Caro futuro Sindaco,

Torino è attraversata dal tram 3, che va da un quartiere collinare storicamente tra i più benestanti, fino alle Vallette. Lungo gli 8 km del tram 3, ad ogni chilometro, chi abita nel tragitto perde 6 mesi di vita. Dunque 4 anni di vita in meno per chi abita alle Vallette, rispetto a chi vive in piazza Hermada.

Questo dicevano gli epidemiologi nel 2010, ora l’impressione è che, anche nel percorso del tram come dappertutto, a Torino le diseguaglianze di salute siano peggiorate.

Se Torino è la città dove sono stati fatti i tamponi ai migranti, dove gli screening oncologici funzionano, che vanta reparti di eccellenza,  è anche  la città dove i Pronto Soccorso sono pieni e le barelle si accumulano.

A Torino i medici di medicina generale si aggregano meno che in provincia, e forse proprio perché meno organizzati, un numero percentualmente minore di loro ha aderito alla campagna vaccinale.

Dopo una notte di guardia, l’alba su Torino è bella e rassicurante. Ma l’aria che si respira all’uscita della guardia è tra le peggiori d’Europa. E per chi vive a Torino nord, al capolinea del tram, l’aria è ancora peggio. E anche lì i bambini giocano all’aperto.

Se la gestione della sanità è in capo alla Regione, Lei caro Sindaco è l’autorità sanitaria locale. E’ il responsabile della condizione di salute della popolazione del Suo territorio.

Dunque il tema salute La riguarda, e noi Le scriviamo.

Ecco secondo Anaao Assomed quali sono le dieci priorità per la sanità torinese:

