Marco Guzzi è un uomo di grande cultura che ha portato lo studio a un livello interiore, facendo suo il motto “conosci te stesso”. La sua esperienza e la profondità delle sue parole sono di ispirazione per tutti.

Può spiegarci qual è la filosofia della nostra società e quali i precetti che essa propone?

Il sistema di sviluppo, produzione e consumo che abbiamo affermato negli ultimi 30-40 anni viene chiamato neoliberismo. È un’estremizzazione del pensiero economico-liberale che porta alla cancellazione di ogni limite per il mercato e, quindi, di ogni controllo da parte degli stati nazionali nei confronti di entità multinazionali e delle corporations.

A partire dagli anni ‘90 in modo netto, la politica mondiale si è convinta che lasciando al mercato la guida dell’economia e, con essa, della politica, le cose sarebbero andate meglio. Abbiamo cominciato a sentir parlare male dell’intervento pubblico e abbiamo assistito alla privatizzazione, alla delocalizzazione e alla deregolamentazione. Le fabbriche si sono spostate a produrre dove conveniva di più pagando salari sempre inferiori, ad esempio. Questo approccio ha avuto come risultato la precarizzazione del lavoro e la perdita di potere contrattuale da parte dei lavoratori. Il neoliberismo da approccio economico è divenuto la filosofia dominante della nostra società.

Il suo insegnamento è molto semplice : la mercificazione universale. Tutto è ridotto a merce. Noi stessi siamo diventati merce. La nostra esistenza, i nostri sentimenti, i nostri ricordi…tutto diventa materia vendibile sul piano del mercato, delle agenzie pubblicitarie e dei servizi segreti. Un approccio alla vita, in cui tutto è vendibile e comprabile anche a discapito dei diritti, genera una società basata sulla competizione, sulla conquista e sulla produzione: un ambiente sicuramente ostile allo sviluppo della solidarietà, della fratellanza e dall’armonia.

Possiamo riconoscere atteggiamenti neoliberisti nella società come nel singolo: la predazione, il fare che predomina sull’essere. Cosa ci rende così disponibili a questo tipo di pensiero?

Questo mondo può essere chiamato neoliberista e anche egoico-bellico: un sistema fondato sul pensiero dell’ io egocentrato. Noi non sappiamo cosa sia l’ io, questa entità auto-cosciente che in questo momento sta parlando con un’altra entità auto-cosciente che sei tu.

Noi non sappiamo cos’è questa cosa, noi siamo questa cosa. Possiamo avere una forma di io molto chiusa in se stessa che ci porta a vivere una vita in cui questo io pensa solo a se stesso e crede che in questo modo vivrà meglio. Questa forma di io egocentrata è esaltata dal neoliberismo. Il singolo viene imbonito dall’illusoria idea di poter ottenere tutto ciò che vuole e che possa farlo senza preoccuparsi degli altri e delle conseguenze delle sue azioni. Continuando a vivere in questa prospettiva, distruggeremo il pianeta. Questa non è una profezia moralistica: è una evidenza storica.

Accendere il televisore significa confrontarsi con l’ apocalisse, intesa come rivelazione di come stanno le cose. Il sistema capitalistico ha generato il cambiamento climatico, l’inquinamento mondiale, lo sfruttamento di intere popolazioni e non regge più. Non possiamo più vivere in un mondo dove ci sono pochissime persone con un patrimonio pari a quello di intere nazioni. Questa società è figlia di un progetto industriale, radicato in una forma mentale miope ed egocentata che va superata fin da oggi.

La vita ridotta al capitale, le persone assorte nel fare e nel produrre, assopite e imbonite da divertimenti che non le nutrono ma le distraggono. Da dove cominciare un risveglio delle coscienze oggi?

Il tracollo sistemico avviene su due livelli. Il primo livello è quello storico, politico e economico. Il secondo è un livello psicologico, esperienziale e personale. Abbiamo visto come sta collassando il primo livello. Il collasso del livello interno è evidente nella crescente crisi di significato e d’identità. Soffriamo di un grande senso di vacuità e vanità. Assistiamo alla perdita del senso della vita che sembra non aver più sapore. Questo comporta la diffusione di depressione, sindromi fobiche, carenza di desiderio e Eros.

Vediamo l’insorgere di difficoltà di digestione, malattie gastriche e cardiache: tutte malattie che raccontano la condizione esausta dell’essere umano contemporaneo. Siamo stanchi perché alienati in sistemi di vita insensati e patologici.

