Circa 38 milioni di persone nel mondo convivono con l’HIV/AIDS, di cui oltre due terzi nell’Africa subsahariana. In Repubblica Centrafricana (RCA), classificata come il paese con l’aspettativa di vita più bassa al mondo, l’HIV è ancora oggi una delle principali cause di mortalità: lo scorso anno ha provocato circa 4.800 decessi, mentre ogni anno vengono confermati circa 5.500 nuovi casi nel paese. Eppure meno della metà delle 110.000 persone stimate che convivono con l’HIV sono sotto trattamento con farmaci antiretrovirali.

La RCA registra la più alta prevalenza di HIV tra i paesi dell’Africa occidentale e centrale, e si trova in una situazione particolarmente critica, alimentata da anni di conflitti e insicurezza, povertà estrema, violenza, grave carenza di strutture e personale sanitario, problemi nella catena di fornitura dei farmaci antiretrovirali e barriere significative alla diagnosi precoce e alla cura delle persone nel paese. Di fronte a tutto questo, i team di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno favorito la nascita di ‘gruppi antiretrovirali di comunità’ che aiutano a garantire l’accesso alle cure, la continuità di trattamento e il supporto reciproco tra i pazienti.

Un micidiale cocktail di ostacoli

“Sebbene la Repubblica Centrafricana abbia la più alta prevalenza di HIV in tutta la regione dell’Africa occidentale e centrale, meno della metà delle persone che convivono con l’HIV sono in cura con farmaci antiretrovirali” dichiara la dr.ssa Miriam Zanotti, responsabile medico di Medici Senza Frontiere (MSF) in CAR. “La situazione è ancora più allarmante per i bambini: dei minori di 15 anni che sanno di essere HIV-positivi, meno di un quarto è in cura”. 

La RCA è completamente dipendente da finanziamenti esterni insufficienti per la risposta all’HIV. Pochissime delle strutture sanitarie nel paese offrono test e cure e molte persone che vivono con questo virus devono fare viaggi lunghi, spesso pericolosi, per trovare una clinica in cui siano disponibili i trattamenti. Chi riesce a raggiungere una clinica a volte trova scaffali vuoti invece dei farmaci necessari e questo rende impossibile una continuità di cura.

“In un paese in cui la maggior parte delle persone vive con meno di 2 dollari al giorno, le barriere economiche all’assistenza stanno aggravando questa situazione” afferma Marie Charlotte Bantah Sana, responsabile del programma contro le malattie trasmissibili del Ministero della Salute e della Popolazione. “La maggior parte delle persone deve pagare per ottenere un test HIV e poi deve pagare per diversi test extra prima di poter iniziare il trattamento. Di conseguenza, il 30% di tutti i pazienti invitati per una valutazione pre-trattamento non torna per iniziare il trattamento”.

Questo micidiale cocktail di ostacoli, combinato con la fine dei test gratuiti per mancanza di fondi, nonché con scarse informazioni e stigma sulla malattia, aiuta a spiegare perché a quasi due terzi dei pazienti affetti da HIV in RCA viene diagnosticato l’HIV avanzato dal momento in cui iniziano il trattamento con i farmaci antiretrovirali salvavita.

Supportare i pazienti con HIV in stato avanzato

In questo ambiente critico, MSF lavora a stretto contatto con il Ministero della Salute e della Popolazione e si impegna con altri attori chiave per supportare l’accesso a diagnosi e cure.

A Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, la prevalenza dell’HIV è doppia rispetto alla media nazionale. Dalla fine del 2019, MSF è l’unica organizzazione a fornire supporto medico gratuito e supporto psicologico ai pazienti in una fase avanzata della malattia che soffrono anche di tubercolosi (TB). È stato implementato anche un sistema di trasferimenti tra l’ospedale e i centri sanitari periferici, che sarà ulteriormente sviluppato nei prossimi mesi.

In un anno dall’inizio del progetto HIV/AIDS di MSF presso il Centre Hospitalier Universitaire Communautaire di Bangui, 1.851 pazienti sono stati ricoverati per il trattamento dell’HIV, inclusi 558 pazienti con nuova diagnosi.

