La Russia è il maggiore esportatore di gas al mondo, seguita da Stati Uniti, Iran e dal Qatar. La Russia ha riserve di gas per 47,800 miliardi di metri cubi. Secondo i dati dell’Eurostat l’Europa negli ultimi anni ha aumentato le sue importazioni di gas naturale dalla potenza dell’est. Mentre la Francia diminuisce leggermente la sua dipendenza di questa materia dalla Russia, altri paesi come Spagna, Grecia, Portogallo aumentano il loro fabbisogno energetico. Gli stati nordici come Svezia e Norvegia hanno iniziato le importazioni a partire dal 2020. L’Italia secondo quanto riportato da un articolo de Il Sole 24 ore ha aumentato dal 2013 l’approvvigionamento del 20%, mentre i dati dell’Eurostat al contrario segnalano una leggera diminuzione tra il 2019 e 2020.

La maggior parte delle infrastrutture di trasporto del gas sono di proprietà della russa Gazprom, seguita dalla canadese Tc Energy  e dalla statunitense Kinder Morgan. Il governo di Putin mantiene sul colosso Gazprom quasi il 40% delle quote azionarie “per tal motivo il governo russo fino al 2006 stabilì che investitori stranieri potevano acquistare unicamente Azioni Depositarie della Gazprom, ovvero azioni ad un prezzo maggiorato rispetto a quello di mercato. Un ulteriore incentivo alla crescita della compagnia fu garantito dalla legge federale russa del 20 luglio 2006, che concede alla Gazprom il monopolio di stato sulle forniture di gas”. come riporta il Tradincenter.

Gli Stati Uniti, che producono altrettante quantità enormi di gas, esportano principalmente verso il Canada e il Messico. Ma attualmente l’Europa ha siglato un accordo con il Presidente Biden che prevede un aumento delle importazioni dall’America fino ad arrivare ad un import di 50 miliardi di metri cubi entro il 2030. Uno dei fattori chiave di questo attuale conflitto bellico in corso in Ucraina, come abbiamo detto in precedenti articoli è il fattore economico, in questo caso non bellico, ma energetico.

Intanto la Germania guarda al futuro e alle energie rinnovabili, per liberarsi dalla dipendenza dalla Russia prevede entro il 2030 fonti energetiche su base green economy.

L’esecutivo tedesco ha presentato un dossier di 500 pagine con tutte le misure, incentivando il fotovoltaico e l’eolico. La Cina, che al momento sembra mantenersi equidistante e non prende una netta posizione su quanto sta avvenendo alle porte dell’Europa, ha firmato con la Russia il contratto per un nuovo gasdotto Soyuz Vostok.

Si tratta di un’ infrastruttura che passando per la Mongolia fornirà la Cina di gas, che ha già provvigioni energetiche dal 2019 attraverso il gasdotto Power Siberia insieme a spedizioni di gas liquefatto.

Questa guerra che si muove anche tra e per interessi economici mondiali, volontà di cambiamenti geopolitici e con la corsa alla crescita di entrate per l’industria bellica, pone chiaramente una più ampia e forte spaccatura tra l’Alleanza Atlantica e il mondo orientale. Il Parlamento Europeo oggi ha varato la risoluzione per il definitivo embargo a gas, petrolio e carbone dalla Russia. Le soluzioni diplomatiche e per una futura pace sembrano essere ancora più lontane, o forse non sono mai realmente esistite. I civili continuano a morire in tutto questo, il conflitto armato si acuisce e lo spettro del nucleare che è come una spada di Damocle su tutti noi, non sembra essere solo una possibilità e una semplice ipotesi.