In questo articolo abbiamo affrontato alcuni aspetti di questa vicenda che è notevolmente emblematica

Per comprendere meglio gli aspetti di questa situazione di estremo pericolo per l’incolumità della cittadinanza ci rifaremo ad un’altra situazione di cui Pressenza ha dato conto ai propri lettori: la vicenda di Amadou Toure.

Amadou Toure è una persona migrante che ad un certo punto è crollata, è andata in “confusione mentale”, gli psichiatri, gli psicologi che lavorano con le persone migranti sanno bene quanto un viaggio come quello intrapreso e quanto una sempre più difficile vita in Italia possano compromettere l’equilibrio di chiunque.

Amadou, seguito dal punto di vista sanitario dal dipartimento di salute mentale e ricoverato in una struttura, viene forzosamente prelevato dai Carabinieri per un decreto di espulsione e portato in Questura a Torino.

Peccato che i Carabinieri non abbiano controllato: Amadou è titolare di protezione sussidiaria, quindi inespellibile; quel decreto di espulsione è un pasticcio burocratico tutt’ora irrisolto.

Non solo: visto che in Questura non se ne fa nulla, i Carabinieri non pensano di riaccompagnare Amadou alla struttura, o comunque di esercitare quel dovere di tutela che spetta appunto ad un “tutore dell’ordine”, semplicemente lo abbandonano a se stesso sotto la Questura.

Se Amadou avesse avuto tendenze violente, sarebbe potuta succedere la stessa cosa che a Rimini.

Sembra di tutta evidenza che i fatti di Rimini siano ascrivibili ad uno stato psichico profondamente alterato: parliamo di accoltellamenti plurimi, “casuali”, senza una ragione coerente e per di più anche di un bambino.

La responsabile della Croce Rossa, prima che tutto ciò accadesse, ha segnalato alla Prefettura che l’autore degli accoltellamenti manifestava tendenze violente, ma senza esito.

Il caso di Amadou e il caso di Rimini sono accomunati dalla mancanza di tutela.

La persona che ha commesso questi fatti andava visitata, valutata, secondo i principi sanciti per legge: è francamente difficile pensare che una “sensazione di allarme” da parte della responsabile della Croce Rossa non avesse trovato riscontri in una valutazione psichiatrica.

Questa persona non è stata tutelata e la mancanza di tutela nei confronti di questa persona si è tramutata in mancanza di tutela nei confronti della cittadinanza, con esiti molto gravi.

Una disapplicazione ancorché selettiva dei principi di legge – la legge ha sostanzialmente funzione di tutela – può creare problemi che aumentano la già preoccupante sfiducia nei confronti delle Istituzioni, problema che si ripercuote sulla pace sociale.

Vedremo se e in che modo le indagini accerteranno responsabilità dirette e indirette.