La pandemia di Covid-19 ha fatto crescere i gesti di solidarietà tra gli argentini: è quanto emerge da studi realizzati sul tema e rilanciati in un articolo dall’agenzia di stampa Telam. Il Paese, oltre tre milioni di casi di contagio e più di 60mila morti, è uno tra i più colpiti dalla pandemia.

Significativi anche gli effetti sul piano economico della crisi sanitaria e dei lunghi periodi di blocco totale alle attività non essenziali imposte dal governo del presidente Alberto Fernandez per contenerla. Stando ai dati ufficiali più aggiornati, rilanciati dai media locali, nel 2020 il 42 per cento dei 45 milioni di cittadini argentini ha vissuto in povertù, mentre il 40 per cento è impiegato nell’economia informale.

A fianco di questi dati negativi, però, ce ne sono altri che danno respiro. Secondo uno studio realizzato dalla Universidad Argentina de la Empresa (Uade) tra gli abitanti dell’area metropolitana della capitale Buenos Aires, riferisce Telam, circa due cittadini su tre hanno riferito di essersi impegnati in una qualche attività di aiuto da quando è iniziata la pandemia, nel marzo 2020.
Stando invece ai dati raccolti dalla società di sondaggi Voices e dall’agenza di ‘fundraising’ per le ong Qendar, quasi metà degli argentini, il 44 per cento, ha donato beni di qualsiasi tipo alle persone più vulnerabili, mentre oltre un terzo degli abitanti del Paese, il 35 per cento, ha realizzato del volontariato. In entrambi casi si tratta di dati in aumento rispetto agli anni precedenti.

Diverse delle persone intervistate da Telam, tra le quali Lautaro Rubbi, ricercatore della Uade, hanno tracciato un parallelismo con la situazione di profonda crisi economica che colpì il Paese nel 2001, evidenziando “ancora maggiore solidarietà” ora di quanta vista nel passato.