Per cominciare un cambiamento dobbiamo innanzitutto riconoscere la complessa malattia sociale che identifichiamo nella filosofia neoliberista e ripartire in modo semplice da un desiderio di cura: sentire la spinta interna a stare meglio. Occorre porsi una domanda apparentemente semplice, ma profondamente rivoluzionaria: che cosa mi fa stare male e che cosa mi fa stare bene?

Chiedendomi questo profondamente, mi accorgerò che non è solo un problema di scelte personali (mangia più verdura, fai esercizio…) e riconoscerò che abbiamo costruito una società adatta alle macchine, non alle persone. Gli esempi si sprecano: nelle mense, le luci al neon bloccano la digestione, gli ospedali sembrano fatti apposta per terrorizzarci con luci e colori gelidi, la scuola non educa ma disciplina e indottrina, i luoghi di lavoro sono inquinanti mentalmete e fisicamente. Occorre fare nostro il concetto di one health, la salute integrata. Non possiamo più pensare di essere in salute, se viviamo in un ambiente malato. Il livello personale e collettivo devono essere posti contemporaneamente sotto indagine. La rivoluzione è individuale e collettiva insieme: un avvenimento entusiasmante che porta a ripensare completamente tutto.

Sembra che i movimenti contemporanei non abbiano una carica trasformativa reale così come gli attori delle forze politiche sembrano personaggi di una commedia che rispondono un copione comune. Dov’è finita la forza rivoluzionaria dell’uomo? Qual è il soggetto rivoluzionario di oggi e quali sono i suoi temi?

I movimenti anti-sistema di destra e di sinistra che ci sono stati non hanno avuto grande successo perché erano troppo radicati nel XX secolo e nelle sue ideologie.nAvevano un’idea politica nella quale il soggetto che agisce è poco profondo. È un’idea di uomo mutuata dall’Illuminismo, che vedeva nella scienza e nella tecnica i principali punti di riferimento. È un atteggiamento che guarda al progresso, non all’evoluzione.

I risultati di questo approccio sono stati i regimi del XX secolo, la capitalizzazione della vita, l’enorme disparità nella distribuzione delle ricchezze. Questa visione del mondo è collassata. Occorre un movimento rivoluzionario che comprenda l’importanza della liberazione dell’ uomo, coinvolgendolo nelle sue profondità.

Continuando a credere che cambieremo il mondo, senza lavorare sulla singola persona, creeremo dei nuovi mostri, magari ecologisti e pacifisti, che creeranno dei regimi ecologisti e pacifisti. La politica che dobbiamo animare è nuova e deve condurre a una nuova epoca umana, nella quale la trasformazione del mondo in meglio non può prescindere dai processi di trasformazione interiore del singolo. Questo è il novum che stiamo cercando di elaborare nei gruppi Darsi pace che ho fondato e insieme a tante altre persone e altri gruppi.

La rivoluzione del XXI secolo è una rivoluzione contemporaneamente interiore-esistenziale ed economica-politica. Il nuovo soggetto rivoluzionario non è la nazione, non è la classe, non è la razza, ma la Nuova Umanità che sta nascendo in tutti noi e che non vuole farsi distruggere dal sistema egopatico. Il soggetto rivoluzionario contemporaneo è trasversale alle classi, alle culture e agli orientamenti politici.

Occorre far convergere elementi positivi della storia personale di ogni soggetto che riconosca il desiderio di cura e sia pronto al cambiamento che risponde alla domanda cosa mi fa stare bene? È chiaro che voglio il lavoro ma voglio anche un lavoro che mi faccia bene e che mi piaccia. È chiaro che senza lavoro posso morire di fame, ma con certi lavori muoio per il lavoro.

La coscienza rivoluzionaria non è un dato di natura: il singolo non sa di essere un soggetto potenzialmente rivoluzionario. Bisogna svegliare la coscienza rivoluzionaria nel singolo per arrivare alla collettività. La rivoluzione di cui parliamo è una rivoluzione lunga diversa dal concetto di rivoluzione che è maturato dal XVII secolo in poi (colpo di stato e azione di sovvertimento dell’ordine politico). È un processo antropologico graduale, gentile, radicalmente nonviolento perché è mossa da un io che lavora costantemente dentro di sé per liberarsi da quegli istinti violenti che riconosce come distruttivi e autodistruttivi.

Abbiamo tanta sapienza disposizione: insegnamenti delle grandi tradizioni spirituali così come della psicologia del profondo. Se cominciamo a lavorare sui nostri veleni (le avversioni, gli attaccamenti, l’eccessivo odio, le paure…) e facciamo il nostro laboratorio quotidiano di cura, cominciamo a cambiare il nostro modo di vivere e il nostro linguaggio. Il linguaggio è espressione del pensiero.

