Mentre chi ci governa fa il “giro delle 7 chiese” per cercare freneticamente di raccattare energia per l’inverno che verrà, c’è chi continua a chiedere che ci si adoperi finalmente e in modo concreto innanzitutto contro la dissipazione energetica, per la produzione di energia  “pulita, territoriale e democratica” in contrapposizione  all’energia “termica, centralizzata e militarizzata” e si lavori, soprattutto, per diffondere su tutto il territorio nazionale le Comunità energetiche.

Le Comunità energetiche non risolveranno da sole tutti i problemi che accompagnano la crisi energetica, ma che sicuramente rappresentano un contributo non irrilevante in termini di aumento di quota di produzione da fonti rinnovabili. Soprattutto rappresentano un modello di produzione diffusa e partecipata di energia nel quale i cittadini superano la condizione di meri consumatori e, in quanto tali, soggetti alle scelte di altri e alle “montagne russe” delle loro criptiche bollette, per partecipare attivamente a tutte le fasi di produzione.

Le Comunità energetiche sono uno straordinario strumento di cittadinanza attiva e di democrazia, da promuovere con convinzione soprattutto in tempi di derive populiste, di invasioni e di guerre. Per questo, appare difficile comprendere perché mentre si è così attivi nell’andare a comprare energia in giro per il mondo non si è altrettanto solerti nell’emanare i decreti attuativi per la realizzazione delle Comunità energetiche, in modo da rendere concreta la conversione ecologica delle nostre comunità.

Com’è noto, il governo italiano ha recepito la direttiva europea REDII, che propone la soluzione delle Comunità energetiche come strumento per la transizione ecologica, anche allargando la sua portata potenziale, ma a distanza di sette mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo 199/2021, approvato dal Parlamento italiano in recepimento della direttiva europea 2018/2001 con l’obiettivo di incentivare lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili, mancano ancora i provvedimenti attuativi necessari per l’effettiva applicazione della norma. Tale ritardo sta frenando la diffusione di uno strumento fondamentale per combattere la povertà energetica e l’emergenza climatica e rischia di vanificare anche i 2,2 miliardi di fondi previsti dal PNRR per finanziare le Comunità energetiche nei piccoli Comuni attraverso forme di credito agevolato.

Di qui l’appello a favore della realizzazione delle Comunità energetiche promosso da Leonardo Becchetti, Co-fondatore di NeXt Nuova Economia per Tutti e docente di Economia Politica presso l’Università di Roma Tor Vergata e sottoscritto da un lunghissimo  elenco di associazioni  per chiedere al governo l’emissione dei decreti attuativi e dei bandi del PNRR riservati ai piccoli Comuni.

Qui l’appello e le organizzazioni che lo hanno firmato.

All’appello si stanno aggiungendo anche tante diocesi, a dimostrazione della grande attenzione che il mondo cattolico riserva al tema, attenzione che ha portato nelle recenti Settimane Sociali  a calcolare che “se in ciascuna delle 25.610 parrocchie del Paese si costituisse almeno una comunità energetica (o più di una) che produce fino a 200 chilowatt avremmo dato il nostro contributo di 5,2 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili”.

Si segnala intanto che Legambiente, in collaborazione con la Struttura del Commissario alla Ricostruzione 2016, organizza per il 1° agosto alle ore 17,00 un webinar per illustrare il BANDO per finanziare le Comunità energetiche e gli impianti di energia rinnovabili nelle aree colpite dal sisma nel 2009 e 2016. Il webinar è rivolto alle Amministrazioni Comunali e a tutti i soggetti produttivi e sociali che intendono cogliere l’opportunità di realizzare sul proprio territorio impianti di energia rinnovabile (elettrica e calore) e condividere l’energia prodotta tramite le Comunità energetiche.

In un precedente webinar dal titolo “Comunità rinnovabili e solidali.  Le misure del PNRR e del Fondo complementare aree sisma”,  realizzato il 26 aprile scorso, sono stati illustrati i passi da fare per costituire una Comunità energetica rinnovabile ed i benefici ambientali, economici e sociali che ne ricavano i cittadini, gli enti locali, le imprese, il terzo settore.  Ora che il bando Fondo Complementare PNRR aree sisma 2009-2016, la cui scadenza è fissata al 30 ottobre 2022, è stato pubblicato c’è la concreta possibilità di presentare dei buoni progetti per realizzarle.

Per partecipare è necessario iscriversi. QUI IL FORM PER L’ISCRIZIONE.