Il 28 luglio partirà da Lucca l’Eye-contact Summer Tour, un’iniziativa organizzata da Charlotte, Alessia ed Erica, le tre promotrici della comunità Love Connection Revolution. Porteranno in giro per l’Italia questo esperimento di connessione e comunicazione non verbale allo scopo di rinsaldare i legami umani messi a dura prova dal lockdown e diffondere i valori dell’amore, del rispetto e della solidarietà. Le abbiamo intervistate per farci raccontare questa e altre iniziative che hanno in cantiere.

Gli occhi sono l’unico luogo del corpo in cui alberga ancora l’anima, diceva José Saramago. E allora forse per comunicare liberamente, scrollandosi di dosso le convenzioni sociali, i blocchi, i condizionamenti di un’educazione improntata sulla fredda riservatezza, il modo migliore è proprio guardarsi negli occhi. Perché dunque non partire da qua per contrastare un distanziamento fisico necessario che si è trasformato – non solo dal punto di vista lessicale – in un distanziamento sociale di cui oggi si sente sempre meno il bisogno?

È l’idea che è venuta a Charlotte, Alessia ed Erica, tre ragazze che stanno portando avanti un progetto di ampio respiro nato in una piazza virtuale, ma che sta rapidamente assumendo connotati fisici e reali. Si chiama Love Connection Revolution e, fra le varie iniziative in programma, ha un tour in giro per il paese per praticare e diffondere l’eye-contact.

Come è nato Love Connection Revolution?

Charlotte: Love Connection Revolution è arrivato come intuizione, come un messaggio lampante ‘dall’alto’, nell’ultimo giorno di un mastermind online chiamato MasterHeart, organizzato da un movimento australiano chiamato Love Out Loud, che consisteva in quattro giorno di condivisione di pratiche e idee per creare una società che cresca e si sviluppi dal cuore. La chiamata è stata troppo forte per non ricevere risposta, per cui il giorno seguente ho lanciato un appello su facebook, annunciando che avrei organizzato una videochiamata con chi fosse interessato a creare una comunità basata sull’Amore, sul Rispetto, sull’Unità, sulla Vulnerabilità e sulla Co-creazione. Hanno risposto dodici persone e il 17 Aprile 2020 è nato su facebook il gruppo Love Connection (R)evolution.

Nelle prime settimane si è creato in modo molto naturale il team centrale, composto dalle persone che hanno subito voluto mettere impegno e dedizione nel sostenere la community e co-creare i primi progetti: Charlotte (io), fondatrice e coordinatrice del gruppo, Erica, viaggiatrice incontrata durante un viaggio in Indonesia, Alessia, conosciuta grazie a un movimento mondiale al femminile, e Andrea, mio ex-collega di lavoro in Australia e coach di crescita personale. La community è cresciuta molto velocemente, raggiungendo più di 700 membri in meno di tre mesi. Ha rappresentato uno spazio sicuro dove potersi conoscere e mostrare in tutta sincerità e trasparenza, dove poter essere visti, ascoltati e accolti nella nostra vulnerabilità. Abbiamo condiviso le nostre storie, raccontando le esperienze difficili della vita (bullismo, disturbi alimentari, malattie, depressione…) che ci hanno portato qui, fino alla creazione di un movimento di Amore, per noi unica vera ‘medicina’ possibile e cammino da percorrere insieme.

Quali sono i vostri propositi?

Charlotte: Gli obiettivi del movimento Love Connection Revolution sono in continua evoluzione, ma la Visione centrale rimane la stessa: portare nella società i valori di Amore, Condivisione e Connessione, Rispetto, Non-giudizio, Unità, Compassione e Consapevolezza attraverso progetti concreti che possano entrare nella vita quotidiana delle persone. Questo richiede certamente un mettersi in gioco, come avviene nella community online in cui invitiamo settimanalmente in membri a sfidare loro stessi, confrontandosi su tematiche a noi preziose (“Che cos’è l’Amore incondizionato?”, “come pratico il non-giudizio nella mia vita quotidiana?”) o anche mostrandosi agli altri con un video in silenzio per qualche minuto. Richiede anche voglia di creare, di essere presenti nel cambiamento e nella transizione che stiamo vivendo a livello di umanità globale. È chiaro che il nostro modello di società non è più sostenibile, i fatti degli ultimi mesi – virus, violenze di matrice razziale, la crisi ecologica e le continue guerre che viviamo attraverso i media da anni – sono un esempio lampante del profondo bisogno di recuperare un senso di connessione e unità a livello umano. Il periodo del lockdown poi, ha rappresentato il momento perfetto per agire e concretizzare un progetto che riporti questi valori, che abbiamo spesso dato per scontato nel corso della nostra vita. Il team di Love Connection Revolution è a servizio di tutto questo.

