Non Una di Meno in piazza Castello a Torino per lo sciopero produttivo e riproduttivo.

Una cultura discriminatoria, effetto della cultura patriarcale, crea stigma e disuguaglianze.

La situazione pandemica ha colpito le donne sia dal punto di vista della sicurezza personale sia dal punto di vista della sicurezza economica.

Violenze domestiche, femminicidi, una percentuale inaccettabile, il  98%, tra coloro che hanno perso il lavoro sono donne.

Nella forbice di disuguaglianze che la pandemia ha creato, le donne, le persone trans, sono tra le vittime più colpite.

E’ stata una lunga e partecipata giornata di manifestazione.

Le donne della rete di Non Una di Meno hanno una volta di più espresso una rabbia sacrosanta e assolutamente condivisibile.

E’ inaccettabile che nel 2021 le donne siano ancora costrette a ripetere “Se è no è stupro”.

Toccante l’orgoglio e la dignità dell’intervento delle esponenti del gruppo Ujama sulla discriminazione nei confronti delle donne di origine africana, considerate, tra le altre cose, “prede esotiche”.

Forti e coinvolgenti sono stati gli interventi e i flashmob, l’ultimo in particolare, dove sono stati simbolicamente bruciati i pregiudizi, gli stereotipi, di una cultura patriarcale che resiste pervicacemente e continua a produrre danni di genere fisici, psicologici, la morte.

La piattaforma di Non Una di Meno Torino per l’8 marzo:

Anche quest’anno l’8 marzo in tutto il mondo sarà sciopero femminista e transfemminista!

Contro la violenza maschile sulle donne e le violenze di genere sarà sciopero generale dalla produzione e dalla riproduzione, dal consumo e dai ruoli imposti sulla base del genere.

In questo anno segnato dall’emergenza Covid-19, la gestione della pandemia ha fatto leva sullo sfruttamento di centinaia di migliaia di donne:

  • Le attività di riproduzione sociale, svolte per lo più da donne, sono state definite ‘essenziali’, non si sono potute interrompere neanche nei momenti più gravi della pandemia esponendo migliaia e migliaia di lavoratrici al rischio di contagio.
  • Il lavoro produttivo (il cosiddetto “smart working”) e quello di cura si sono sovrapposti nello spazio domestico.
  • Siamo state costrette per mesi in casa, più che mai luogo di violenza per le donne e le soggettività lgbtqia+.
  • La tutela della salute, in particolare nei settori essenziali, è stata completamente assente.

La crisi sanitaria, economica e sociale ha colpito e colpirà ancora una volta il lavoro femminile, migrante, non tutelato, informale, precario.

Per questo la sfida di uno sciopero generale femminista è oggi più che mai urgente!

Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!

L’intervista ad Elena di NUDM Torino e l’intervento al microfono di Eddi Marcucci: