Ieri si è tenuta una manifestazione indetta da NUDM Torino davanti all’oratorio S. Filippo Neri in via Maria Vittoria contro le politiche antiabortiste della Regione Piemonte

Notevoli polemiche ha sollevato l’iniziativa di Marrone (FdI) di finanziare e far accedere ai consultori l’associazione antiabortista “proVita”. Nonostante alcune dichiarazioni di Meloni, sono moltissime le donne che attualmente sentono minacciata la legge 194.

All’oratorio si è tenuto un convegno antiabortista che in un primo tempo doveva essere ospitato nella Sede delle Regione Piemonte.

Durissimi gli interventi al microfono:

Oggi, ci siamo ritrovatə qui davanti all’ oratorio San Filippo Neri, in piazza Castello, per ribadire in modo deciso che il diritto all’aborto non si tocca!
Non vogliamo lasciare spazio all’iniziativa organizzata dall’assessore Marrone e dagli  esponenti “proVita” , in cui si mette ancora una volta in discussione il diritto all’aborto con un approccio pseudoscientifico privo di alcuna verità.
Il Convegno fa infatti parte di una strategia politica che l’assessore porta avanti da diversi anni, che mira ad intaccare il diritto all’aborto svuotando di significato la legge esistente (legge 194/78).
La Regione Piemonte ha infatti permesso alle associazioni antiabortiste di entrare nei consultori per fare propaganda e colpevolizzare le persone in gravidanze che richiedono un aborto“. 

Non basta una donna candidata premier che porta avanti politiche fasciste e misogine a fermare la violenza, sappiamo che nessun governo sarà dalla nostra parte. Assistiamo a un rilancio della triade “Dio, patria e famiglia”, declinato nelle forme più sessiste, razziste, omolesbobiatransfobiche e abiliste, riproponendo l’imposizione di rigidi ruoli di genere che vedono le donne e le persone socializzate come tali relegate ad un destino biologico per la riproduzione e la crescita della nazione bianca“.

Anche nella nostra Regione, fiore all’occhiello per la sperimentazione della pillola abortiva RU486, esistono ancora tantissime disuguaglianze di accesso ai servizi e in particolare all’IVG. Il Piemonte, infatti, vanta il 60% di personale medico obiettore di coscienza e in tante province piemontesi l’assenza di medicз non obiettorз o la presenza di unə solə medicə impedisce di fatto l’esercizio del diritto all’aborto, come hanno dimostrato il caso di Ciriè, entrato nella cronaca delle scorse settimane.
A ciò si somma l’obiezione di molto personale anestesista ed ostetrico. Ciriè non è un caso isolato: nelle province di Novara e Alessandria la media di obiettori di coscienza è dell’80%, con un picco del 91% ad Alessandria.

A settembre 2020, in piena pandemia, la Regione Piemonte ha scelto di non prendere atto delle Linee Guida del Ministero della Salute sull’aborto e anzi, per tutta risposta, ha scelto di introdurre le associazioni antiabortiste nei consultori”

Silvana de Mari (presente all’incontro n.d.r.) è stata condannata per diffamazione nel 2017 dalla corte d’appello di Torino, lo scorso aprile era stata ritenuta responsabile, sempre in secondo grado, di un’altra
diffamazione, quella volta ai danni del Mario Mieli di Roma. Aveva affermato che gli attivisti del circolo fossero «simpatizzantidi pedofilia, necrofilia e coprofagia». Innumerevoli le posizioni omofobe e antiabortiste che Silvana De Mari sostiene da sempre:
L’omosessualità è contro natura.
Presentare ai bambini un comportamento antifisiologico, come l’omosessualità, come fisiologico è gravissimo.

La fisiologia umana prescrive che per fare un bambino occorrano un padre e una madre, perché per proteggerlo, per la protezione ottimale, sono necessarie entrambe queste figure. Il diritto all’amore pirotecnico, alla sessualità, a cambiare partner quando capita, non era riconosciuto in passato perché questi sono tutti comportamenti che espongono il bambino al genitore unico.

Il movimento lgbt è il braccio armato delle ideologie di sinistra, incluse quelle che nulla avrebbero a che fare con i costumi erotici, per esempio l’immigrazione.

L’interruzione di gravidanza ha abituato le mamme al concetto che sia giusto sacrificare un bimbo a sé stesse.
” 

La piattaforma delle rivendicazioni:
– la cancellazione dell’obiezione di coscienza dal Servizio Sanitario Nazionale;
– essere consideratз pienamente in grado di decidere, senza l’obbligo di 7 giorni per riflettere sulla nostra scelta;
– poter beneficiare di una formazione adeguata su come gestire le IVG (interruzione volontaria della gravidanza) nei corsi di laurea per le professioni sanitarie, tutte, non solo Medicina e Chirurgia;
– vietare la presenza dei Centri di aiuto alla vita fuori e dentro ospedali e consultori, perché aggrediscono, colpevolizzano e umiliano le persone che abortiscono;
– maggiori controlli nei reparti di ginecologia per evitare abusi e sofferenze da parte di chi si sente in diritto di giudicare le scelte di chi abortisce;
– garantire una contraccezione accessibile e gratuita per tuttз;
– fare educazione sessuale in tutte le scuole;
– abolire le sanzioni amministrative per le persone che ricorrono all’aborto autoprocurato fuori dai termini di legge;
– estendere i termini di legge per poter procedere con l’IVG anche oltre i 90 giorni;
– riqualificare e rifinanziare i consultori pubblici, per garantire che possano adeguatamente sopperire alle carenze ospedaliere e somministrare la pillola RU486, senza ricovero;
– potenziare e rifinanziare la rete nazionale dei consultori nel rispetto del rapporto tra numero di consultori e numero di abitanti;
– ampliare gli orari dei consultori per permettere l’accesso a più persone possibili;
– tutelare le scelte non riproduttive (chiusura delle tube o vasectomia) perché pensiamo che la genitorialità sia una possibilità e non un obbligo;
– garantire che l’esperienza dell’IVG sia aperta a tutte le emotività, senza giudizio sulle emozioni della persona che sceglie di abortire, che può sentirsi sollevata e felice come soffrirne, senza nessun obbligo emotivo che questa società bigotta oggi impone;
– rivendicare la nostra libertà e perseguire l’utopia di singolə/famiglie possibili non fondate sul vincolo biologico, ma sul desiderio e sull’assunzione di responsabilità nella cura.

A destra: Sara Diena - Consigliera Comunale Sinistra Ecologista
A destra: Fausto Cristofari - Unione Popolare