Dopo  giorni di navigazione attraverso il Mediterraneo, l’Egeo, il Mar Nero e il Danubio e superando molte avversità tecniche, amministrative e logistiche, la nave Open Arms  ha sbarcato nella regione ucraina di Odessa 24 tonnellate di cibo destinate alla popolazione civile che resiste agli attacchi russi.

Grazie all’alleanza con l’organizzazione World Central Kitchen, fondata dallo chef José Andrés, questo aiuto umanitario raggiungerà le persone più vulnerabili intrappolate in un conflitto che ha causato più di 5,5 milioni di rifugiati.

Questa iniziativa è solo una delle diverse azioni a tutela delle persone più vulnerabili che Open Arms ha lanciato in tempi record, in collaborazione con altre organizzazioni della società civile, per rispondere via terra, mare e aria all’emergenza umanitaria che la popolazione civile sta vivendo a causa della guerra in Ucraina.

Corridoio aereo umanitario

Giovedì 5 maggio abbiamo coordinato la settima operazione di evacuazione aerea da Varsavia (Polonia) a Barcellona, Madrid e Buenos Aires con 238 persone rifugiate a bordo, la maggior parte delle quali anziani e donne con bambini. In meno di un mese, abbiamo trovato accoglienza per oltre 1.500 persone rifugiate. Questa missione continuerà; nuovi voli sono infatti previsti nelle prossime settimane.

I voli umanitari sono stati effettuati grazie alla collaborazione con Solidaire, un’organizzazione diretta da Enrique Piñeyro, che ha messo a disposizione un aereo Boeing 787-8 Dreamliner, insieme alla Fondazione DKV Integralia e diversi enti come il Consiglio comunale di Guissona, il Convento di Santa Clara e Mensajeros de la Paz, Caritas Italiana.

Dall’inizio di questa emergenza, Open Arms ha stabilito una base operativa con una squadra di volontari a Varsavia (Polonia), da dove coordiniamo tutte le operazioni di evacuazione per i rifugiati dall’Ucraina.

Più di 350 tonnellate di aiuti umanitari

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, sono stati inviati 29 camion con più di 350 tonnellate di aiuti umanitari con beni di prima necessità destinati alla popolazione civile come prima risposta all’emergenza.

Gli aiuti, inviati via terra dal nostro centro logistico di emergenza nell’area metropolitana di Barcellona, comprendono medicinali e materiale sanitario, prodotti per l’igiene e cibo per adulti e bambini, volti ad alleviare la situazione vissuta dalla popolazione civile intrappolata nel paese. L’operazione è stata condotta sotto il coordinamento dell’ambasciata ucraina in Spagna e con l’aiuto di diverse associazioni e le spedizioni sono ancora in vigore.

Medici per l’Ucraina

In collaborazione con DKV Seguros, abbiamo lanciato il progetto Medici per l’Ucraina (www.doctorsforukraine.org ), con il quale offriamo assistenza medica digitale gratuita alla popolazione colpita dall’attuale conflitto in Ucraina, attraverso consultazioni in chat.

Questa iniziativa, lanciata in collaborazione con il Consolato Generale dell’Ucraina in Polonia, l’Associazione degli Ucraini in Spagna e il Consolato Generale dell’Ucraina a Barcellona, offre una piattaforma di telemedicina che consente ai cittadini di formulare in tempo reale qualsiasi domanda relativa alla salute a un operatore sanitario tramite chat o telefono IP.

Con questo progetto vogliamo contribuire nella misura delle nostre possibilità a ridurre lo stress e l’angoscia sofferti dalle famiglie e dalle persone colpite dalla guerra non potendo effettuare visite mediche,  dando supporto o risolvendo dubbi legati alla loro salute.

Per contribuire a raccogliere risorse per #EmergenzaUcrania, è ancora attiva una pagina dedicata esclusivamente a questa missione:

https://www.openarms.es/ucraina/

Confidiamo che i diritti di TUTTE le persone vulnerabili che sono costrette a migrare da guerre, persecuzioni o da qualsiasi altra ragione vengano rispettati sul suolo europeo, in conformità con le convenzioni internazionali di protezione che li tutelano.

Il nostro veliero Astral sta ultimando i preparativi per poter tornare in missione di sorveglianza e soccorso nel Mediterraneo centrale in pochi giorni, per continuare a proteggere le vite alla deriva che le politiche europee abbandonano al loro destino in acque internazionali e che dovrebbero avere la stessa protezione delle persone vittime di conflitti altrove.