Osservando il linguaggio della comunicazione di massa, vediamo che non è adeguato a creare un mondo pacifico. La comunicazione è violenta. Il cambiamento sul piano culturale si opera anche attraverso un cambiamento del linguaggio che poi detta nuove leggi. La rivoluzione è una direzione verso cui si indirizzano tutti gli aspetti della nostra vita.

Un consiglio su come cogliere questo momento particolare come un’opportunità.

Quello che stiamo vivendo è una prova ed è difficile vivere una prova come un’opportunità se non abbiamo degli strumenti. La pratica di auto-conoscimento, la pratica meditativa e la pratica di studio sono validi strumenti e occorre avere dei gruppi con cui condividere.

Con il nostro gruppo Darsi Pace, offriamo incontri di meditazione due volte la settimana così che tutti possano praticare e sperimentare che con semplici esercizi si può avere un buon respiro e così ricordare che quello che stiamo vivendo è già stato vissuto tante volte dall’umanità. Il dramma dell’umano attraversa tutti i tempi e tutte le culture: dobbiamo rimetterci nella prospettiva del mistero della vita e della morte. Occorre ricordarsi che la mortalità è parte della vita e una vita che si interroga sulla sua finitezza diventa una vita più ricca. Per fare questo con tranquillità, dobbiamo avere delle pratiche e dei gruppi di sostegno.


BIOGRAFIA Marco Guzzi

Marco Guzzi (1955), poeta e filosofo, laureato in Giurisprudenza (1977) e in Filosofia (1980), ha proseguito i suoi studi a Freiburg e a Bonn. Ha sempre affiancato alla ricerca poetica e filosofica un’intensa attività di comunicazione culturale attraverso seminari e conferenze, ma anche lavorando a lungo nei mezzi della comunicazione di massa.

Dal 1985 al 1998 ha infatti condotto alcune delle principali trasmissioni di dialogo col pubblico di Radio RAI, quali  Dentro la sera 3131 , e  Sognando il giorno. Dal 1985 al 2002 ha diretto i seminari poetici e filosofici del Centro Internazionale Eugenio Montale di Roma. Dal 2004 dirige presso le Edizioni Paoline la collana  “Crocevia” .

Dal 2005 tiene corsi presso il “Claretianum”, Istituto di Teologia della Vita Consacrata dell’Università Lateranense. Dal 2008 è Professore Invitato nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana.

Nel 2009 Benedetto XVI lo ha nominato Membro della Pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon.

Tutta questa esperienza di ricerca creativa, e di elaborazione di linguaggi comunicativi, è infine confluita nell’attuale sperimentazione di gruppi di liberazione interiore in cui si tenta di favorire il processo di trasformazione spirituale che il tempo collettivo richiede e sollecita in ciascuno di noi.

Dal 1999 perciò inizia l’esperienza di questi gruppi in cui si tenta di integrare i livelli culturale, psicologico, e spirituale di formazione, nell’orizzonte di una riconiugazione tra fede cristiana e modernità.

Pubblicazioni principali: in ambito poetico:  Il Giorno  (Scheiwiller 1988);  Teatro Cattolico  (Jaca Book 1991),  Figure dell’ira e dell’indulgenza  (Jaca Book 1997);  Preparativi alla vita terrena  (Passigli 2002);  Nella mia storia Dio  (Passigli 2005).

In ambito teorico:  La Svolta – La fine della storia e la via del ritorno  (Jaca Book 1987);  Rivolgimenti – Dialoghi di fine millennio (Marietti 1990);  L’Uomo Nascente – La trasformazione personale alle soglie del nuovo millennio  (RED 1997);  Passaggi di millennio (Paoline 1998);  L’Ordine del Giorno – La coscienza spirituale come rivoluzione del nuovo secolo  (Paoline 1999);  Cristo e la nuova era  (Paoline 2000);  La profezia dei poeti  (Moretti e Vitali 2002);  Darsi pace – Un manuale di liberazione interiore  (Paoline 2004);  La nuova umanità – Un progetto politico e spirituale  (Paoline 2005);  Per donarsi – Un manuale di guarigione profonda  (Paoline 2007);  Yoga e preghiera cristiana – Percorsi di liberazione interiore  (Paoline 2009);  Dalla fine all’inizio   – Saggi apocalittici (Paoline 2011);  Buone notizie – Spunti per una vita nuova (Messaggero di S. Antonio 2013); Imparare ad amare – Un manuale di realizzazione umana (Paoline 2013); Fede e Rivoluzione – Un manifesto (Paoline 2017); Facebook: Il profilo dell’uomo di Dio (Paoline 2017); Alla ricerca del continente della gioia (Paoline 2019).