L’Unione europea ha annunciato l’aumento delle forniture militari all’Ucraina: da un miliardo a un miliardo e mezzo. Ma chi paga per queste armi? Le spese di questa operazione euro-atlantica sostenute da ogni Stato membro (ad eccezione di Austria, Irlanda e Malta che, non facendo parte della NATO, hanno potuto esimersi) sono coperte dall’European Peace Facility, strumento finanziario ‘fuori bilancio’ a supporto delle iniziative militari internazionali europee.

Istituito il 22 marzo 2021 con una prospettiva settennale e una dotazione previsionale di 5.692 milioni di euro, l’EPF è finanziato dai contributi annuali degli Stati membri dell’UE stabiliti in base al Reddito nazionale lordo. La quota di contribuzione annuale dell’Italia è quindi di circa il 12,5%. Ciò significa che il nostro Paese sta contribuendo al finanziamento dell’operazione di sostegno bellico all’Ucraina, al momento confermata per 1 miliardo di euro complessivo, con circa 125 milioni di euro. Se un’ulteriore tranche di 500 milioni verrà deliberata, come da indiscrezioni delle ultime ore, il contributo totale per l’Italia a questo specifico rimborso legato alle decisioni sul conflitto ucraino salirà a circa 187,5 milioni di euro.

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