L’Association Marocaine des Droits Humains (Amdh) ha inviato al governo di Rabat una lista con i nomi di 64 migranti ancora dispersi dal 24 giugno, quando scontri alla frontiera con l’enclave spagnola di Melilla provocarono la morte di almeno 23 persone che stavano tentando di entrare in territorio iberico. L’obiettivo dell’iniziativa è sollecitare azioni urgenti per rintracciare i dispersi.

L’organizzazione, per bocca della sua filiale di Nador, la provincia marocchina di confine dove hanno di fatto avuto luogo gli avvenimenti, ha comunicato all’esecutivo del Marocco di aver “ricevuto centinaia di chiamate e richieste di sostegno da parte delle famiglie dei parenti dei migranti e richiedenti asilo scomparsi a causa di questa tragedia, al fine di aiutarli a conoscere il destino dei loro cari”.

Nel documento, che l’Amdh ha definito una “lettera aperta” e che è indirizzato fra gli altri al primo ministro Aziz Akhannouch e al ministro degli Interni Abdelouafi Laftit, si chiedono quindi “azioni urgenti” per “individuare cosa gli è successo e dove si trovano” le persone disperse, se “sono vive o morte”. L’esecutivo marocchino è chiamato dall’Admh ad “alleviare la sofferenza che sta colpendo le famiglie di queste persone” oltre che “servire la verità e garantire i diritti dei migranti sanciti dal diritto internazionale”.

Raggiunta per un commento dall’agenzia Dire, l’organizzazione marocchina ha inoltre evidenziato che queste azioni sono necessarie per “far capire alle autorità di Rabat che il numero delle vittime nella tragedia di Melilla è superiore alle 23 dichiarate”.

La morte dei migranti alla frontiera fra il Marocco e Melilla, unico confine terrestre fra l’Africa e l’Unione Europea insieme all’altra enclave iberica in Marocco di Ceuta, ha suscitato indignazione in tutto il mondo, con l’Unione Africana che si è detta “scioccata” e ha chiesto indagini su quanto avvenuto.