Il coordinamento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) presente in Venezuela ha chiesto al governo di Nicolás Maduro l’autorizzazione per studiare la sua strategia utilizzata per far fronte alla pandemia del Covid-19.«Gli esperti utilizzano l’espressione “strategia di soppressione”, così come viene chiamata epidemiologicamente, e chiedono l’autorizzazione di studiare questo modello per poterlo riprodurre negli altri paesi » ha dichiarato la vicepresidente della Repubblica, Delcy Rodriguez, al termine di una riunione del gruppo di lavoro permanente con gli esperti dell’ONU al palazzo presidenziale (foto).

Delcy Rodriguez ha specificato che i responsabili dell’organismo internazionale hanno dato valore al modello e al percorso epidemiologico che ha permesso al paese di registrare un appiattimento della curva di contagio grazie alle misure applicate in maniera tempestiva e all’allentamento adeguato della quarantena.

La vicepresidente ha spiegato che l’Organizzazione Panamericana della Sanità (OPS) oltre ad avere un accesso regolare ai risultati delle diagnosi, ha fornito informazioni all’Onu sulla seconda fase di test di massa che il Venezuela comincerà a effettuare nei prossimi giorni.

«La massificazione dei test molecolari si sta intensificando: ricordiamo che il modello di sanità pubblica popolare, messo in piedi con l’aiuto di Cuba («Barrio Adentro»), ci permette di andare di casa in casa per verificare e bloccare la diffusione del virus alla radice.» (1)

Aneddoto significativo: alcuni medici dei quartieri chic di Caracas (roccaforti dell’opposizione di destra) dopo aver rifiutato di effettuare i test per paura del contagio, hanno chiesto ai medici cubani di farli. Proprio quei medici che hanno sempre accusato di “concorrenza sleale” alla loro medicina commerciale (2). Da parte sua, il presidente Maduro ha elogiato la capacità dei quartieri popolari, dove vive la maggioranza della popolazione, di aver mostrato una disciplina, una pazienza e una solidarietà che hanno permesso di mettere in atto, con efficacia, il confinamento generale e lo screening (i test) di massa. «Abbiamo fatto grandi progressi, ma non abbiamo ancora terminato la prima fase di test. Stiamo pianificando la seconda nel dettaglio.»

Dall’inizio della pandemia al 1° maggio 2020, e nonostante il raddoppiamento delle sanzioni statunitensi che gli impediscono di comprare tutte le attrezzature mediche necessarie, il Venezuela ha limitato a 10 il numero dei decessi (ossia, un tasso dello 0,3 per milione di abitanti), e a 335 il numero dei contagiati (con un tasso di guarigione del 43% tra i pazienti, che sono fin da subito curati gratuitamente). Per consultare i dati relativi al Covid-19 in Venezuela e nel mondo, l’OMS ha messo a disposizione online un documento in tempo reale: https://covid19.who.int/ (3)

Nicolás Maduro ha dichiarato che se le misure di contenimento collettivo non fossero state prese per tempo, il numero di casi di infezione sarebbe arrivato oggi a più di 213.000. Inoltre ha ricordato i tre scenari possibili secondo gli esperti:

– Prolungamento dell’isolamento: si potrebbe verificare un secondo focolaio ma rimanendo sotto controllo

– Allentamento troppo veloce dell’isolamento: una seconda epidemia sarebbe peggiore della prima.

– Revoca totale dell’isolamento: una seconda epidemia sarebbe peggio di quella registrata fino ad ora in termini di numero di casi e di decessi e sarebbe incontrollabile fino all’anno prossimo.

Il presidente boliviano ha precisato che il paese dispone di più di 27000 letti d’ospedale e 4500 letti nelle unità di terapia intensiva, con una capacità sufficiente per trattare i casi di Covid-19, una volta rilevati grazie ai test di massa e personalizzati, realizzati dalle equipe mediche nel corso delle visite a domicilio (vedi « Il modello venezuelano… ignorato dai media»).

Foto: 29 aprile 2020. Nella popolare zona Ovest di Caracas, il personale sanitario del Centro di Diagnostica Integrale della Pastora prosegue le visite a domicilio. @ Jesus Garcia.

In un momento in cui il virus esplode e la fame minaccia molti dei regimi neo-liberali dell’America Latina, un altro rapporto dell’ONU intitolato «La sicurezza alimentare durante la pandemia di Covid-19», realizzato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) elogia allo stesso modo la politica del governo boliviano. Nel capitolo «Disordini durante la distribuzione e la commercializzazione degli alimenti», l’esempio del Venezuela è apprezzato perché: «la Sovrintendenza della gestione agroalimentare ha sviluppato un piano di emergenza per garantire il corretto funzionamento del sistema agroalimentare durante il periodo di isolamento (…) sono state messe in pratica una serie di azioni per mantenere gli indici di rifornimento dei 12 alimenti prioritari che fanno parte del paniere di base, garantendo la presenza della catena di distribuzione e la commercializzazione ». (4)

Infine Juan Pablo Bohoslavsky, un perito esterno delle Nazioni Unite, ha richiesto la sospensione urgente di tutte le misure coercitive unilaterali (prese dagli Stati Uniti e dall’Europa, NdT) contro il Venezuela, ricordando che tali misure possono essere considerate come una violazione dei diritti umani oltre a ostacolare la necessaria lotta generale, sul piano mondiale, contro il Covid-19. (5)

Thierry Deronne, Caracas, 1° maggio 2020

Traduzione dal francese di Raffaella Piazza

Note:

(1) Radio YVKE http://www.radiomundial.com.ve/article/onu-pide-autorizaci%C3%B3n-para-replicar-modelo-venezolano-de-supresi%C3%B3n-del-covid-19,

(2) Madelein Garcia (Telesur): https://twitter.com/i/status/1256355192355917824

(3) Radio Alba Ciudad: https://albaciudad.org/2020/05/venezuela-registra-dos-nuevos-casos-de-covid-19-y-la-cifra-de-contagios-se-ubica-en-335/

(4) MPPRE http://mppre.gob.ve/2020/04/28/fao-destaca-ejemplo-venezuela-distribucion-comercializacion-alimentos-bajo-pandemia/

(5) MPPRE http://mppre.gob.ve/2020/04/15/experto-onu-levantar-medidas-coercitivas-unilaterales-covid-19/