È possibile vivere lontano dalle grandi città e dagli agi a cui ci ha abituato la nostra società? Possiamo essere parte di un cambiamento più grande a difesa della nostra sofferente Madre Terra? È ciò che si propone di fare il progetto Comunità resilienti e rigenerative, con l’obiettivo di rendere reale un modello nuovo di società fondato su un’ecologia agroalimentare e umana.

“Cerchiamo persone motivate. Cerchiamo persone che non solo sappiano cos’è l’empatia, ma che la pratichino anche. Cerchiamo persone consapevoli del fatto che vivere come stiamo facendo adesso non è più sostenibile per l’ambiente e che vogliono fare qualcosa di concreto per questo. Cerchiamo persone che desiderano vivere nell’autosufficienza. Cerchiamo forza lavoro. Entusiasmo. Condivisione di intenti. Cerchiamo persone che si uniscano a noi!“.

È attraverso queste parole che dalla loro pagina Facebook i membri di Comunità resilienti e rigenerative di Calasca Castiglione invitano chi è interessato a unirsi a loro e a essere parte del cambiamento. Marco Bertaglia, Isabel Ortega Caro, Michele Giuli e Beatrice Costantino sono state le prime quattro persone che hanno scelto di vivere insieme da luglio 2021 nella prima “casa base” a Castiglione Ossola, frazione del comune di Calasca Castiglione.

Ora la comunità si è ampliata e si sono aggiunti due adulti, Ambra Corradi e Fabio Bisotti, e una bimba. Si tratta di un gruppo vario di persone di ogni età determinate a rendere concreto e reale un modello nuovo di società che pratica un’ecologia agroalimentare e umana aperta. Il loro desiderio è quello di essere il cambiamento che vogliono vedere nel mondo.

Negli ultimi decenni, in particolare in questi ultimi anni, la nostra società è stata colpita da una serie di crisi sociali, ecologiche, climatiche e geopolitiche, basti pensare al Coronavirus o alla guerra in Ucraina. Per cercare di affrontare queste problematiche, il gruppo che porta avanti il progetto di Comunità resilienti e rigenerative crede nell’urgenza di cambiamenti trasformativi in tutto quello che viene fatto: nello stile di vita e nell’economia che vengono adottati per soddisfare i bisogni e nei valori su cui il modello di sviluppo della nostra società si fonda.

Il progetto di Comunità resilienti e rigenerative è un progetto di vita, basato sulla realizzazione di insediamenti umani resilienti e autonomi che puntano all’e a una nuova solidarietà sociale ed economica. Aspetto essenziale del programma è quello di dar forma a comunità locali attive, resilienti, che insieme risponderanno meglio alle crisi già in atto nella nostra società e a quelle che verranno.

Per creare comunità resilienti, i membri del progetto hanno deciso di mettersi insieme per sfidare il sistema finanziario e il contesto politico. Si cerca di dar vita a un abitare condiviso, a comunità e villaggi ecologici, puntando all’autosufficienza per quanto riguarda alimentazione ed energia e alla totale autonomia per tutti i bisogni: cibo, vestiti, tecnologia e così via.

«Il nostro obiettivo è quello di dar forma a una realtà diversa che non si basi sull’isolamento dall’altro, ma che sia in rapporto con la società, con tutte le persone che vivono nel territorio dove ci siamo istallati e che manifestano passo a passo il desiderio di creare legami con noi». Sono queste le parole di Marco Bertaglia, promotore del progetto di Comunità resilienti e rigenerative ed esperto in agroecologia.

«Vogliamo costruire una cellula di resilienza – riprende Marco – che apprenda dagli esempi già presenti in varie parti dell’Italia e del mondo e che riesca a fornire risposte socialmente innovative. Desideriamo dimostrare che si può vivere attraverso i ritmi naturali. Stiamo cercando di ricreare nuclei abitativi per ripopolare territori abbandonati, puntiamo a essere una comunità autosufficiente e soprattutto auto contenuta».

Il progetto di Comunità resilienti e rigenerative nasce e opera nel Comune di Calasca Castiglione, in Valle Anzasca, una delle bellissime valli ossolane, in provincia di Verbania. Qui esistono 240 chilometri di terrazzamenti abbandonati, piccole frazioni collegate da una rete sentieristica, la Via del Pane.

Tutto ha avuto inizio dopo aver affittato una grande casa condivisa, come base di partenza, primo punto di accoglienza per le persone che si avvicinavano al progetto e per i volontari che venivano a prenderne parte di tanto in tanto. In questo luogo si è iniziato a coltivare e a vivere, facendo di questa abitazione una vera e propria Casa, con la C maiuscola.

Marco e gli altri membri del gruppo che portano avanti il progetto coltivano nel pieno rispetto dell’ecologia, con approcci ispirati alle conoscenze in agroecologia dello stesso Marco e alle pratiche di Coltivazione Elementare di Gian Carlo Cappello. Punto cardine di questa comunità resiliente è il non ricorrere ai combustibili fossili, a causa del riscaldamento globale verso cui ci stanno portando. Riduzione dei consumi, assenza totale di prodotti agroindustriali o di plastica, compost toilette sono solo alcuni degli elementi fondanti del vivere assieme.

Per ampliare e dar maggiore concretezza a questo progetto, è stato realizzato anche un crowdfunding, al fine di permettere l’acquisto e la ristrutturazione di terreni ed edifici e per poter crescere ancora: accogliere, nutrire, integrare tutte le persone che si avvicineranno, pagare affitti, bollette, cibo, piantine e sementi per coltivare. L’obiettivo di questo crowdfunding era quello di arrivare a 500.000 euro, un traguardo molto ambizioso che purtroppo non è stato raggiunto.

Il progetto di Comunità resilienti e rigenerative è un progetto di vita, basato sulla realizzazione di insediamenti umani resilienti e autonomi.

Sono stati raccolti poco più di 3.000 euro, ma Marco, Isabel, Michele, Beatrice, Fabio e Ambra non si sono tirati indietro e hanno continuato con il loro progetto di Comunità resilienti e rigenerative, rimboccandosi le maniche. Il sogno del gruppo è quello di permettere a chiunque si unirà di comprare o di rendere abitabili e produttivi i luoghi dove vivere insieme, coltivando e producendo cibo per la comunità, per le realtà vicine e per chi vorrà passare del tempo con loro, in un modo che sia davvero in piena armonia con le leggi ecologiche.

«C’è tanta paura di fare il passo, di lasciarci indietro buona parte della nostra vita diventando artefici del cambiamento. Ci sono tante situazioni di falsa sicurezza economica, siamo troppo ancorati alle comodità e ai vizi a cui questa società ci ha abituati. Troppe volte si parla e basta, senza però agire concretamente». L’invito di Marco e di tutti coloro che hanno scelto uno stile di vita diverso, più a contatto con la natura, è proprio quello di agire, di trovare il coraggio di cambiare rotta e contribuire ad affrontare le problematiche ambientali ed ecologiche che stanno affliggendo la nostra Terra. Insieme è possibile.

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