Un convegno di studi a cinquant’anni dall’approvazione della legge che riconosce il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia

Il 15 dicembre 1972 sulla Gazzetta Ufficiale appare la legge 772 che riconosce l’obiezione di coscienza al servizio militare. A distanza di cinquant’anni il Centro Studi Sereno Regis di Torino ricorda questa importante conquista di libertà e democrazia, dalla quale sarebbe nato il servizio civile nazionale, attraverso un convegno a ingresso libero di due giorni che si terrà il 7 e l’8 ottobre 2022, nella sala Poli del centro in via Garibaldi 13 a Torino, intitolato “Preferirei di no. Storia, voci e prospettive dell’obiezione di coscienza al servizio militare tra l’Italia e Torino a cinquant’anni dalla legge 772”.

Il convegno è organizzato dal Centro Studi Sereno Regis in collaborazione con il Movimento Nonviolento, il Movimento Internazionale della Riconciliazione, la Scuola per la Buona Politica di Torino e il Tavolo Enti Servizio Civile del Piemonte (TESC); con il patrocinio del Centro Interateneo di Studi per la Pace (CISP) e della Rete Università per la Pace (RUniPace).

Il convegno rientra all’interno del progetto Signornò! Torino, città protagonista della storia dell’obiezione di coscienza in Italia, in occasione del 50° anniversario della Legge Marcora n. 772 del 15 dicembre 1972 (1972 – 2022), realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT.

«Nel convegno si ripercorreranno la storia, i vissuti, le emozioni, i contesti politici e ideali, i protagonisti di una lotta che ha opposto la libertà di coscienza, il principio di “non uccidere”, all’obbligo militare in nome della difesa del territorio nazionale – dichiara Enzo Ferrara, presidente del Centro Studi Sereno Regis – Da qui sarebbe sorta un’idea più ampia di difesa della patria, rispetto a quella meramente militare, che contempla i campi della cultura, dell’ambiente, delle marginalità sociali, come previsto dall’attuale Servizio Civile Universale».

Il convegno si articola attorno a tre sessioni: la prima comincerà venerdì 7 ottobre alle ore 17 e sarà orientata al rapporto tra l’obiezione di coscienza e l’attualità.

La aprirà uno dei maggiori studiosi della nonviolenza, Giuliano Pontara, dell’Università di Stoccolma, che terrà una lectio magistralis sul tema Obiezione di coscienza e disobbedienza civile in una società democratica. Seguirà una tavola rotonda, coordinata dalla vicepresidente del Centro Studi Sereno Regis, Angela Dogliotti, sull’attualità dell’obiezione di coscienza. La animeranno tre storiche voci del pacifismo: Mao Valpiana, presidente del Movimento nonviolento, Sam Biesemans, vice presidente dell’European Bureau for Conscientious Objection e Paolo Candelari del Movimento Internazionale della Riconciliazione.

Chiuderà il primo giorno la riflessione della costituzionalista dell’Università di Torino Alessandra Algostino che traccerà i legami tra obiezione, disobbedienza e Costituzione.

La seconda giornata, sabato 8 ottobre avrà invece un taglio prettamente storico. La mattina, a partire dalle ore 9.30, sarà dedicata alla storia dell’obiezione di coscienza in Italia.

Aprirà la sessione Nicola Labanca, dell’Università di Siena, che fornirà un quadro della storia dell’obiezione di coscienza in Italia. Bruna Bocchini (Università di Firenze) affronterà invece la presenza dell’obiezione di coscienza nel mondo cristiano: non solo la sua evoluzione in quello cattolico, ma anche la sua presenza nella Chiesa valdese e il contributo dato all’obiezione dai testimoni di Geova. Amoreno Martellini (Università di Urbino) si concentrerà invece sui linguaggi dell’obiezione di coscienza e sul loro mutamento dalla nonviolenza capitiniana all’approdo all’antimilitarismo alla fine degli anni Sessanta. Altre due relazioni guarderanno alla controparte con cui si relazionavano gli obiettori: Claudio Vercelli dell’Università Cattolica di Milano percorrerà le trasformazioni dell’esercito e le contestazioni che lo investono tra gli anni Sessanta e Settanta, mentre Pierpaolo Rivello, dell’Università di Torino, affronterà la peculiare vicenda della giustizia militare in Italia. Chiuderà la mattinata un’intervista a Daniele Lugli ed Enzo Bellettato, collaboratori di Capitini e presenti alla fondazione del Movimento nonviolento.

Il pomeriggio, a partire dalle ore 15, il confronto si sposterà sul rapporto tra l’obiezione di coscienza e la città di Torino.

Marco Labbate (Università di Urbino) percorrerà questa relazione lungo le tappe più importanti, mentre Marco Scavino (Università di Torino) inquadrerà il movimento per l’obiezione di coscienza dentro la Torino degli anni Settanta. Al momento più storiografico seguiranno due relazioni di taglio archivistico: Alessio Bottai illustrerà le carte del fondo di Umberto Calosso, il primo deputato a presentare un progetto di legge per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza nel 1949, mentre Andrea Maori illustrerà le carte del “controllo” degli obiettori, presenti al Ministero dell’Interno. Nell’ultima parte il convegno vedrà quattro comunicazioni di storici e testimoni: Sergio Albesano racconterà Bruno Segre, storico avvocato degli obiettori, Pier Carlo Racca, lascerà una testimonianza sul Corpo europeo della pace, Giuseppe Marasso offrirà un ritratto di Domenico Sereno Regis, infine Pietro Polito rievocherà l’esperienza della rivista Nuova Difesa.

Conclude la giornata un dialogo tra Valentina Pazé dell’Università di Torino e Luigi Ferrajoli dell’Università di Roma tre che verterà sull’obiezione di coscienza in relazione al suo inquadramento tra i diritti fondamentali.

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