Guido Nasi è un giovane uomo conosciuto da molti e purtroppo sconosciuto a tanti altri: cerchiamo di sanare questa mancanza per raccontare chi è, che cosa fa e che cosa vorrebbe fare.

Guido è stato desiderato immensamente dalla sua mamma, genitore solo che faceva per tre, amato in modo incondizionato e beneficiando dell’esser cresciuto da una donna intelligente, libera e colta.

A 17 anni parte per una vacanza studio a Dublino e la sera del 29/7/1999, in seguito alla sua reazione ad un tentativo di furto, viene colpito alla testa con una bottiglia di birra, piena.

In ospedale, complici l’odore di birra e un’apparente lucidità prima dell’emorragia cerebrale, Guido Nasi viene trattato come il solito turista ubriaco. Si perdono ore preziose ed il danno diventa irreversibile.

Aveva 17 anni. Era ribelle e vegetariano, studioso e curioso, entusiasta e pieno di progetti.

Inizia un periodo lunghissimo in cui si teme per la sua stessa vita, si passa da una nutrizione artificiale al cibo, fisioterapia ed interventi, diagnosi che fanno paura (gravissima compromissione della funzionalità motoria, danni serissimi alla vista, parkinsonismo post traumatico, impossibilità di parlare), ma Guido resta Guido: capisce tutto, ragiona, cerca la sua strada personale per comunicare.

E cresce…invecchia…diventa un uomo che prosegue negli studi di fisica e biologia, coltiva la passione per le stelle, gli animali, la vita in campagna, la lettura, gli amici.

Guido dipinge. Un fiume d’immagini a unire, sulla tavoletta, ragione ed emozione, Intelligenza e cuore.

E Guido scrive. Poesie, racconti, consigli pratici per chi lo accudisce, la sua biografia e brevi novelle folgoranti. Nel 2019 pubblica “il lottatore”.

A leggere la presentazione potrebbe venire un certo senso di claustrofobia: un giovane uomo prigioniero di un corpo immobile, che comunica attraverso il movimento di una sola mano e degli occhi. Una specie di palombaro all’interno del proprio corpo.

In realtà nel suo libro scorre freschezza, voglia di vivere, energia, entusiasmo. Malgrado la tragica vicenda, la rabbia che ne deriva, il senso di amaro in bocca, la tristezza, si tratta di un inno alla vita, all’amore, all’amicizia, allo studio, alle stelle, alla campagna.

Non è una passeggiata: leggendo il testo si è letteralmente crivellati di se e di ma.

Se Guido Nasi non avesse avuto un incidente, se non fosse andato a Dublino, se fosse stato soccorso subito, se non avesse il Parkinson…

Ma veramente nella sua condizione riesce a dare gli esami in università?

Ma come si può sopravvivere a quello che gli è successo e restare così integri dentro, così generosi, così politicamente attivi, così eticamente corretti tanto da restare vegetariano malgrado tutte le difficoltà della sua condizione?

Ma davvero vorrebbe trovare la casa dei suoi sogni in campagna?

Ma davvero lui desidera  una rete di amici che lo frequenti costantemente, con i quali mangiare e bere e guardare le stelle e recensire libri e sentirsi vivo?

Guido è il classico esempio della persona che trasforma un si potrebbe in un si può.

Attorno a lui medici, assistenti, educatori, che alla fine diventano amici, un groviglio di collaborazione e affetto che stempera la fatica.

Non c’è niente che lui desideri fare e che prima o poi non riesca a fare, contro ogni pronostico.

Anche sul fatto che sia amimico*, in realtà, ci sarebbe molto da dire: chi lo conosce, vede nei suoi occhi passare lampi e guizzi di energia, rabbia, una tristezza che a volte lo trasforma in una statua di cera, una risata sorniona che parte dal profondo, i dubbi che precedono domande indiscrete, intuizioni che lo rendono fiero della sua testa pensante.

Guido adora cucinare

Guido gioca con ottimi risultati alla Boccia Paralimpica.

Guido è leale, testardo, pieno di volontà.

Guido è spiritoso, scanzonato, ribelle.

Guido è un amico generoso e corretto

Guido è straordinario.

Lo trovate qui

semirilassocollasso99 (at) gmail.com

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*amimia (dizionario Treccani): Perdita di espressività del volto. La patogenesi dell’a. può essere ricondotta a: alterazioni motorie extrapiramidali dei muscoli della faccia, demenza e paralisi facciale permanente. Nel primo caso le malattie più frequenti con a. sono il morbo di Parkinson e le psicosi croniche in trattamento con neurolettici. Nel caso delle demenze l’a. è presente spec. nella demenza frontotemporale di Pick. Nel terzo caso l’a. può essere dovuta a paralisi sovranucleare progressiva di origine centrale o alla ridotta o mancata formazione dei nervi cranici 6 e 7 (sindrome di Moebius): i pazienti affetti da questa patologia non possono sorridere, fare smorfie, spesso non possono chiudere o muovere gli occhi lateralmente.