Fiori, candele e momenti di raccoglimento per ricordare le vittime degli attentati di ieri a Kabul, soprattutto studenti, ma anche appelli a “riconoscere il genocidio della comunità degli hazara” in corso in Afghanistan, che “prosegue da oltre un secolo”, e a portare i responsabili davanti alla Corte penale internazionale con sede all’Aia. Immagini e messaggi che hanno segnato una manifestazione convocata dalla diaspora hazara e da organizzazioni della società civile italiana nei Giardini di Piazza Vittorio di Roma, cuore multiculturale della capitale.

Nell’attacco di ieri – due esplosioni davanti a un liceo e un lancio di granata davanti a un centro studi – hanno perso la vita almeno sei persone, mentre 11 sono rimaste ferite, stando a fonti del dipartimento per la sicurezza citate dall’emittente afghana ToloNews.

In una nota le organizzazioni promotrici dell’iniziativa, che si è svolta a Roma ieri sera, hanno denunciato che i fatti di ieri rientrano in una “serie di attacchi coordinati ai centri d’istruzione hazara” che va avanti da anni. Lo scorso maggio a essere colpito era stato un liceo femminile nello stesso quartiere di Kabul dove si sono verificate le ultime esplosioni. In quell’occasione avevano perso la vita almeno 85 giovani.

Secondo fonti indipendenti citate nella nota, negli ultimi cinque anni sono stati condotti almeno 35 attacchi contro gli hazara. Da qui l’appello: “In assenza di uno Stato legittimo e riconosciuto in Afghanistan, chiediamo alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite di prestare attenzione alle uccisioni degli hazara e di adottare misure per salvaguardare la loro esistenza”.

Tra le richieste anche quella di “indagare sul genocidio” e “sulle violazioni dei diritti umani commesse ai danni degli hazara dalle autorità dei talebani e da altri gruppi fondamentalisti, presentando il caso presso la Corte penale internazionale con sede all’Aia”.

Nell’appello si esortano “con urgenza” le organizzazioni in Italia “ad alzare la loro voce contro le violazioni dei diritti umani umani degli hazara commessi dai talebani”, al potere a Kabul dallo scorso agosto, “dallo Stato islamico di Khorasan e da altre entità terroristiche che operano nella regione”. Al governo di Roma si chiede inoltre di “usare le sue risorse diplomatiche all’Onu, nei forum internazionali e nelle relazioni bilaterali con altri Paesi a tutela dei diritti umani degli hazara in Afghanistan”.

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