I seguaci del predicatore Mouqtada Sadr hanno di nuovo invaso la sede del parlamento e annunciato la sua occupazione permanente “fino al ritiro della candidatura a premier di Mohammed Soudani”, esponente della coalizione sciita rivale.

La paralisi politica irachena è causata dalla spartizione etno-confessionale delle cariche istituzionali.

Dallo scorso ottobre non è stato possibile eleggere il presidente della Repubblica e di conseguenza formare il governo.

I gruppi parlamentari sciiti filo iraniani hanno bloccato con la loro assenza le sedute facendo mancare il numero legale (due terzi dei seggi).

Il presidente del Parlamento ha sospeso le sedute fino alla fine delle proteste e il premier Al Kadhimi in un discorso in diretta ha invitato le forze di sicurezza a mantenere la calma e si è rivolto ai manifestanti chiedendo il rispetto e la salvaguardia delle proprietà pubbliche.

Nei tafferugli che hanno preceduto l’occupazione del parlamento ci sono stati circa 100 feriti, ma nessuno grave.