La partita contro il Covid-19 è ancora tutta da giocare. Per contenere e sconfiggere l’epidemia, vaccini, strumenti diagnostici e cure devono essere accessibili a tutti.

Per vincere contro il Covid, il diritto alle cure deve essere per tutti!

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  1. Collaborazione tra Stati e ricerca trasparente

Mentre è incoraggiante vedere come nelle iniziative di governi e attori internazionali sia sempre più ricorrente il riferimento al vaccino contro il Covid-19 come a un bene pubblico, è essenziale che i meccanismi che regolano la cooperazione tra stati e le modalità di distribuzione e di accesso al vaccino, siano chiaramente definiti in modo da garantire equità e inclusione di tutti i Paesi.

Esiste, infatti, una reale preoccupazione che si instaurino meccanismi a più livelli, in cui gli stati economicamente più forti si possano assicurare un vantaggio e una maggiore libertà di utilizzo del prodotto, rispetto agli stati più deboli.

In tempo di pandemia sarebbe auspicabile assicurare, con la necessaria coordinazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una condivisione trasparente dei saperi, degli accordi sulle proprietà intellettuali esistenti e dei contributi pubblici ricevuti dall’industria farmaceutica cui non deve essere lasciata libera iniziativa nella definizione del prezzo e della distribuzione dei vaccini.

D’altra parte le Istituzioni internazionali devono arrivare a una chiara definizione delle procedure e delle regole in modo che i futuri prodotti medici sul Covid-19 siano disponibili e accessibili a livello globale.

 

  1. Sospensione dei brevetti

Per permettere la produzione locale di prodotti farmaceutici in tutto il mondo, deve essere promosso l’uso governativo di licenze obbligatorie e soprattutto prevedere la sospensione dei brevetti e altri diritti di proprietà intellettuale su farmaci, vaccini, diagnostici e dispositivi di protezione individuale per tutta la durata della pandemia secondo la proposta di deroga agli accordi sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS) presentata all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).

Solo così sarà possibile consentire anche una condivisione della conoscenza scientifica verso paesi a medio e basso reddito, rendendoli progressivamente autonomi, diversificando i siti di produzione e ampliando la capacità produttiva. È indispensabile includere nei diversi tavoli negoziali, anche i Paesi a medio e basso reddito per favorire una ricerca che tenga conto ugualmente delle istanze dei sistemi sanitari più fragili.

 

  1. Non ripetiamo gli errori del passato

Da 50 anni i nostri medici vedono con i propri occhi quanto monopoli e prezzi elevati abbiano un impatto drammatico sulla salute delle persone. Per esempio, le terapie antiretrovirali che hanno sensibilmente ridotto il numero dei decessi da HIV/AIDS nei Paesi ricchi, sono sbarcate in Africa soltanto 10 anni più tardi con la produzione e l’esportazione delle prime versioni generiche indiane. Non possiamo permettere che accada di nuovo.

Il settore farmaceutico difficilmente andrebbe in crisi né subirebbe perdite anche in caso di una severa regolamentazione dei prezzi.

 

  1. Un vaccino per tutti

L’accessibilità universale al vaccino contro il Covid-19 non è solo una questione di equità, ma è anche la precondizione necessaria per far sì che si inneschi il fenomeno noto come “immunità di gregge“, utile a scongiurare ondate epidemiche successive.

La probabilità che il virus possa circolare liberamente è inversamente proporzionale al numero delle persone vaccinate, che in un mondo globalizzato e interconnesso sappiamo essere cruciale. Immaginare di rimanere protetti dal proprio sistema sanitario e al sicuro dentro le proprie frontiere, oggi non è più concepibile: i virus valicano confini e la tutela della salute di tutti dipende dal modo in cui si organizzeranno le risposte globalmente. Nessun paese si salverà da solo.

Non chiediamo mica la luna. Facciamo #spazioallecure

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