Quali sono stati a vostro avviso gli effetti del lockdown sulle relazioni umane?

Alessia: A volte ci si accorge di quanto sia importante qualcosa quando questa viene a mancare. Quanto abbiamo dato per scontato il contatto, la vicinanza con altre persone e la libertà di muoversi e socializzare? Da questo periodo di isolamento forzato alcuni di noi hanno potuto riconoscere il bisogno intrinseco di incontro con l’altro, la bellezza di uno sguardo di chi ci vede e ci riconosce, il potere di una mano sulla spalla e di quel sorriso che rincuora e alleggerisce, di quell’abbraccio che dà calore e unisce. E ancora, del bisogno di giocare insieme – soprattutto per i più piccoli –, di esplorare la propria forza, la capacità di porre limiti, di rispettarsi e divertirsi, costruendo un sano senso di appartenenza.

Per alcune persone il lockdown è stato un momento per esplorare la relazione con sé stessi e con i propri familiari, altri sono riusciti a riempire l’agenda di impegni virtuali più di prima, ma tutti abbiamo potuto fare il “punto della situazione” su quanto siamo soddisfatti delle relazioni che abbiamo (o che non abbiamo) e forse abbiamo potuto cogliere l’opportunità di rivedere le priorità della nostra vita. Per quanto la paura del contagio abbia in alcune persone aumentato la diffidenza verso il prossimo o il senso di separazione, abbiamo potuto realizzare il valore e l’importanza delle relazioni, quanta gioia ci sia nell’incontrarsi, quanto bisogno di calore umano, di comunicazione e di confronto. Se c’è stato chi di fronte a solitudine, isolamento e paura si è chiuso ancora di più, ci sono state altrettante persone che hanno scelto di aiutare, di connettersi e mettersi al servizio, verso una società più umana, guidata dal cuore.

Potete descrivere il programma di viaggio (le tappe previste, dove pensate di alloggiare, come vi muoverete ecc.)?

Alessia: Il tour estivo ha come scopo quello di riportare connessione tra le persone nelle piazze italiane attraverso la pratica dell’eye-contact, che in inglese significa ‘contatto visivo’. Questo esperimento sociale, che si è diffuso da qualche anno in tutto il mondo, consiste nel sedersi uno di fronte all’altro e guardarsi negli occhi per un minuto, senza comunicare verbalmente. Non si tratta di fare, non c’è azione, non c’è sforzo. Semplicemente essere, stare con quello che c’è in quel momento, immergendosi nell’esperienza del presente. Questo può innescare tutta una serie di dinamiche come curiosità, imbarazzo, timore di mostrarsi e del giudizio dell’altro, intimità, riconoscimento, accoglienza, senso di unità e molto altro.

Il tour inizierà il 28 luglio a Lucca, per proseguire il 31 a Viareggio, il 4 agosto a Roma, il 7 a Napoli, l’11 a Lecce, il 15 a Pescara, il 18 a Senigallia per concludersi il 21 a Bologna, in cui celebreremo anche la fine del tour. Per avere maggiori informazioni, partecipare e seguirci potete farlo attraverso l’evento facebook o sulla nostra pagina!

Abbiamo deciso di spostarci in auto per motivi logistici e tra una tappa e l’altra stiamo contattando realtà dove poter portare Love Connection Revolution, stando in accoglienza di quello che arriverà durante gli incontri. Saremo alloggiate da nostri conoscenti e amici e avremo anche una tenda per i momenti in cui sentiremo di voler stare più a contatto con la natura. Offriremo inoltre consulenze e workshop, pratiche di consapevolezza, trattamenti olistici per il benessere, cerchi emotivi, musica, cucina naturale e scambio di semi, continuando a tessere rete tra chi come noi crede e sta mettendo in atto il cambiamento. Chi volesse sostenere il nostro tour economicamente può farlo partecipando al nostro crowdfunding!

Vogliamo poi cogliere l’opportunità di documentare il tour anche attraverso video e interviste a chi incontreremo, visiteremo e alle realtà che ci ospiteranno. Siamo quindi aperte a essere contattate anche durante il tour da chi volesse mostrarci la propria realtà e continuare a co-creare verso la nostra visione.

L’eye contact può spaventare chi per carattere non è particolarmente aperto ed è restio ad abbandonare la propria zona di comfort. Cosa suggerite a chi può incontrare delle difficoltà a partecipare all’esperimento?

