La Scatola di Latta è un contenitore di luoghi, storie e persone che già da una decina d’anni ravviva e stimola il territorio salentino e pugliese – e non solo. «Spesso diciamo che da una parte ci sono i luoghi, dall’altra le persone e al centro ci sono delle storie. Noi ne custodiamo la conoscenza, coltiviamo le relazioni e pratichiamo la restanza», spiega l’ideatore e custode, Gianluca Palma.

Restanza, espressione-concetto coniata dall’antropologo Vito Teti, è la scelta di vita, e anche il sacrificio, di chi resta ad abitare le proprie terre d’origine. Una scelta non intesa in senso passivo, ma come un’azione di presidio attivo, di cura e di rinascita del territorio.

La Scatola di Latta, scaturita da un blog, nel giro di pochi anni dalla nascita si è materializzata in gruppi informali che hanno fatto scendere in strada la poesia, i racconti e le storie attraverso numerose iniziative. Le prime sono state le cosiddette “passeggiate lunatiche”, passeggiate notturne condite di momenti poetici in riva al mare o nelle campagne del territorio.

Da allora le passeggiate CiviCulturali sono diventate fra le iniziative più gettonate. Sfatando la frase, spesso comune, “in quel paese non c’è niente” la Scatola di Latta ha visitato e portato a visitare nel corso di questi anni più di 80 paesi. «Ogni volta cambiamo paese e non sappiamo mai bene che cosa accadrà – racconta Gianluca – A volte si affacciano al balcone poeti, musicisti… Abbiamo camminato in un vigneto ascoltando la musica, siamo andati a conoscere l’agricoltore che recupera la canapa, i pastori che custodiscono le capre joniche – purtroppo in via d’estinzione, o l’imprenditore tornato nella propria terra che produce succo e vernice a partire dai melograni. Abbiamo ascoltato le loro storie e li abbiamo celebrati per il loro lavoro».

Le iniziative della Scatola di Latta, libere e senza scopo di lucro, pongono infatti l’accento sul conoscere e sul far conoscere gli usi e costumi del territorio e mirano a stimolare il senso civico, come un approccio diverso al turismo, all’alimentazione, al consumo…

“La poesia è nelle piccole cose”, per esempio, è stata la rassegna che ha accompagnato le persone nelle case degli artigiani, nei laboratori, nelle botteghe, invitando ad osservare e ad ascoltare. Sono poi nate le “Storie di Restanze e Partenze”: incontri in cui le persone venivano chiamate a raccontare perché vanno, perché restano e perché tornano dal Salento, o in generale dal Sud Italia. Un confronto non sempre facile, ma che ha reso possibile superare i pregiudizi ed essere più accoglienti l’uno con l’altro, favorendo contaminazioni culturali ed emotive.

Ancor più mirato verso le esigenze di coloro che stavano tornando nel territorio, poi, sono “Le tesi del Salento”, aperitivi a base di tesi di laurea. «Spesso i laureati

che vanno a studiare fuori, tornando perdono la rete di relazioni che avevano costruito e la possibilità di far conoscere il proprio lavoro», ha evidenziato Gianluca. Durante questi aperitivi, invece, viene favorito l’incontro fa i laureati, i locali e gli interessati, e grazie a questo spazio alcune tesi hanno riscosso l’interesse delle case editrici, venendo da esse pubblicate.

Infine, fra le tante belle iniziative, va sicuramente citata “Quante storie per una Littorina”: viaggio con il treno delle ferrovie Sud Est che collega i paesini delle province di Lecce con quelli di Brindisi e alcuni di Taranto. Le littorine, solitamente poco usate – vuoi per la lentezza, vuoi perché spesso è abitudine prendere la macchina – nei giorni concordati venivano invase da artisti, poeti, artigiani e psicoterapeuti, che accompagnavano i viaggiatori a intrecciare il paesaggio visto dal finestrino – landscape – al paesaggio interiore – mindscape. Un viaggio di conoscenza di sé e dell’altro, dunque, nella cornice di un territorio da pensare e da ripensare.

«Probabilmente fra qualche anno uscirà un piccolo libro che raccoglierà per ogni paese del Salento delle cose intangibili e introvabili nelle guide turistiche», ha anticipato Gianluca, mentre da gennaio sono stati mossi i primi passi in direzione della Scuola per Restare, il nuovo progetto della Scatola di Latta di cui presto vi diremo di più…

L’articolo originale può essere letto qui