Ultimamente ci sembra di sentire ogni giorno un avviso che dice più o meno così: “L’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin ha evidenziato il fatto molto concreto che le forze autoritarie sono in aumento e che la democrazia è sotto attacco in tutto il mondo”. Se chiedessimo a qualcuno per strada i nomi di alcuni dittatori, probabilmente parlerebbero di Putin, o forse di Xi Jinping, Maduro, Castro, o persino di Morales. Quel qualcuno indicherebbe anche rapidamente che qui in Occidente viviamo in un paese libero e democratico e possiamo fare tutto ciò che vogliamo.

Se esaminassimo più da vicino ciò che è accaduto all’Occidente negli ultimi cinquant’anni, tuttavia, potremmo iniziare a porci domande sulla nostra libertà. Siamo legati a una singolare struttura economica, che a sua volta impone un singolare concetto di società. C’è molto poco da fare senza denaro in questa società. Del resto, come siamo portati a credere, quale potrebbe essere il significato della propria vita se non fare soldi, spendere soldi e pensare di fare più soldi?

Potrebbe essere utile ribaltare questa domanda: che altro faresti della tua vita, se non dovessi fare soldi? A che cosa penseresti? Di cosa parleresti con gli amici, se non dello shopping, dei prezzi e di tutto ciò che è legato al consumismo? Quando incontriamo qualcuno, una delle prime cose che gli chiediamo è “Che lavoro fai?”, come se questa fosse la nostra caratteristica più importante e determinante.

Questa struttura economica delle società occidentali potrebbe e dovrebbe essere definita come una dittatura. La disumanizzazione e la frammentazione della nostra cultura, così evidenti oggi, sono state causate in vari modi da questa crescente dittatura del denaro.

Questa dittatura può essere illustrata al meglio esaminando diversi aspetti del fenomeno. Probabilmente ogni punto non è una questione enorme in sé ma, una volta che ci rendiamo conto che sono tutti collegati, iniziamo a capire perché il denaro conta così tanto nelle nostre vite.

Cominciamo con qualcosa di semplice come l’acqua. L’acqua in bottiglia è facile da riporre nella borsa della palestra ed è un must per il proprio kit casalingo di emergenza per le catastrofi. Tuttavia, la sua rapidissima diffusione fin dagli anni Settanta ha avuto un impatto negativo sull’ambiente e la battaglia tra le marche d’acqua imbottigliata sta facendo aumentare il costo della risorsa più importante e preziosa del nostro pianeta. Il problema principale è la trasformazione dell’acqua da bene comune a prodotto da acquistare nei negozi (poiché, come affermano le multinazionali, l’acqua pubblica non è sicura per la salute). Nel 2018, il fatturato derivante dall’acqua in bottiglia negli Stati Uniti è stato pari a 18 miliardi di dollari.

In quale altro modo il sistema ci rende prigionieri? Convincendo i giovani a contrarre prestiti studenteschi. Gli studenti della generazione attuale stanno affrontando sacrifici economici del tutto estranei alle quelle passate. Il carico del costo dell’istruzione superiore si è lentamente spostato dal pubblico (un beneficio comune a tutti) all’individuale. Dagli anni Ottanta, il costo di una laurea di primo livello è aumentato ben del 213% nelle scuole pubbliche e del 129% nelle scuole private. Cosa ha permesso che questo aumento si verificasse senza grandi proteste da parte dell’opinione pubblica? Il Programma di prestiti garantiti per gli studenti iniziato nel 1965 ogni anno fornisce prestiti a basso interesse a migliaia di studenti universitari. A ogni studente viene detto di non preoccuparsi dei costi universitari, che adesso possono essere dilazionati. Di conseguenza, la crisi del debito studentesco attualmente colpisce oltre 43 milioni di americani, che devono 1,75 milioni di milioni di dollari in prestiti federali e privati, o una media di 29.800 dollari per laureato. Questi giovani sono incatenati al loro debito, fatto che influisce sulla loro affidabilità creditizia e sulla probabilità di ottenere mutui per un’auto o una casa, e che li costringe a trovare un lavoro con uno stipendio alto (a prescindere che piaccia) dopo la laurea. Molti di loro ci mettono decenni per restituire questi soldi e, a quel punto, sono legati da altre forme di prestito, restando schiavi dei dirigenti delle banche.

Intrattenimento: Negli anni Sessanta c’è stata una rivoluzione nella musica guidata da una nuova generazione di giovani che volevano “cambiare il mondo”. Naturalmente, gli affaristi ci videro un’opportunità di capitalizzazione e crearono un’industria totalmente nuova. Secondo gli ultimi calcoli di MRC Data, le canzoni degli anni Sessanta e Settanta rappresentano attualmente il 70% del mercato musicale statunitense. Bob Dylan ha recentemente venduto tutto il suo repertorio alla Sony in un epocale accordo a otto zeri, mentre il mercato della nuova musica si sta contraendo. Ciò ha coinciso con l’estensione della proprietà intellettuale nel settore dell’intrattenimento. Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel XIX secolo, anche se soltanto alla fine del XX è diventata prassi comune nella maggior parte dei sistemi giuridici mondiali. Il signor Dylan non ha avuto problemi a guadagnarsi da vivere con i suoi concerti, le vendite di album e gli ingaggi privati, ma gli affaristi volevano di più, così hanno aggiunto un altro livello di proprietà intellettuale. Ora, oltre al suo reddito “normale”, viene anche pagato per l’utilizzo delle sue canzoni già pagate. Pare magia.