Erica: L’invito che facciamo è di lasciarsi trasportare dalla curiosità piuttosto che dalla paura di qualcosa che non conosciamo. Ogni esperienza può arricchirci, anche quando incontriamo difficoltà. Vi ricordate quando da bambini avete imparato ad andare in bicicletta? Sicuramente c’era un po’ di timore e ognuno ha impiegato il suo tempo e ha fatto le sue cadute. Se ti senti chiamato da questo “esperimento” di connessione, saremo insieme con te a sostenerci e rispettarci, in uno spazio sicuro, senza giudizio, dove non esiste il fare “bene” o “male” e non c’è nulla da dimostrare. È normale provare paura o disagio nel relazionarci in maniera così diretta: non siamo abituati a mostrarci per quello che siamo, senza sforzo e senza il filtro della parola, della maschera della nostra storia, tanto con uno sconosciuto quanto con noi stessi. Cosa può aiutare a uscire dalla zona di comfort? Ricordi la gioia di pedalare da solo senza rotelline e l’emozione che ancora oggi puoi riconoscere quando sali in sella alla bici? Ecco, guardarci negli occhi e semplicemente stare con un’altra persona può regalarci qualcosa di davvero magico, a volte commovente, a volte difficile, a volte inesprimibile a parole.

Potete dirci qualcosa anche sul progetto PACE in programma per l’autunno?

Charlotte: Il progetto PACE (Presenza, Ascolto e Concentrazione nell’Educazione) è ispirato al lavoro di Nicole Gibson del movimento australiano Love Out Loud e al trend che si sta sviluppando a livello mondiale di portare la meditazione e altre pratiche di mindfulness nelle scuole. Il progetto nasce da un forte desiderio di avere un impatto benefico sulle giovani generazioni che andranno a costituire la società del nostro futuro prossimo. Nella fiducia che si tratterà di una società più consapevole, più unita, più e sostenibile e semplicemente più umana. Il progetto che si occuperà a trecentosessanta gradi di consapevolezza per gli studenti, i loro genitori e gli insegnanti.

Il lockdown e la conseguente chiusura delle scuole hanno sicuramente avuto un forte effetto su corpo, mente ed emozioni di bambini e adolescenti. Ciò a cui erano normalmente abituati – il gioco, il contatto e lo scambio per imparare – è venuto meno e questo può aver causato delle ripercussioni molto forti sulle capacità sociali dei giovani. Non dimentichiamoci poi che questo momento di forte stress ha visto e vede ancora oggi protagonisti i genitori e gli insegnanti dei ragazzi, che hanno fatto il loro meglio per giostrarsi tra una vita lavorativa stravolta da un momento all’altro e la presenza dei figli in casa da sostenere, oltre a tutte la serie di conseguenze infinite portate dalle misure di sicurezza imposte ai cittadini. Con il progetto PACE ci proponiamo quindi di facilitare la ripresa scolastica a bambini e adolescenti, condividendo con loro pratiche che incoraggiano l’ascolto reciproco, la connessione e la condivisione senza giudizio fra compagni di classe. È ormai provato scientificamente che la meditazione consente di ottenere ottimi risultati anche in termini di miglioramento delle capacità scolastiche dello studente, aiutandolo a portare chiarezza e calma nella sua mente, per potenziare concentrazione e apprendimento. Proporremo anche momenti di condivisione e ascolto per genitori e insegnanti negli orari extra-scolastici, per sostenerli nei loro percorsi e offrire uno spazio dove possano presentarci le difficoltà incontrate negli ultimi mesi.

Stiamo procedendo ora nel contattare presidi e insegnanti, consapevoli del momento difficile che la scuola, a livello istituzionale, sta passando in questo momento. Speriamo di ricevere un feedback positivo e di poter far partire il progetto dall’inizio di ottobre, grazie all’appoggio dell’associazione Hasya – Body Meets Soul APS di Bologna, ente accreditato dal ministero per la formazione diretta degli insegnanti su temi quali sostenibilità, buon umore per la gestione dello stress e teatro. Il programma sarà finanziato dai bandi a cui parteciperemo nei prossimi mesi. Per ora vorremmo proporre una settimana di ‘assaggio’ gratuito a ogni scuola aperta a riceverci, con la possibilità di ricevere donazioni e di continuare in un percorso più duraturo attraverso finanziamenti diretti dagli organi scolastici stessi. Vorremo approfittare quindi di questo spazio per lanciare un appello a insegnanti, professori e presidi di qualsiasi tipo di scuola in Italia: contattateci, siamo al vostro servizio!

 

 

 

 

 

L’articolo originale può essere letto qui