Nel giugno del 2019 la Commissione Cultura della Camera ha audito Associazioni, Sindacati, varie altre Organizzazioni, CUN e CRUI per avere opinioni sulle Proposte di Legge riguardanti il reclutamento e lo stato giuridico dei ricercatori delle università e degli enti di ricerca.

Successivamente la Commissione ha costituto un Comitato ristretto per elaborare e proporre alla stessa Commissione un articolato (testo unico) sulle suddette questioni alle quali sono state aggiunte quelle del dottorato e degli assegni di ricerca.

La Commissione ha ora ritenuto di riaprire le audizioni (cliccare qui per vedere l’intera audizione del 15 dicembre 2020), limitandosi però (almeno per ora) a risentire solo la CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, e il CUN – Consiglio Universitario Nazionale (definiti “soggetti essenziali per il lavoro del Comitato ristretto”), per avere da loro un parere puntuale sull’attuale versione del Testo unico. Peraltro, il Presidente del CUN ha evidenziato come tale testo gli fosse pervenuto, “per vie traverse”, solo da tre giorni. Un testo comunque destinato a CRUI e CUN, finora ignoto a tutto il resto del mondo universitario (composto da soggetti inessenziali?) che sembra non si voglia informare e coinvolgere almeno in questa fase.

Guardando con attenzione tutta l’audizione si ha la sensazione che essa sia stata sollecitata, improvvisata e pasticciata per ottenere una sorta di beneplacito da parte soprattutto della CRUI, per un testo che attualmente è, per reciproco riconoscimento, in sintonia con quanto sta elaborando la stessa CRUI e ha elaborato il CUN.

Se la Commissione limitasse in questa fase la sua interlocuzione solo a CRUI e CUN, vanificherebbe il valore di quell’apertura democratica che aveva avuto ascoltando l’anno scorso le osservazioni e i contributi di una vasta rappresentanza del mondo universitario (CRUI e CUN compresi), apertura che ora sarebbe di fatto azzerata dalla scelta finale di interlocutori ‘speciali’.

Sarebbe molto grave se la Commissione escludesse il resto dell’Università dalla nuova consultazione sull’attuale Testo del Comitato ristretto, una scelta che purtroppo risulterebbe in linea con la strutturale mancanza di autonomia del Parlamento dai poteri che, come la CRUI, hanno da sempre determinato le scelte che hanno portato nel corso di decenni allo smantellamento dell’Università statale.

Preoccupanti sono comunque i contenuti del Testo finora elaborato dal Comitato ristretto, per quanto risultano dall’audizione riservata a CRUI e CUN. Infatti sembra che si vogliano mantenere i ruoli separati di associato e di ordinario (altro che docente unico!), confermare il localismo dei concorsi (cooptazione personale) con la presenza nelle commissioni concorsuali di un membro interno e mantenere anche la foglia di fico delle ASN (inutili concorsi senza posti), prevedere un lungo periodo di precariato (“assegni di ricerca”, sic!) in quantità non limitate, non prendere in considerazione una seria prospettiva di sbocco per gli oltre 50.000 attuali precari (precari usa e getta).

Insomma le attuali posizioni emerse nell’Audizione sembrano convergere parallelamente verso l’unico obiettivo di non cambiare sostanzialmente nulla per lasciare, anzi consolidare, l’attuale assetto dell’Università italiana: precariato, reclutamento ‘personalizzato’ (arbitraria cooptazione personale), forte gerarchia della docenza, abolizione dello stato giuridico nazionale dei docenti, gestione padronale degli atenei, atenei costretti a competere tra di loro, assenza di un organismo veramente rappresentativo dell’autonomia del Sistema nazionale universitario.

E tutto questo in perfetta sincronia con quanto previsto per l’Università dalla Legge di Bilancio 2021 e dal Piano di ripartizione del Recovery Fund.

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  • Per leggere la Proposta dell’ANDU di riforma complessiva dell’Università (diritto allo studio, precariato, docente unico, riforma concorsi, autonomia Sistema nazionale, gestione democratica atenei, etc.) cliccare qui.

  • La storia della devastazione dell’Università può essere approfondita nel sito dell’ANDU ( http://www.andu-universita.it/ ) utilizzando la “ricerca avanzata”, in alto a sinistra.

  • Con la recente aggiunta nel sito dell’ANDU di tutte le Agenzie mensili di “Università Democratica” (dal settembre 1984 all’ottobre 1999) è ora più ampiamente documentata sia l’opera di demolizione dell’Università condotta da oltre 40 anni, sia l’opposizione portata avanti da oltre 40 anni prima dal movimento dei precari, poi da quello dei ricercatori e quindi dall’ANDU.

  • Se altri volessero ricevere notizie dall’ANDU, inviino una e-mail ad anduesec@tin.it con oggetto “notizie”.

 

Ufficio Stampa ANDU (Associazione Nazionale Docenti Universitari)