Lo stabile dell’Esquilino a Roma occupato dal progetto Spin Time Labs potrebbe salvarsi dallo sgombero forzato dopo che lo scorso lunedì 14 novembre sono stati resi noti in una conferenza in Campidoglio i risultati positivi di uno studio scientifico per cui non solo quello dello Spin Time Labs risulta essere un esperimento abitativo e sociale riuscito, ma potrebbe anche diventare un modello da replicare.

L’edificio, ex INPDAP, era stato occupato nel 2013 per far fronte all’emergenza abitativa di 139 famiglie di diverse nazionalità, per l’esattezza 362 persone con 26 Paesi di provenienza (il 26% italiane). Ma non si è trattato di un’occupazione e basta. In quello stabile in questi anni è in corso un vero e proprio esperimento sociale. Oltre a offrire un tetto e servizi di welfare alle famiglie in emergenza abitativa, il centro ospita al suo interno numerose attività sociali e culturali di livello, gestite da 24 associazioni con 426 persone attive e 1245 ore di volontariato settimanali.

Grazie a questo, lo Spin Time Labs è diventato una cerniera che chiude lo strappo sociale tra le famiglie occupanti, in evidenti difficoltà economiche, e il resto degli abitanti del quartiere. Negli ultimi nove anni, infatti, il centro è diventato un vero e proprio punto di riferimento soprattutto per i giovani e giovanissimi della zona. Tra gli altri, Spin Time Labs ospita decine di collettivi teatrali, così come nel suo auditorium si svolgono le prove dell’orchestra Notturna Clandestina diretta dal Maestro Enrico Melozzi e del Coro Notturno Clandestino del Maestro Giovanni Mirabile. Non ultima, nello stabile c’è anche la sede di Scomodo, la testata giornalistica con la redazione più giovane d’Italia. Una realtà vivacissima che nel 2021 ha ispirato il documentario di Sabina Guzzanti “Che fatica la democrazia”, dopo che lo Spin Time Labs era diventato famoso in tutta Italia quando nel 2019 era stata staccata la corrente elettrica allo stabile e nientemeno che l’elemosiniere di Papa Francesco, il cardinal Konrad Krajewski, era intervenuto per farla ripristinare.

Da allora il progetto ha interessato anche le università e la ricerca in campo sociale, antropologico e economico, fino ad arrivare al report presentato lunedì in Campidoglio. Lo studio in questione è stato svolto dalla start up Open Impact in collaborazione con l’Università RomaTre, sotto la supervisione del Prof. Luigi Corvo, studioso visionario della finanza sostenibile e dell’Impact Investment. Si tratta di quella finanza che non guarda solo al profitto meramente economico, ma considera come valore da mettere in conto in un investimento finanziario anche l’impatto ambientale e sociale.

Spiegato in soldoni, dal momento che lo sgombero dello stabile occupato viene motivato da esigenze economiche e il Comune di Roma tentenna nella decisione di comprare l’edificio per risolvere la questione, le indagini dei ricercatori hanno quantificato anche il valore dell’impatto sociale positivo dell’esperimento Spin Time Labs, a breve e lungo termine. Un valore che dimostra che questa realtà funziona e produce profitto sociale, a dispetto dei preconcetti politici.

Molte le personalità presenti alla conferenza, istituzionali e non, tra cui l’ex Consigliere Andrea Alzetta, il Consigliere Alessandro Luparelli, l’Assessore alle politiche sociali Emiliano Monteverde e l’Assessora alla Scuola Claudia Pratelli.

Il Prof. Luigi Corvo di Roma Tre e i ricercatori di Open Impact Aris Tufexis e Marco Biazzo hanno illustrato, come è stata condotta l’indagine, quali dati ha prodotto e come sono stati elaborati, analizzati e valutati. Tra i risultati più eclatanti ci sono l’alto tasso di istruzione degli adulti e lo 0% (zero%!) di dispersione scolastica dei minori. Quest’ultimo può considerarsi uno dei più grandi successi dell’esperimento, se confrontato con il 10% medio di dispersione scolastica nel Lazio, rilevato dagli indici Benchmark. Inoltre, è emerso che ben 3/4 dei minori residenti frequentano le attività extra scolastiche offerte gratuitamente e solo 1/4 resta sotto tutela degli assistenti sociali, con un tangibile risparmio per lo Stato.

La ricerca è stata condotta anche in funzione degli obiettivi e modelli di sostenibilità nazionali e internazionali, come per esempio quelli fissati dall’agenda ONU 2030. È risultato che la maggior parte dei residenti hanno occupato perché in emergenza abitativa dopo uno sfratto e in questo lo Spin Time Labs soddisfa gli obiettivi che mirano ad annullare la povertà. Altro dato interessante riguarda lo stato di salute dei residenti e il loro accesso ai servizi: il 94% è iscritto al Sistema Sanitario Nazionale e il 100% è vaccinato contro il Covid.

Ci sono ovviamente anche tasti dolenti, come purtroppo un basso tasso di impiego (solo il 41% ha un’occupazione) e la mancanza di privacy per servizi sanitari e cucina condivisi. Per risolvere quest’ultimo, un comitato scientifico coordinato dalla Prof.ssa Chiara Tonelli e un gruppo di ricerca del Dipartimento di Architettura di RomaTre già nel 2018 avevano ipotizzato, redatto e pubblicato un progetto pilota che interessava l’edificio occupato. Un lavoro inserito nel tema del “recupero degli spazi abbandonati come soluzione alternativa all’espansione informale delle periferie, soluzione che consente alle istituzioni l’utilizzo e la rivalutazione del patrimonio pubblico di cui già dispone”.

Alla luce dello studio Open Impact, dunque, può essere più chiara la via per trovare la soluzione al problema Spin Time Labs, orientata più verso la scelta politica della regolarizzazione piuttosto che verso quella dello sgombero. Il Prof Corvo ha prospettato quale sarebbe il budget da investire per regolarizzare Spin Time Labs, messo in rapporto con il valore generato negli anni di occupazione e ora valutato dallo studio in un orizzonte temporale. Il risultato rilevato, dopo aver preso valori sempre in eccesso per stare larghi nella valutazione, è che ogni euro investito nella regolarizzazione dello Spin Time Labs restituirebbe 1.95 euro di valore sociale.

La base d’asta per l’acquisto dell’edificio occupato è scesa a 10 milioni di euro, mentre le risorse messe in campo dall’Amministrazione per l’acquisto di alloggi ammontano a 225 milioni di euro. Cosa deciderà di fare il Consiglio dei Ministri? Cosa deciderà di fare il Comune di Roma? La speranza è che non si ripeta qualcosa di simile a quanto successo con Riace. Che si decida di riconoscere il modello vincente di Spin Time Labs e di investire su un esperimento riuscito, questa volta comprovato da evidenze scientifiche.