Ora, noi consumatori di film, musica e documentari abbiamo abbonamenti mensili a servizi di streaming come Netflix, Hulu, Apple e HBO, raggiungendo una quota di mercato di 419,03 miliardi di dollari nel 2021, che dovrebbero diventare 932,29 miliardi di dollari entro il 2028. Non compriamo né possediamo alcun prodotto artistico, ma paghiamo una tariffa mensile alle società (di cui solo una piccola parte va all’artista) per avvalercene.

Plastica Regina: I più anziani potrebbero ricordare com’era la vita prima delle carte di credito. Tutto ciò che si voleva comprare doveva essere pagato in contanti, fino a quando le banche non inventarono questo “magico” pezzo di plastica. La prima carta di credito universale fu introdotta dal Diners’ Club nel 1950 e un’altra, nota come carta di viaggio e intrattenimento, fu istituita dall’American Express Company nel 1958. È stata una rivoluzione che ha consolidato la concentrazione del potere delle banche. Non c’è più il limite del denaro che si ha a portata di mano, ma sia ha accesso a una linea di credito. Quindi ora non c’è bisogno di contanti, ma una c’è nuova preoccupazione quotidiana: come fare a pagare il saldo della propria carta di credito? Complessivamente, gli americani devono 807 miliardi di dollari su quasi 506 milioni di carte di credito, l’equivalente del budget di New York per 8 anni.

Tecnologia: Nel marzo 1876 fu sviluppata la tecnologia del telefono. Successivamente, fu costruita una rete, con telefoni fissi installati come risorsa condivisa di una casa, insieme alla radio (1890), al frigorifero (1899), alla TV (1927) e così via. Nel 1973, tuttavia, Motorola sviluppò il primo telefono senza fili e, pochi anni dopo, iniziò effettivamente l’industria del personal computer, facendoci passare dalla nozione di tecnologia “condivisa” a quella di protesi personale. Lo sviluppo della tecnologia WIFI ha eliminato la necessità di una connessione individuale alla rete fissa ma, invece di vederla come un’opportunità per fornire a tutti l’accesso a Internet, le aziende l’hanno vista come un’altra opportunità per fare soldi, e quindi ora tutti noi dobbiamo pagare per avervi accesso.

Naturalmente, il WIFI è un mero esempio, ma il sistema sanitario degli Stati Uniti funziona allo stesso modo. L’assicurazione sanitaria è legata al posto di lavoro quindi se non si lavora, si perde la copertura. È così semplice, eppure così assurdo.

Naturalmente, tutti possono fare quello che vogliono con la propria vita… dopo aver pagato le bollette (affitto/mutuo, tasse, mezzi di trasporto, cibo, internet, istruzione, cellulare, auto, prestiti studenteschi, vestiti, carte di credito, spese per i figli, cure mediche) e avendo uno, forse due, o a volte persino tre lavori per potersi permettere tutto ciò. In realtà pochissime persone che conosco fanno quello che vogliono con la propria vita. In generale, le persone fanno quello che devono per arrivare a fine mese.

Come in ogni dittatura, vi è una minoranza di colpevoli e una maggioranza di oppressi. Secondo un rapporto di Americans for Tax Fairness (ATF) e dell’Institute for Policy Studies Program on Inequality (IPS), durante la pandemia i miliardari statunitensi hanno visto crescere la loro ricchezza di 1,8 milioni di milioni di dollari e il loro patrimonio collettivo aumentare vertiginosamente per il 62%. Nel frattempo, un sondaggio su 2.633 consumatori statunitensi, condotto in collaborazione con PYMNTS.com e pubblicato a inizio marzo, ha rilevato che il 64% degli americani stava vivendo stipendio per stipendio nel gennaio 2022, rispetto al 52% nell’aprile 2021.

Naturalmente, come sempre, ci sono molte cose che potremmo fare per cambiare questa situazione assurda. A livello personale, dovremmo prima riconoscerla come una dittatura alla quale siamo sottomessi. Il secondo passo sarebbe quello di dedicare, nella propria vita quotidiana, un po’ di tempo ed energia ad attività non commerciali (socializzazione, lettura, volontariato, esplorazione artistica, ecc.). Iniziando con trenta minuti al giorno e cercando di aumentare progressivamente il tempo. Sarà un grande passo nella giusta direzione, l’inizio di un processo liberatorio che potrebbe aprire le porte a nuovi orizzonti e nuove opportunità.

A livello sociale, potrebbero essere messe in atto diverse proposte per liberare le nostre vite da questa dittatura, come l’assicurazione sanitaria universale, l’adozione di un reddito di base universale, il passaggio da una democrazia rappresentativa a una democrazia diretta, il libero accesso alle università, lo sviluppo di un salario minimo equo e l’implementazione di un salario massimo e così via. In una dittatura politica, il potere centrale cerca di isolare le persone e di generare in loro timore per la propria sicurezza e per quella delle proprie famiglie. Allo stesso modo, in una dittatura economica, le società e le banche cercano di mantenere le persone preoccupate per la propria situazione, la propria sopravvivenza e quella delle proprie famiglie. Qualsiasi tentativo di pensare alla comunità viene scoraggiato al grido di “socialismo!”.

Come le persone coraggiose di tutto il mondo che lottano insieme contro la tirannia e le dittature politiche aspirando a un ideale superiore, anche noi abbiamo un futuro da costruire ma dobbiamo prima liberarci dal nostro legame con il denaro.

Traduzione dall’inglese di Simona Trapani. Revisione di Mariasole Cailotto.