  1. Parco della Salute. Chiediamo che venga rivalutata la scelta dell’area, che ha una limitata estensione rispetto alle necessità, con conseguente riduzione dei posti letto e necessità di conversione dell’ospedale CTO in presidio di I livello con sdoppiamento dei DEA. I nuovi ospedali dovrebbero essere a ”fisarmonica”, con possibilità di aumentare i posti letto secondo le necessità, come la drammatica esperienza della pandemia da Covid-19 ci dovrebbe aver insegnato.
  2. Assistenza territoriale e domiciliare. E’ necessario potenziare l’assistenza domiciliare integrata, le dimissioni protette, aumentare i contributi economici per la gestione a domicilio dei pazienti. Bisogna ottimizzare l’assistenza territoriale, anche utilizzando il finanziamento del PNRR, aprendo le Case di Comunità, con aggregazioni di medici di famiglia h12 che lavorino in collaborazione con i servizi sociali, infermieristici e con gli specialisti ambulatoriali. Queste azioni contribuirebbero, tra l’altro, a ridurre il sovraffollamento dei Pronto Soccorso. Chiediamo, nello specifico, la riconversione complessiva del Maria Adelaide in Casa di Comunità e Ospedale di Comunità: il quartiere Aurora è uno dei quartieri con maggiore svantaggio socio-economico e contestualmente è nel quadrante torinese con meno servizi socio-sanitari.
  3. Ambiente. La proporzione di patologie da attribuirsi all’inquinamento ambientale è del 10-15% sul totale, e di queste l’80% è da attribuirsi all’inquinamento atmosferico, che a Torino sfora pericolosamente tutti i limiti da anni. Le evidenze scientifiche ormai sono inconfutabili rispetto ai molteplici effetti sulla salute dovuti all’esposizione a inquinamento atmosferico, che non riguardano più solo le patologie a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, ma ormai sono chiari anche gli effetti a carico delle patologie neurologiche degenerative, in primis Parkinson e Alzheimer, malattie psichiatriche, diabete. Sono urgenti misure drastiche per ridurre l’inquinamento dell’aria in modo sistematico e duraturo.
  4. Salute dei bambini/ragazzi. Tutelare la salute dei bambini: progettare parchi giochi lontano da strade trafficate, promuovere le scuole car free. Attuare strategie integrate (sistema sanitario, sistema sociale e mondo della scuola) per favorire in ambito scolastico ed extrascolastico l’educazione alimentare, al movimento, il rispetto dell’ambiente, per contrastare il bullismo e il rischio di dipendenza da sostanze.
  5. Città per le donne: le donne sono il 67% del personale all’interno del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Chiediamo di inserire la prospettiva di genere nelle politiche urbanistiche e intraprendere ogni azione necessaria a ridurre il rischio di aggressione, come parcheggi e strade ben illuminate. Ricordiamo poi che l’inquinamento dell’aria pesa in particolare sulla salute delle donne, favorendo l’infertilità, le complicanze gravidiche e il rischio di neonati con basso peso alla nascita.
  6. Salute mentale. La chiusura momentanea del SPDC dell’Osp. Mauriziano di fatto sembra una chiusura definitiva. La rete ospedaliera psichiatrica della Città di Torino è stata depauperata di 16 posti letto. I Pronto Soccorso degli ospedali torinesi sono diventati praticamente degli ambulatori aperti 24ore/24 per gestire le urgenze psichiatriche che il territorio, in forte carenza organica, non riesce a gestire. Oltre alla gestione delle patologie, è indispensabile attuare tutte le iniziative per prevenirle, per esempio il contrasto alla ludopatia.
  7. Orari scolatici flessibili, adeguati ai lavoratori turnisti. E quindi adeguati ai sanitari: prevedere nelle scuole di tutti i gradi il pre e post scuola, aperture più ampie nelle festività natalize, pasquali ed alternative adeguate e sostenibili economicamente per le vacanze estive.
  8. Accessibilità degli ospedali. Chiediamo che gli ospedali siano adeguatamente serviti dal trasporto pubblico urbano e siano dotati di sufficienti parcheggi, prevedendo opportune convenzioni per i dipendenti. Chiediamo che in tutte le strutture sanitarie venga potenziata l’accessibilità ai portatori di disabilità.
  9. Migranti, senza fissa dimora, che si trovano oggi ai margini del Sistema Sanitario e ricorrono alle cure quando la malattia è già avanzata o in caso di urgenze e incidenti. E’ necessario che anche i senza fissa dimora possano avere il medico di famiglia, che siano potenziati i servizi ambulatoriali dedicati agli irregolari, garantendo la presenza di mediatori linguistici, che a tutti gli irregolari venga assegnato il codice regionale con sigla STP, che garantisce cure ambulatoriali ed ospedaliere essenziali. E’ necessario che il Comune si confronti con le realtà che sul territorio gestiscono i migranti, per individuare con precisioni le necessità.
  10. Prima e di più, per i quartieri a maggiore disagio sociale. Le aree di Torino a maggiore deprivazione sociale sono anche quelle in cui ci si ammala e si muore di più. E’ necessario analizzare i determinanti di salute ed attuare tutte le iniziative per migliorarli (campagne anti-fumo e sostanze di abuso, campagne di  sensibilizzazione contro il cibo spazzatura, corsi di educazione sessuale, corsi pre-parto in lingua straniera, attività sportive per giovani, sostegno del diritto allo studio per tutti ecc). Risulta indispensabile ridurre la discriminazione nell’accesso ai servizi sanitari, oggi sbilanciate a favore di chi ha maggiori strumenti per poter esigere il proprio diritto alla salute.

Se qualcosa ci ha insegnato la pandemia da Covid-19, è che non è possibile tutelare la salute del singolo senza tutelare la salute di tutti. Principio alla base del concetto di comunità. Nelle scelte per la salute, Le chiediamo di non avere altro interesse che non sia la tutela della salute. Dunque, caro futuro Sindaco, Le chiediamo di governare la Città come se vivesse alle Vallette, come se dovesse improvvisamente andare in Pronto Soccorso, come se respirasse l’aria con i polmoni di un bambino che gioca all’aperto, a Torino.

Anaao Assomed Piemonte

L’articolo originale può essere letto qui