Ucraina al Patto Atlantico sancisce la volontà muscolare dell’occidente capitalista contro il ritorno nella scena strategica mondiale della potenza Russa, non più sovietica ma ancor peggio in concorrenza capitalista. 

Il pericolo dell’estensione della guerra ucraina è più che reale. Nonostante la disinformazione capeggiata dall’intelligence britannico, l’esercito russo dimostra vitalità e competenza operativa. Le scorte di munizioni e di missili russi sembrano inesauribili, da quanto appreso da FORBES le riserve di tank russi dovrebbero ammontare a più di 35000 mezzi, garantendo alla Russia il possesso sulla carta della forza corazzata più imponente al mondo.. La Russia ha a sua disposizione le strutture, le capacità industriali e le risorse per poter sostenere il suo sforzo bellico nel corso della presente Guerra Russo-Ucraina. Mentre (da DIFESAONLINE) se l’apparato industriale bellico viene messo in piena produzione la UralVagonZavod “ ha la capacità di produrre 800 carri armati alla settimana, che diventano 3.200 in un mese per un singolo stabilimento e 16.000 se contiamo il lavoro di tutti gli stabilimenti in caso di una situazione di guerra totale, e questo semplicemente rendendo più efficace l’organizzazione ordinaria dei due turni produttivi, senza nemmeno introdurre il terzo turno giornaliero”. I carri russi di maggior pregio, come i T14, ancora non sono stati mandati al fronte e il progetto del Governo di Mosca è quello di disporre di un esercito di un milione e mezzo di soldati, certamente non in previsione di una lunga guerra in Ucraina ma come argine per una guerra di più vasta dimensione. 

Secondo il direttore di ANALISI DIFESA, Gianandrea Gaiani, la consegna di poche decine di tank a Kiev ha una valenza più politica che concreta. E sarà difficile per i carristi ucraini imparare a utilizzarli in tempo, con la Russia che ha ripreso l’iniziativa sul campo

L’unica via d’uscita per evitare un conflitto di grandi dimensioni che travalichi i confini dell’Ucraina è prodigarsi per imbastire un tavolo di trattativa di pace, smettere di inviare armi, smettere di dare l’appoggio logistico alla guerra, smetterla con le sanzioni unilaterali. Bisogna stare dalla parte dei popoli che soffrono per le asperità della guerra, dalla parte di tutti coloro che si oppongono sia in Ucraina che in Russia, sostenere i movimenti contro la guerra e dare pieno sostegno a chi diserta questa sporca guerra fra Stati nazione generata da interessi economici di oligarchie reazionarie e mire imperialiste sia occidentali che di altra natura. 

Negoziati subito, stop alle azioni belliche, stop all’invio di armi e finanziamenti per la guerra. Sostegno a chi diserta la guerra in Ucraina e in Russia.