Si chiama Paxlovid, un mix dei farmaci nirmatrelvir e ritonavir, lo produce la Pfizer e l’OMS lo raccomanda come la migliore terapia contro il Covid-19 in pazienti ad alto rischio.
Ma di fatto la cura è pressoché impossibile per i Paesi a basso reddito a causa dei prezzi e del condizionamento dei brevetti.
L’OMS lancia una forte richiesta: è urgente abbassarne i costi, intervenire sui brevetti e rendere pubblici e trasparenti i contratti bilaterali con le case farmaceutiche.

“L’allarme OMS è fin troppo chiaro: il cappio esercitato dai brevetti sui vaccini si estende anche ai farmaci anti Covid-19; vi è il concreto rischio di condannare a morte le popolazioni di intere aree del mondo, materialmente impossibilitate ad accedere alle terapie per i costi esorbitanti e non solo!” ha dichiarato Vittorio Agnoletto, coordinatore della Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic.

“La pandemia non è finita; in Italia abbiamo ogni giorno tra i 100 e i 200 decessi. Abbiamo denunciato da subito il grave rischio che corre l’umanità e l’evoluzione della pandemia lo conferma con le nuove varianti che si moltiplicano perché il coronavirus gira “indisturbato” in varie aree del pianeta, prive di vaccini e di cure, e torna da noi ricreando gravi focolai infettivi: la vicenda cinese ne è eclatante e drammatico esempio. Non ci sono alternative: il WTO deve approvare nella riunione di giugno la sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini e dei farmaci anti Covid-19, senza se e senza ma, come chiesto da ottobre 2020 da India e Sudafrica. Qualunque altro “patteggiamento”, sospensioni parziali e quant’altro sarebbe del tutto inutile e dannoso!”

Ma c’è un altro allarme lanciato dall’OMS: il farmaco Paxlovid può essere somministrato solo quando la malattia è nelle sue fasi iniziali; quindi, occorre un test rapido e accurato per poter decidere quando ricorrere a questa terapia. Ma nei paesi a basso reddito il tasso medio giornaliero di tamponi è di un ottantesimo di quello dei paesi ad alto reddito. Impossibile fare diagnosi precoci: è la storia del cane che si morde la coda!
Una vicenda esemplare, che nella sua drammaticità sta facendo il giro del web, è quella denunciata da Sakina Datoo, giornalista nel Regno Unito, originaria della Tanzania: mentre la sua famiglia in UK è tutta vaccinatasuo padre, 83 anni, è morto di Covid perché non ha potuto accedere ai vaccini e alle cure, nonostante fosse circondato da medici, in quanto la Tanzania è “tagliata fuori” dai contratti con le aziende farmaceutiche: e questo è il destino di tanti Paesi nel mondo!

L’accesso pubblico ai contratti capestro fra le case farmaceutiche e l’UE è stato chiesto nei giorni scorsi anche dal gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, istituzione che più volte ha votato mozioni chiedendo la sospensione temporanea dei brevetti, rimanendo inascoltata dalla Commissione UE.
Ma adesso non c’è davvero più tempo da perdere: la riunione del WTO di giugno è l’ultima possibilità.

Per info: Carmìna Conte, cell 393 13 77616