Nel corso degli ultimi mesi, di fronte all’emergenza sanitaria che diventava crisi sociale, ci siamo attivati per non lasciare nessuna e nessuno indietro, fornendo assistenza socio-legale, preparando e raccogliendo pacchi alimentari per persone alle quali le istituzioni non fornivano alcun tipo di assistenza o si limitavano a meri sostegni economici una tantum e insufficienti.

Roma Capitale, con Determinazione Dirigenziale n. 913 del 31 marzo 2020, facendo seguito ai Decreti Covid, ha infatti previsto la corresponsione dei cd. “bonus spesa” – di valore esiguo – in favore di chi si trovava in una situazione di forte indigenza, prevedendo inoltre una limitata finestra temporale (fino al 16 aprile 2020) per la presentazione delle relative istanze, finestra temporale mai rinnovata
nonostante il protrarsi dell’emergenza.

A oggi, quasi tre mesi di distanza, buona parte dei richiedenti non hanno ricevuto nulla (né il bonus spesa, né una risposta – seppur negativa – alla propria istanza). Molti di loro fanno ancora affidamento sulla solidarietà delle reti nate nei mesi del lockdown.

Le dichiarazioni trionfalistiche della sindaca Virginia Raggi, che descrivono l’efficienza e la celerità dell’azione amministrativa, purtroppo sono molto lontane della realtà che tocchiamo con mano ogni
giorno nel mondo reale, nelle periferie e nei quartieri “difficili”, buoni forse per qualche spot elettorale ogni tanto.

Per questo motivo, abbiamo deciso, insieme a tutte le persone che attendono da mesi risposte sulla richiesta di bonus spesa senza ricevere alcun aiuto e trovandosi financo in strada senza dimora, di inviare una diffida a Roma Capitale. Perché non è vero che è “andato tutto bene”.

Vogliamo risposte. Vogliamo conoscere lo stato delle pratiche e per quale motivo ancora non siano state portate a termine, dopo tanti mesi di attesa e nonostante la misura dovesse essere “urgente e straordinaria”.

 

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