Il rapporto dell’Unità di controllo dei rifiuti agrochimici (UCRA) del Servizio fitosanitario statale del Costa Rica (SFE), presentato la scorsa settimana, conferma una realtà preoccupante e scomoda: il 64 per cento delle verdure fresche analizzate contiene tracce di pesticidi.

Il piano di monitoraggio annuale per la ricerca di residui di pesticidi nelle verdure fresche ha l’obiettivo di pianificare controlli a tappeto per verificare la conformità con le buone pratiche agricole e le normative nazionali.

Secondo l’analisi fatta su 5.186 campioni di prodotti vegetali freschi [1], solo il 36 per cento degli alimenti prodotti nel paese e il 55 per cento di quelli importati sono risultati privi di residui di pesticidi.

Del totale dei campioni raccolti, 358 presentano residui superiori alle norme stabilite a livello nazionale attraverso il Regolamento tecnico sui limiti massimi di residui di pesticidi nelle verdure [2]. Ciò rappresenta il 7 per cento del totale dei campioni e il 19,5 per cento delle verdure fresche prodotte nel paese che contengono residui di pesticidi.

Ma la cosa più preoccupante è che nelle verdure prodotte in Costa Rica è stata rilevata la presenza di sostanze proibite come l’insetticida organoclorurato eptacloro e il suo prodotto di degradazione eptacloro epossido.

“La presenza di Carbofuran e Ometoato nelle verdure fresche è molto grave. Sobrattutto il primo è un insetticida altamente tossico che genera lesioni agli organi genitali”, ha affermato Henry Picado, membro della Federazione costaricana per la conservazione dell’ambiente (Fecon).

La Fecon ha anche denunciato la presenza di Fipronil, Clorpirifos, Metamidofos (Tamaron) e Cypermethrin. Peperoni, coriandolo e sedano sono le verdure fresche con il più alto contenuto di residui tossici. Clorpirifos e Fipronil sono vietati in diversi paesi. Il primo incide negativamente sulla capacità di apprendimento durante la crescita e il secondo ha causato l’avvelenamento di oltre due milioni di api nella zona di Esparza, Puntarenas.

Non cambia nulla

Questa situazione non fa altro che confermare ciò che la federazione ecologista e altre organizzazioni nazionali e internazionali hanno denunciato per anni. Nel 2017, il Costa Rica ha importato la cifra record di 18,6 milioni di chilogrammi di principi attivi. Nel decennio precedente, il paese aveva mantenuto una media annuale di 12,3 milioni di chilogrammi.

Ma è con l’entrata in vigore dei controversi decreti 39995-MAG e 40059-MAG che il paese centroamericano ha iniziato a intensificare le importazioni di chimici, al punto da arrivare a essere considerata la nazione con il più alto consumo di pesticidi per ettaro (18,2kg/Ha).

“Nonostante ciò, non vi è alcuna iniziativa da parte del governo per abbassare i livelli di contaminazione da residui di pesticidi negli alimenti”, ha avvertito la Fecon.

Note

[1] 1.704 prodotti in Costa Rica e 3.482 pronti per l’importazione (campioni prelevati in dogana)

[2] https://bit.ly/2XQ67Mt