Nella Giornata Mondiale della Salute, ricordiamoci che siamo un’unica “Famiglia della Terra” su un unico pianeta e che la nostra salute si basa sulle nostre diversità ed interconnessioni.

La salute del pianeta e la nostra salute sono inseparabili

L’emergenza sanitaria covid 19 è legata alle emergenze della perdita della biodiversità e delle specie, della scomparsa delle foreste e del clima.

Possiamo essere connessi globalmente attraverso la diffusione di malattie come il Coronavirus, a causa dell’aver invaso gli habitat di altre specie, manipolato piante e animali per ottenere profitti e per avidità, diffuso ovunque le monocolture.

Oppure possiamo essere connessi attraverso salute e benessere per tutti, se proteggiamo la diversità degli ecosistemi e la biodiversità, l’integrità e l’auto-organizzazione (autopoiesi) di tutte le specie viventi, inclusa la specie umana.

Il modello alimentare e agricolo globalizzato, industrializzato e inefficiente, sta invadendo l’habitat ecologico di altre specie, manipolando animali e piante senza alcun rispetto per la loro integrità e la loro salute. In questo modo si stanno creando nuove malattie. L’illusione che la terra e i suoi esseri siano mera materia prima da sfruttare a scopo di lucro sta creando un unico mondo connesso attraverso la malattia.

Le malattie si trasmettono dagli animali all’uomo dal momento che inviadiamo gli habitat delle specie selvatiche alterando l’equilibrio tra animali, virus e batteri. Violiamo l’integrità delle specie, così come alteriamo la vita degli animali negli allevamenti intensivi e manipoliamo geneticamente le piante attraverso promotori virali e marcatori di resistenza agli antibiotici.

Nelle ultime decadi, le malattie croniche non trasmissibili si sono diffuse in modo esponenziale e hanno ucciso milioni di persone. I sistemi alimentari industriali carichi di sostanze tossiche sono considerati tra le maggiori cause delle malattie croniche. Il rischio di contrarre malattie infettive come il Coronavirus aumenta di molto in presenza di malattie croniche.

Quando le nostre foreste vengono distrutte e le nostre aziende agricole diventano monocolture industriali che producono merci tossiche e nutrizionalmente vuote, quando la nostra alimentazione si degrada a causa della trasformazione industriale basata su sostanza chimiche sintetiche e manipolazione genetica, ciò che ci accomuna diventa purtroppo la malattia.

La ricchezza della biodiversità nelle nostre foreste, nelle nostre aziende agricole, nel nostro cibo e nel nostro microbioma intestinale rende il pianeta, le sue specie, compresi gli esseri umani, più sane e più resistenti ai parassiti e alle malattie.

L’emergenza sanitaria del Coronavirus è un campanello d’allarme che ci fa vedere chiaramente come essa sia collegata all’emergenza dell’estinzione delle specie e all’emergenza climatica. Tutte queste emergenze sono radicate in una visione del mondo meccanicistica, militaristica, antropocentrica in cui l’uomo è separato e superiore agli altri esseri che possono essere posseduti, manipolati e controllati e sull’idea di un modello economico basato sull’illusione di una crescita e di un’avidità senza limiti.

I governi stanno dimostrando di essere in grado di agire per proteggere la salute delle persone quando ne hanno la volontà. A questo punto è giunto il momento per essi di prendere tutte le misure necessarie per fermare tutte le attività che compromettono i processi metabolici che regolano la nostra salute. Le stesse attività che danneggiano la biodiversità e provocano il cambiamento climatico.

L’emergenza sanitaria ci costringe oggi a deglobalizzare dimostrando che possiamo farlo quando c’è una volontà politica. Dobbiamo rendere questa deglobalizzazione permanente. La localizzazione dell’agricoltura e dei sistemi alimentari biodiversi tutela la salute e riduce l’impronta ecologica lasciando spazio alla crescita di specie, culture e economie diverse.

La crisi del coronavirus deve diventare l’occasione per fermare i processi che minano la nostra salute e quella del pianeta e per avviare invece un processo che le rigeneri entrambe.

Non lasciamo che l’isolamento sociale in cui si troviamo a causa dell’emergenza sanitaria diventi un modello permanente di separazione, distruzione delle comunità e della coesione sociale. Il futuro dipende dall’unità di noi umani sul nostro unico pianeta. Non lasciamo che le precauzioni di oggi si consolidino in un clima permanente di paura e di isolamento. Abbiamo bisogno gli uni degli altri e della Terra per creare resilienza in questa fase di emergenza e per rigenerare la salute e il benessere nel mondo che sarà, alla fine dell’emergenza del Coronavirus.

La crisi del Coronavirus ci offre una nuova opportunità per attuare un cambio di paradigma, per allontanarci dall’era meccanicista e industriale della separazione, del dominio sulla natura, dell’avidità e della malattia, per avvicinarci all’era di Gaia, basata su una civiltà planetaria e sulla consapevolezza che siamo un’unica Famiglia della Terra, che la nostra salute è “Una sola Salute” radicata in interconnessioni ecologiche, nella diversità nella rigenerazione e nell’armonia.

Navdanya International