Il 7 dicembre il Perù si è ritrovato in una crisi politica terribile che, senza dubbio, coinvolgerà l’economia e la società: il presidente Pedro Castillo Terrones aveva sciolto temporaneamente il Congresso della Repubblica, fatto che ha portato il Congresso a destituirlo con 101 voti a favore. Il presidente si trova attualmente detenuto.

Pedro Castillo aveva annunciato lo scioglimento temporaneo del Congresso per i nove mesi previsti prima di nuove elezioni. Tuttavia, non l’ha fatto seguendo la Costituzione Politica del Perù, la quale prevede due mozioni di fiducia negate.

Prima di questo avvenimento, i ministri di diversi settori avevano annunciato dimissioni irrevocabili. Avevano anche condannato la decisione dell’Ufficio del Difensore Civico, del Procuratore nazionale, della Magistratura e di altri enti.

Lo avevano abbandonato

Subito dopo lo scioglimento, il Congresso della Repubblica ha anticipato la votazione per la terza richiesta di impeachment, che si sarebbe dovuto discutere alle ore 15 del 7 dicembre e che non aveva precedentemente raggiunto il minimo di voti favorevoli. A seguito di questi fatti sono stati raggiunti i 101 voti necessari per la destituzione del presidente Pedro Castillo.

Fino al termine della seduta parlamentare l’ex presidente si era alzato ed era stato detenuto, in assenza di una difesa legale chiara.

La valanga di notizie ha turbato il Paese, dato che c’è una parte della popolazione che appoggiava la chiusura del Congresso (il quale godeva del 6% dell’approvazione nazionale) e che si stava organizzando per il governo di Castillo. Inoltre, il presidente aveva ottenuto il parere favorevole dell’Organizzazione degli Stati Americani nella sua recente visita dovuta alla crisi politica, ed era salito nei sondaggi. Per queste ragioni non si capisce la decisione presa dall’ex governante.

D’altra parte, c’è anche la posizione di una parte della popolazione, specialmente quella di Lima, che ha festeggiato la destituzione di Castillo e che ha aspettative nei confronti del nuovo governo.

Secondo quanto previsto dal quadro legislativo peruviano, è subentrata la vicepresidente Dina Boluarte, che ha prestato giuramento nella sera dello stesso giorno, diventando la prima donna investita della massima carica dello Stato.

Traduzione dallo spagnolo di Mariasole Cailotto. Revisione di Thomas Schmid.