“Ero in ospedale con un mio parente quando ho iniziato ad avere febbre e sintomi di malaria” dice Reine, una vedova di 34 anni e madre di due figli. “Durante la visita, il team medico si è offerto di farmi il test. È così che sono venuta a conoscenza della mia condizione. Sono stata immediatamente sottoposta a trattamento e sono dovuta tornare in ospedale pochi giorni fa perché mi sono ammalata di nuovo. Ora sono in cura e mi sento meglio giorno dopo giorno”.

Anche Anita, una madre di sei figli, non aveva idea di essere sieropositiva, nonostante si sentisse male da tempo. “Era un po’ di tempo che mi sentivo male, ma non sapevo di avere l’AIDS. Mi sono ammalata due settimane fa e sono stata portata in ospedale per le cure. Ho saputo della malattia quando sono arrivata qui”.

Aumentare l’accesso alle cure attraverso i gruppi di comunità

Fuori Bangui, MSF fornisce cure ai pazienti con HIV avanzato a Paoua, Carnot, Kabo e Batangafo. Per aiutare ad aumentare l’accesso delle persone alle cure, MSF ha istituito ‘gruppi antiretrovirali di comunità’ a Bambari, Batangafo, Bossangoa, Boguila, Carnot, Kabo, Paoua e Zemio. In questo sistema, gruppi di pazienti che convivono con l’HIV e in condizioni stabili designano uno dei loro membri per andare a ritirare le scorte di farmaci per i mesi successivi per l’intero gruppo, riducendo i costi di trasporto e il tempo speso nelle consultazioni mediche.

Oltre a rendere il trattamento più accessibile, questi gruppi aiutano anche i pazienti ad autogestirsi e partecipare al trattamento e incoraggiano il sostegno tra pari e l’adesione alle cure, in un paese in cui lo stigma contro le persone che vivono con l’HIV rimane una dura realtà. I membri di questi gruppi sono i principali sostenitori della prevenzione dell’HIV e hanno dimostrato che un approccio comunitario può essere estremamente efficace. Aiutano a garantire che i pazienti possano continuare il trattamento anche in circostanze difficili o pericolose, come in RCA, dove picchi di violenza possono rendere rischioso il viaggio.

Questa iniziativa guidata dalla comunità si è rivelata ancora più importante nel contesto del Covid-19, quando l’accesso alle strutture sanitarie è stato ridotto a causa delle misure di prevenzione e controllo per prevenire la diffusione di questo virus.

“Nel nostro gruppo, un membro va in ospedale ogni anno per prendere i trattamenti delle altre 10 persone” racconta Serge, membro di un gruppo della comunità supportato da MSF a Carnot. “Questo sistema è importante perché alcune persone si vergognano di andare in ospedale per farsi curare contro l’HIV”.

Entro la fine del 2020, MSF avrà aiutato a creare 276 gruppi di comunità antiretrovirali in RCA, che rappresentano circa 2.300 pazienti.

“In tutti i progetti in cui è stato implementato il sistema di gruppo, il numero di persone affette da HIV che si uniscono è in costante crescita” continua Laurent Lwindi Mukota di MSF. Un sistema simile è stato istituito in altri paesi africani in cui l’HIV è un problema significativo, tra cui Mozambico, Sudafrica, Zimbabwe e Repubblica Democratica del Congo.

Nel 2019 in RCA sono state trattate con farmaci antiretrovirali 6.600 persone affette da HIV in strutture sanitarie supportate da MSF. Tuttavia, c’è ancora un lavoro importante da fare per decentralizzare, destigmatizzare e assicurarsi che il test e il trattamento per l’HIV siano gratuiti e accessibili a tutti. Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi nell’ultimo decennio, il sistema sanitario indebolito, esacerbato da anni di violenza, sfollamento e insicurezza, continua a combattere la sua lotta per abbattere le barriere alla risposta all’HIV nel paese. C’è un urgente bisogno di aumentare gli sforzi – e aumentare gli investimenti – in modo da offrire test e cure per l’HIV gratuite e alla portata di tutti nel paese.