Nel gruppo “Borghi e sentieri della Laga”, si condividono conoscenze, escursioni, ed esperienze sostenibili, ma soprattutto ci si adopera per favorire una piena rivalutazione culturale di un territorio molto vasto che comprende tre Regioni (Marche, Lazio e Abruzzo) e ben 16 Comuni, attraverso la riaggregazione delle popolazioni residenti, risultate frammentate a seguito degli effetti congiunti del terremoto e del fenomeno dello spopolamento montano.

Ne parliamo con Roberto Gualandri, accompagnatore Escursionistico Volontario FederTrek, che insieme ad Antonio Citti e Giuseppe Virzì, sono gli animatori e creatori del sito e del gruppo Facebook.

Perché avete creato questo gruppo?

È stato un piccolo atto d’amore, dedicato a queste montagne uniche. Vogliamo sia risvegliato l’interesse culturale, ambientale di queste bellissime zone. Crediamo infatti che incentivare le nuove forme di turismo esperienziale di qualità e di diretto contatto con le realtà locali, sia l’unico modo per salvere gli Appennini e le zone interne. Un turismo capace di mettere al centro delle attenzioni le popolazioni residenti e le attività umane tradizionali, totalmente alternativo al turismo sciistico invernale che sappiamo, per gli impatti sul territorio e per le cause climatiche, non può più reggersi. Vogliamo valorizzare quindi la bellezza del territorio, dei prodotti, delle emergenze ambientali, coinvolgendo tutti quelli che ci vivono. L’areale preso a riferimento, comprende, oltre all’intera catena della Laga, anche le zone limitrofe strettamente connesse, come l’estesa conca amatriciana, il versante accumolese del sottogruppo del Monte Pozzoni, il cosiddetto “Appennino Perduto” di Acquasanta Terme e della Val Fluvione, l’area ascolana di Castel Trosino-Rosara, l’intero comprensorio dei Monti Gemelli, le aree teramane di Torricella Sicura, di Montorio e della Val Vomano, il Lago di Campotosto.

Che cosa è il laghismo?

È un azzeccatissimo termine attribuito da alcuni noti appassionati di montagna appartenenti allo storico nucleo del CAI ascolano, i quali hanno saputo riconoscere la “diversità” della Laga dal resto dell’Appennino non solo dal punto di vista geologico, ma soprattutto rimarcando quella predilezione, quella particolare nostalgia, per le nostre montagne e vallate, insieme a quell’inesauribile bisogno di girovagare tra piccoli borghi rurali, estese foreste, cime panoramiche ed incantevoli valli ricche di acqua limpida, che nascondono le ormai celebri e frequentatissime cascate.

Nel vostro sito e nel gruppo valorizzate anche gli antichi saperi e mestieri della montagna?

Certamente, il percorso di riabilitazione culturale di queste zone è iniziato proprio con una ricognizione sul territorio della parte di popolazione anziana residente, interpellata per rivalutare le testimonianze dirette di vicende vissute e le fatiche delle umili genti di montagna, ormai purtroppo, assai ridotte in termini numerici. Abbiamo così preso contatto, anche attraverso delle interessanti interviste, con scalpellini, pastori, artigiani, boscaioli, carbonai, ecc. che coinvolgeremo a breve anche per interessanti progetti di educazione ambientale collegati alla didattica, avendo sollecitando diversi plessi scolastici delle zone teramane per l’anno scolastico in corso.

Come stanno le zone colpite dal sisma?

È ancora la principale ferita aperta in queste zone. Nei territori di Arquata del Tronto, Accumoli, Amatrice e Campotosto, rimosse le macerie c’è attualmente un desolante vuoto. I Villaggi SAE sono purtroppo ancora lì a sostituire molti dei magnifici borghi della Laga. Tuttavia negli ultimi mesi qualcosa sta cambiando, grazie alla spinta propulsiva del Commissario Legnini e dei nuovi fondi europei disponibili. Anche in molti altri Comuni i danni arrecati dal sisma sono ancora evidenti, ed hanno finito per aggravare il già esistente fenomeno dello spopolamento.

Avete organizzato attività in presenza (pulizie, censimenti di piccoli borghi?) Potreste raccontarcele?

Nonostante le limitazioni dovute all’emergenza sanitaria da Covid 19, in questo ultimo anno abbiamo fatto visita a circa 200 borghi abbandonati o semi abbandonati, mentre sul nostro sito https://borghiesentieridellalaga.org/ che presenteremo a breve, abbiamo completato la mappatura completa delle frazioni di tutti i Comuni del comprensorio, risultando il primo portale web ad aver censito questi piccoli tesori rurali che risalgono all’epoca longobarda.

Inoltre nello scorso mese di luglio col sostegno delle popolazioni residenti abbiamo rispristinato alcuni sentieri nel Comune teramano di Rocca S. Maria, proponendo poi un riuscitissimo evento. Abbiamo infine preso contatti con alcune amministrazioni comunali dell’areale, per collaborare nella promozione della sentieristica locale e delle rilevanze ambientali, tenuto presente che la gran parte del territorio è tutelato dall’esteso Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga.

https://borghiesentieridellalaga.org/