Giuseppe Acconcia, professore universitario e giornalista, è stato espulso dalla Turchia lo scorso 30 settembre mentre si recava all’Aeroporto d’Izmir per raggiungere il luogo della conferenza a cui avrebbe dovuto partecipare.

Acconcia era partito per Izmir con l’obiettivo di fare una presentazione presso la conferenza internazionale organizzata dall’International Human Rights Accademy of The Aegean per parlare dei diritti umani e della salita al potere delle formazioni politiche populiste in diverse parti del mondo. Tuttavia quando alle 18:00 è arrivato il suo turno per il controllo dei documenti all’Aeroporto Internazionale d’Izmir ha scoperto che non sarebbe stato possibile entrare in Turchia.

“Al primo poliziotto ho esibito la mia carta d’identità e non il mio passaporto dato che nel 2015 ero stato espulso dalla Turchia e questo fatto era segnalato sul mio passaporto”. Infatti non è la prima volta che ad Acconcia capita un episodio del genere. Proprio nel 2015 si trovava, insieme a altri giornalisti italiani, a Kobane per documentare la resistenza popolare contro le barbarie dell’ISIS. Quando hanno provato a entrare in Turchia con l’intento di prendere un volo e tornare in Italia, al confine siriano sono stati fermati e espulsi. Acconcia specifica che secondo gli agenti presenti in quel momento l’espulsione avrebbe avuto una durata di cinque anni. Anche per questo Acconcia era sicuro che questa volta non avrebbe avuto problemi legati alla libera circolazione sul territorio della Repubblica di Turchia.

“Dopo una serie di domande il primo agente mi ha portato da una sua collega che mi ha posto altre domande, poi sono arrivati altri poliziotti. In pochi minuti, senza spiegare nulla, hanno iniziato a fotocopiare i miei documenti e farmi delle foto segnaletiche. Successivamente mi hanno detto che sarebbe stato bene che io prendessi il primo volo disponibile per rientrare in un paese europeo” specifica Acconcia che a proposito delle sue richieste di motivazioni e chiarimenti i poliziotti hanno tirato fuori la documentazione in merito alla sua espulsione del 2015. “In quel momento ho capito che la questione non era chiusa e le autorità non mi volevano presente in Turchia”. A quel punto Acconcia viene trasferito in una stanza per attendere la sua espulsione; qui trova un paio di letti ed una cittadina tedesca, anche lei in attesa di essere espulsa. “Del suo caso non so nulla perché lei parlava solamente in tedesco, quindi non mi era possibile comunicare”.

Dopo otto ore di attesa, Giuseppe Acconcia viene accompagnato al primo volo destinato a Colonia in Germania. I suoi documenti vengono trattenuti e poi consegnati al pilota e gli vengono restituiti una volta arrivato in Germania. “Proprio fuori dalla porta dell’aereo mi aspettava un poliziotto tedesco che mi ha fatto delle domande sulla mia espulsione del 2015 e poi mi ha lasciato andare”.

Mentre succedeva tutto questo Barbara Spinelli, avvocata attiva da anni per la difesa dei diritti umani in Turchia, contatta la linea di emergenza del Consolato d’Italia a Izmir. Spinelli specifica che successivamente i dipendenti del Consolato hanno provato a contattare Acconcia, ma non era raggiungibile.

“Il mio è ovviamente uno dei tanti attacchi fatti quotidianamente nei confronti dei giornalisti e attivisti che si occupano dei casi di violazione dei diritti dei curdi in Turchia. Rispetto al trattamento che subiscono i ricercatori universitari e i giornalisti curdi sono stato trattato pure bene. Quello che mi è capitato è chiaramente una intimidazione contro le persone che si occupano dei diritti umani. Oggi si cerca di disegnare l’immagine di un Erdogan mediatore nella guerra ucraina, ma questa va analizzata bene e non si deve dimenticare che egli continua a operare come un dittatore che reprime il popolo in Turchia. Il conflitto in Ucraina ha lasciato la mano libera a Erdogan perché interviene come gli pare in Iraq e in Siria portando avanti una serie di operazioni militari avviate nei confronti dei curdi, che sono ora i protagonisti nelle proteste in corso in Iran” solo le parole di Giuseppe Acconcia, che ora si trova in Germania per partecipare ad un’altra conferenza prima di rientrare in Italia.